Politiche 2018: ecco Coalizioni e Partiti: Ed è assalto di simboli

Elezioni politiche 2018: È partita la corsa alla presentazione di Simboli e Liste, adesso occorrono le firme. E chi vince al 1° e chi al 2° tempo.

Mai come queste elezioni sembra essere tutto deciso a tavolino dopo una serie interminabili di sondaggi: Adesso votare è solo una formalità. Peccato che da 20 anni i sondaggisti non ne hanno azzecata una. E Così ci sarà chi ha vinto i sondaggi e chi vincerà le elezioni. E le promesse da “Piazzisti”, quelle possono attendere.

Simboli-Viminale-Elezioni-2018-1
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da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese

ROMA – È partito il conto alla rovescia per le elezioni politiche del 4 marzo prossimo la data in cui si voterà per il rinnovo del Parlamento e come al solito i sondaggi incombono sulla vigilia, secondo i quali si potrebbe anche soprassedere ad un voto vero e proprio, avendone già decretato: La Coalizione che vincerà; Il partito che avrà più voti; I Seggi in parlamento; e sulla base di questi sondaggi si incomiciano anche a conoscere quali saranno i ministri e ovviamente non mancano i Programmi, quelli si devono presentare per Legge, purtroppo non c’è una Legge che stabilisce una qualche cosa nel caso questi programmi non si attueranno. Per ora sembra di assistere ad un “porta a porta” di un un andirivieni di “piazzisti” che gareggiano a chi la spara più grossa, e noi tutti contenti attendiamo che per quella data saranno risolti tutti i problemi degli italiani.

Intanto rispetto ai sondaggi, siamo certi che non se ne azzeccherà uno, anche perchè gli italiani sono così sfiduciati che raggiunti da domande un po per non “scoprirsi”, un pò per “rabbia”, un pò per “convinzione” depistano i sondaggisti che a loro volta si preparano per gli exit poll, sperando ne azzecchino una, fino a spiegarci dopo i risultati veri, che ne avevano previsto il tutto. Nel frattempo con i loro sondaggi hanno in qualche modo indirizzato l’opinione pubblica, o almeno coloro i quali vorrebbero orientarsi a non restare indietro e semmai stare dalla parte giusta: anche questa una straordinaria abitudine italiota. Una cosa è certa che la campagna elettorale che si è appena aperta promette di essere una battaglia all’ultimo voto convinti come sono tutti i concorrenti che nessuno sarà in grado di assicurarsi la maggioranza necessaria per poter governare, proprio per quella Legge elettorale che tutti dicono di non volere ma che comunque è uscita dal Parlamento.

Simboli-viminale-elezione 2017
Simboli-viminale-elezione 2017

E la corsa è incominciata con la presentazione dei Simboli, si chiuderà domenica alle 14.00, e anche quì ce n’è per tutti e di tutti i colori. Si va dal “Movimento mamme del mondo‘” a “W la fisica“, presentata da un professore associato di Ingegneria a Praga che vorrebbe combattere la fuga di cervelli, oltre ai partiti tradizionali a depositare i simboli al Viminale, nella speranza di poter correre alle prossime politiche, sono in tanti, e le liste di moltiplicano. Sono oltre una cinquantina al momento i simboli che sono stati presentati, ci sono, ovviamente quelli più organizzati ed agguerriti, monolitici, ad essere i primi Lega ed M5s, con il nuovo simbolo con la scritta “blogdellestelle“, salvo i ricorsi che preannunciano i grillini della prima ora che contestano questo cambiamento deciso dal “CAPO POLITICO“, e c’è anche “Casa Pound” oltre a “Per una Sinistra Rivoluzionaria“. C’è anche il sempiterno scudo crociato della DC e il movimento dei “Forconi“.

Primo simbolo ad arrivare nella bacheca del Viminale è stato quello del “Maie – Movimento Associativo Italiani all’Estero”, seguito da un’altra lista anch’essa che si richiama al voto all’estero: “Unital”, che non è affatto una medicina, ma l’acronimo di “Unione Tricolore America Latina“. Segue la lista “Sacro romano impero cattolico“. Il simbolo successivo è quello del Movimento 5 Stelle, e subito appresso la LEGA di Salvini, e ancora “M.T.N.P.P. Mov. Tec. Naz. Pop. Pace”‎, “Confederazione Grande Nord“, “Partito Liberale Italiano“, “Potere al popolo!” il raggruppamento delle Sinistre alternative. Non mancano i distingui e le esagerazioni linguistiche come “Italia Europa Insieme” che ha presentato tre simboli analoghi ma con la traduzione della parola ‘Insieme’ nelle lingue delle minoranze di cui ai collegi del Friuli Venezia Giulia, e del Trentino-Alto Adige.

Meloni-Berlusconi-Salvini
Meloni-Berlusconi-Salvini

Adesso però la vera sfida è quella di allegare a quei simboli le rispettive firme, collegio per collegio, e questo è il problema, tranne che non si “combina” qualche “soccorso” per associarli a coalizioni, ampliarne i confini e catturare consensi. Le altre sfide la democrazia, quella con la “D” maiuscola le ha perse tutte. Le ha perse da quando Berlusconi irruppe sul parterre politico nazionale con la sua Forza Italia, che si organizzò in Circoli e nominò i Coordinatori, si ricorda che tutti potevano aprirne uno e si fecero tante di quelle guerre impedendo, forse anche questo per strategia, che FI divenisse un vero e proprio Partito. Partito, ovvero sodalizio che associa tra loro tante “parti” fatte di uomini e donne.

grillo-di-maio-1
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In seguito questa forma snella la Sinistra, specie quella estrema, la mutuò e di quì le Sezioni divennero Circoli, i segretari cordinatori, gli iscritti soci, e poco per volta come insegnò Berlusconi, sempre con i sondaggi a portata di mano, le “opinioni” furono spiazzate dai sondaggi e la organizzazione “liquida” prendeva il posto del Partito legato ad altri processi, magari più fastidiosi perchè seguivano tempi più lunghi e scomodi legati al pluralismo delle idee anche queste accantonate da Berlusconi per fare spazio al pragmatismo del fare: Fare cosa? questo non si è mai saputo; sappiamo solo che è finita così, oggettivamente per niente bene. E nonostante le rovinose esperienze dei governi berlusconiani, il centrosinistra è riuscito a caricarsi oltre alle sue rovine anche quelli di Berlusconi, e Renzi da rottamatore è diventato da rottamare, grazie anche ai suoi “becchini” (D’Alema, Bersani). Ma la storia e i tempi della storia si ripetono e quello che non riuscì a fare Berlusconi che al contrario fu individuato come Leader dal Centrodestra, c’è riuscito il duo Casaleggio-Grillo, offrendo una democrazia in scatola, con un Capo politico, si capo politico, oggi interpretato da Di Maio, ieri da Beppe Grillo, “Capo imposto” e non Leader.

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Ma ormai non c’è più tempo per individuare chi ha ragione e chi ha torto e se il PD e Renzi non hanno ragione, non ce l’hanno nemmeno Berlusconi e Salvini, e comunque non riusciamo a vedere nemmeno le ragioni del M5S, le loro le sapremo solo dopo: cosa succederà? proprio come quello che è accaduto Roma e Torino: A schifio. Per il momento Grillo-Casaleggio-Di Maio hanno bandito il “Concorsone” per arruolare un bel po’ di deputati e senatori, e che Dio gliela mandi buona.

Ecco di seguito quali sono i partiti che al momento sembrano essere candidati con certezza di raccogliere le firme e quali siano i rispettivi leader o “Capi” come piace al Movimento 65 Stelle..

Centrodestra

Forza Italia – Silvio Berlusconi (il quale quasi certamente non farà in tempo a candidarsi come premier per via della Legge Severino che dopo la condanna a quattro anni per evasione fiscale gli vieta un qualsiasi incarico nei pubblici uffici. Berlusconi ha fatto ricorso alla Corte di Strasburgo, che si dovrebbe esprimere a febbraio e quindi non in tempo per permettere al tre volte primo ministro di presentare ufficialmente la sua candidatura a Palazzo Chigi).

Lega – Matteo Salvini, personalità che Berlusconi ha indicato come possibile futuro ministro dell’Interno in caso di vittoria del centro destra.

Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

Alla coalizione dovevano prendere parte anche altri partiti più piccoli, ma l’ex Presidente del Senato Roberto Calderoli (Lega) ha fatto sapere che “la quarta gamba si è rotta” e che quindi i soggetti più centristi alla fine si defileranno. Qui di seguito sono riportati i partiti dell’area moderata conservatrice che si presenteranno da soli:

  • Noi con l’Italia – Raffaele Fitto
  • Energie per l’Italia – Stefano Parisi
  • Udeur – Clemente Mastella

Centrosinistra

Partito Democratico – Matteo Renzi

Civica Popolare – Beatrice Lorenzin

Insieme – Unione di Psi, verdi e prodiani (Area civica)

Lista +Europa – Emma Bonino e Bruno Tabacci

Movimento 5 Stelle

Movimento 5 Stelle–Luigi Di Maio. È il partito che viene dato per favorito nei sondaggi, ma che non dovrebbe avere i numeri per governare. Il movimento confondato da Beppe Grillo ha fatto capire di non volersi alleare con altre forze politiche.

Sinistra

Liberi e Uguali – Pietro Grasso. È la formazione che racchiude Sinistra italiana, Possibile di Pippo Civati e Articolo 1 – MDP (corrente staccatasi dal PD durante l’ultima legislatura). Questo è il programma della lista: è ancora in corso di definizione ma per il momento sembra essere incentrato su temi quali lavoro e diritti civili.

Altre formazioni politiche

Rinascimento – Vittorio Sgarbi

Potere al popolo – Viola Carofalo (formazione neonata di estrema sinistra nata dall’idea di un gruppo di esponenti di Rifondazione Comunista, dei centri sociali e di alcune sigle sindacali)

Casa Pound – Simone Di Stefano (formazione neo fascista)

Roma, 20 gennaio 2018

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