10 febbraio ad Acciaroli “Marcia per Angelo”: per chiedere verità e giustizia. Una brutta figura per lo Stato.
A promuovere l’iniziativa è la Fondazione “Angelo Vassallo Sindaco Pescatore”, preoccupata e allarmata per la chiusura delle indagini sull’uccisione del Sindaco di Pollica. Ma la vicenda incombe sulla campagna elettorale in corso e deve fare i conti anche con i tentativi di speculazione.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
ACCIAROLI – La Fondazione Angelo Vassallo Sindaco Pescatore promuove ed organizza per sabato 10 febbraio alle ore 14.30 ad Acciaroli l’iniziativa “Per Angelo. Conoscere la verità per tornare a credere nella giustizia“, una marcia per continuare a chiedere verità e giustizia, perché le indagini sull’omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica trucidato con nove colpi di pistola il 5 settembre 2010, non siano archiviate e perché lo Stato non rinunci a cercare chi ha ucciso lo Stato.
A seguire, presso il Castello dei Principi Capano di Pollica, si svolgerà un incontro-dibattito al quale prenderanno parte numerosi amministratori e referenti delle associazioni e della società civile del nostro Paese.
Intanto, sul noto portale Change.org abbiamo lanciato la petizione per dire NO all’archiviazione dell’inchiesta relativa all’omicidio Vassallo. È possibile firmare cliccando sul seguente link: clicca qui.
In allegato trasmettiamo la locandina dell’evento. Tutti gli aggiornamenti in merito saranno disponibili sulla pagina Facebook ufficiale della nostra Fondazione e sulle pagine delle nostre sezioni diffuse in tutta Italia.
L’iniziativa “Per Angelo. Conoscere la verità per tornare a credere nella giustizia” organizzata dalla Fondazione Angelo Vassallo Sindaco Pescatore, è la più chiara risposta agli apparati dello Stato: Uno “0” in condotta allo Stato.
In Italia siamo alla frutta, anzi stiamo “sparecchiando” per dire che ormai non c’è più niente da fare se per continuare a sperare ed avere Giustizia, quella vera, se dietro ad ogni delitto non vi sia una Fondazione che prova a sollecitare chi di dovere per dare una svolta definitiva al caso Vassallo. Intanto chi ha premuto il grilletto, in tutti questi anni ha avuto il tempo di far sparire le tracce, chi invece, nel caso si trattasse di un omicidio di Camorra, alla notizia di archiviazione sta brindando e semmai il caso fa scuola per eliminare le persone scomode che si frappongono con la loro onestà negli affari della malavita organizzata. E la Camorra ringrazia.
Purtroppo, in questo caso e magari in tanti altri non è stato individuato un movente, se non nella generica attività che il Sindaco di Pollica portava avanti nella quotidianità. Non è stato individuato l’assassino, e più volte pensando di esserci vicino poi si è stati costretti a fare marcia indietro. Non è stata mai trovata l’arma del delitto e per questo si è dragato anche mezzo tirreno. Non conoscendo il movente, l’assassino, l’arma e se si tratta di Camorra il mandante, in questi anni cosa si è fatto è chiaro che oggi si giunge ad una richiesta di archiviazione, intanto di convegni e di dibattiti se ne sono fatti a iosa, magari le indagini avessero avuto la stessa storia. Nel frattempo nell’immaginario collettivo, avendo dal principio etichettato l’omicidio conseguenza del braccio armato della Camorra, si è insistito su quella pista magari trascurandone altre, e non sta certo a noi ma agli inquirenti individuare i rami di un possibile omicidio.
Che brutta figura. Lo Stato ne esce veramente male. Una vita stroncata, il dolore della famiglia, di tutti noi, la rabbia nel verificare l’impotenza rispetto a certe dinamiche, vorrebbero più rispetto, più rigore, più sobrietà, ma anche più attenzione e più cautela nell’esprimere giudizi, ora di una possibile archiviazione, ieri rispetto alle indagini effettuate e ormai giunte ad un punto morto, nel prendere delle decisioni, nel testimoniare con la quotidianità atti, circostanze e comportamenti, che spesso sulla base delle emotività, fanno prendere agli eventi direzioni diverse difficile da correggere, e dovrebbero indurre tutti ad essere più accorti. In questa vicenda purtroppo è sembrato che vi sia stato un “mondo parallelo” che ha scritto pagine di cronaca come se fossero storia.
Vassallo, era il rappresentante di una sinistra che aveva scolpito nel suo DNA politico la legalità, la lotta al malaffare, alla corruzione e a ogni forma di deviazione, e l’errore forse è stato proprio quello che sull’onda dello sdegno popolare per quell’efferato delitto ha sovrapposto alle indagini la cronaca, fino a farla diventare involontariamente storia e a poco a poco si è operato anche una silenzioso istituzionalizzazione che ha assecondato i sentimenti anticamorristici, che sono propri a tutte le persone oneste e in ognuno di noi e che ognuno di noi vorrebbe prevalessero per sconfiggere definitivamente questo cancro della Camorra o delle Camorre, cancro che continua ad ostacolare una normale e serena crescita delle nostre terre. Di qui, figli di un retaggio culturale e politico che tutti, proprio tutti dovremmo fare uno sforzo per liberarcene e separare i fatti dai sentimenti ed interpretare i fatti per quelli che sono e i sentimenti per l’amore che ci si mette, sarebbe giusto operare una netta distinzione separando la cronaca dalla storia.
La marcia “Per Angelo. Conoscere la verità per tornare a credere nella giustizia“, è la prova di un fallimento che non ci fa piacere, tuttavia non sarebbe giusto chiudere le indagini ammettendo di non aver trovato il colpevole e semmai non avendo prove ammettere anche che non si è trattato di un omicidio di Camorra. Le indagini si devono proseguire, ma noi oggettivamente avremmo ancora fiducia nella Giustizia per come si è presentata in questo caso? La giustizia, quella “giusta” vuole un colpevole e non deve essere sollecitata da nessuno perché sia autorevole. Purtroppo questa storia irrompe nella campagna elettorale in corso e questa circostanza potrebbe essere una ulteriore “deviazione” che non farebbe bene a nessuno tranne che alla piazza che al contrario vuole la gogna.
Acciaroli, 6 febbraio 2018