Si dileguano le “truppe mastellate”. Sono prevalse le “alleanze” alle ragioni di Partito: meglio l’uovo oggi che la gallina domani.
Clemente Mastella si è messo in una botte di ferro assicurandosi un seggio al Parlamento Europeo. Pensava, allo stesso modo, di assicurare come “merce” di scambio, il trasporto del suo piccolo esercito nel Centro-destra, e aspirazione ancora più ambiziosa, di far saltare specie in Campania, buona parte delle Giunte, ivi compreso la Giunta Regionale.
Sembrava quasi fatta e invece c’è stata una vera e propria sollevazione del suo popolo. In tutta la Campania gli uomini di Mastella hanno fatto una scelta. Hanno scelto il contrario. Clemente Mastella non se l’aspettava proprio la reazione dei suoi, non si aspettava che tra le sue “truppe mastellate” vi fosse una tale defiance.
Nella sua Benevento, il Sindaco Fausto Pepe ha costituito un gruppo autonomo di sei Consiglieri e non ha seguito il suo Leader. In Provincia di Salerno poi dall’Agro a Sapri ad uno ad uno, Sindaci, Vice Sindaci, Assessori Comunali, Consiglieri, guidati dagli Assessori Provinciali Carmine Cennamo e Guerino Terrone, si fanno disegnare il simbolo “Popolari per Villani” dal Presidente della Provincia uscente Angelo Villani e abbandonano il loro capo (è sembrato volessero il pretesto per andar via).
Il Vice Sindaco di Nocera Inferiore Antonio Cesarano, l’Assessore di Salerno Augusto De Pascale, quello di Eboli Arturo Marra, i Sindaci degli Alburni e quelli del Cilento hanno preso le distanze dall’Udeur e da Mastella. Sono prevalse più le ragioni delle alleanze che quelle del Partito di appartenenza.
E’ evidente che le scelte che hanno operato i seguaci di Mastella sono dettate da interesse di posizione, vale a dire che nessuno se l’è sentita di lasciare la propria posizione in cambio di niente. Carmine Cennamo, Guerino Terrone, Antonio Cesarano, Augusto De Pascale, Arturo Marra ecc. hanno tentato di giustificare politicamente la loro permanenza nel Centro-sinistra e l’attaccamento al proprio ruolo istituzionale con la motivazione di aver avviar avviato un percorso con gli alleati che non meritava nessuna interruzione di sorta.
Un “tradimento” a tutti gli effetti, perpetrato ai danni di un Partito (Udeur) e della sua strategia politica. Un tradimento nel “tradimento”, consumato da Clemente Mastella ai danni del Centro-sinistra e dalle “truppe mastellate” ai danni di Mastella e del “suo” Partito.
L’attaccamento al potere che mostrano gli uomini del Campanile, fa perdere di vista anche la possibilità di saltare sul carro dei vincitori, una volta che il Centro-destra e il suo candidato alla Presidenza della Provincia Edmondo Cirielli, avranno vinto alla grande le prossime elezioni. Di qui un vecchio adagio che dice: meglio l’uovo oggi che la gallina domani. L’uovo è quello che al momento hanno e rappresenta il certo, la gallina è la vittoria elettorale del Centro-destra che sarebbe l’incerto domani.
Se l’Udeur non fosse stato il Partito personale di Clemente Mastella, e se le decisioni di appoggiare il Centro-destra fossero state il frutto di una strategia politica di base e non una scelta repentina e “personale” del suo “padrone”, allora non si sarebbe gridato al tradimento e tutto sarebbe passato nella normalità di un accordo politico, che lascia libero un Partito di scegliere insieme a chi condividere un percorso.
D’altra parte proprio le caratteristiche personalistiche dell’Udeur hanno fatto si che è stato usato come un Partito che permetteva di utilizzare uno spazio, in virtù del quale, permetteva altresì di occupare il potere che toccava a quello spazio, di qui “l’affezzione” alla coalizione e non al Partito. Quindi l’Udeur ha rappresentato un contenitore, una sorta di tram che si poteva prendere per andare dove si voleva, fare i propri comodi e poi riscendere.
Mi permetto di intervenire. Cortesemente mi dissocio dalla “analisi” politica che viene fatta. Lei verosimilmente è propenso ad un bipolarismo “statico” o, ancora peggio, ad un bipartismo di moda. La stria e l’attualità stanno ha dimostrare che vi è una identificazione fra partito e leader. Parecchi oggi si sentono dei piccoli Obama. Mi auguro che Lei non fa parte di questa schiera! Escuso la Lega Nord, che dalla sua costituzione ha sempre mantenuto, altre al leader, anche lo stesso titolo, tutti gli altri partiti nati dopo il ’93 hanno cambiato status associativo, ma in molti hanno mantenuto il gruppo dirigente. Chiuso. Allora perchè rimproverare l’ UDEUR e Mastella? Fra questi, sia a destra che ha sinistra (ma esite ancora la sinistra?) hanno perso il loro elettorato, e con esso posti di potere. Nessuno però lo ha “identificato” come truppe. Cosa vuole dire? Forse si riferisce a “truppe mercenarie”. Alzi la mano che non le ha. Allora bene fa l’Udeur e Mastella ad allontanarli.
Gentile Sig. Giovanni, fa bene a dissentire, altrimenti andremmo verso il pensiero unico, tuttavia devo dirle che sono stato frainteso o meglio forse non sono riuscito a spiegare il mio pensiero. Devo ricordarle che l’Udeur come altri: Italia dei Valori di Di Pietro, UDC di Casini, Alleanza Sociale della Mussolini, An di Fini e via discorrendo, sono tutti partiti “personali”. Queste persone ricevono i Contributi e li gestiscono da soli. E’ evidente che lo spirito associativo che dovrebbe animare le persone che fondano un partito, negli ultimi anni è venuto a mancare e lo avvertiamo. Tra l’altro quando ho scritto che i suoi uomini anno preferito le ragioni dell’alleanza a quelle del proprio partito, è una realtà. Nulla osta che un Partito per sua strategia voglia chiudere un rapporto con i suoi alleati ed intraprenderne un altro con alleati diversi. Il problema che Mastella lo ha comunicato ai suoi, non lo ha dibattuto e i suoi, evidentemente non lo hanno digerito, non lo hanno condiviso o altrimenti, e qui sono maligno, hanno preferito le poltrone alle motivazioni del loro Leader. Le devo dire che condivido perfettamente con Lei che la sinistra non c’è più, si legga il mio articolo “la sinistra è finita”. Poi per quanto riguarda l’appellativo “truppe Mastellate”, non l’ho coniato io, lo fecero i giornalisti nell’occasione di un Congresso Nazionale della DC, nel corso del quale, partirono da Benevento in soccorso di De Mita i fedelissimi di Mastella. La ringrazio dello spunto critico che accetto umilmente e con piacere.