Il governo approva il Decreto, aiuta il TAR, risolve il problema della esclusione della Polverini e di Formigoni.
Il Quirinale, inizialmente riluttante, non sarebbe contrario, ma le opposizioni, IdV e Radicali in testa, gridano allo scandalo.
ROMA – 5 marzo – Il Governo nella seduta del Consiglio dei Ministri iniziato con oltre 2 ore di ritardo, per consentire agli staff del Premier Berlusconi e del Presidente Giorgio Napolitano di interfacciarsi, è stato varato. Il decreto legge interpretativo, è stato messo a punto dal Governo Berlusconi, lo scopo era quello di risolvere il caos delle liste del Pdl escluse alle regionali nel Lazio e in Lombardia, ed è composto da tre articoli. Il primo, quello più importante, contiene 5 commi, e costituisce l’impianto del provvedimento.
Il decreto DdL 5marzo 2010, fissa il principio secondo il quale chi si trova all’interno degli uffici elettorali del tribunale e può provarlo, ha diritto di presentare liste. Questa quindi, è la norma da applicare per riammettere la lista provinciale del Pdl a Roma. Il provvedimento è finalizzato “alla interpretazione autentica” delle norme per la presentazione dei candidati. In particolare si precisa il rispetto dei termini orari di presentazione delle liste dei candidati il quale è comprovato con l’ingresso nei locali del competente tribunale o corte d’appello entro l’orario previsto, dei delegati incaricati alla presentazione delle liste. Il secondo articolo accorcerebbe i tempi della campagna elettorale mentre il terzo riguarda solo l’entrata in vigore.
Relativamente alla verifica delle liste, alla veridicità delle firme e alla regolarità della loro autenticazione, il DdL precisa che non sono invalidate dalla presenza di irregolarità formali, come la mancanza o la non leggibilità del timbro di chi le ha autenticate o dei dati relativi alla sua qualifica, o in riferimento a date e a luoghi. Questo passaggio passaggio è stato inserito per consentire la facilitazione al rientro del listino di Roberto Formigoni in Lombardia.
Il decreto inoltre, secondo quanto previsto dall’ultimo comma del primo articolo, consentirebbe la presentazione delle liste a Roma il primo giorno non festivo, dopo la relativa pubblicazione del DdL del CdM cioè lunedì dalle 8 alle 16, risolvendo di fatto il problema della esclusione delle Liste della Renata Polverini. E ora in tutta Italia, saranno riammesse tutte quelle liste che sono state escluse per gli stessi motivi.
In effetti, la procedura adottata dal Governo anche se è al limite della discutibilità risolve praticamente un problema, ma risolve anche una questione politica e rimette in sesto una vicenda che correva il rischio di acuire ancora di più la frattura che c’è nella società italiana e che si riflette anche nel corpo elettorale.
Chi aveva visto nella esclusione delle liste una “scorciatoia” miracolosa e risolutiva in aiuto di un centro-sinistra avviato a raccogliere una sconfitta elettorale già annunciata, c’è rimasto male. Chi pensava che una esclusione rimettesse in sella un centrosinistra in difficoltà si sbagliava.
Il Decreto interpretativo mira a ridare il “diritto di voto” compromesso dalla esclusione del maggiore Partito italiano, nello stesso tempo non modifica l’impianto della legge e indipendentemente dai mugugni, da una botta al cerchio e uno alla botte. Tra l’altro la sinistra o chicchessia, deve vincere le elezioni con il consenso popolare non con gli artifizi che consentirebbero solo di occupare il potere ancora per altri cinque anni, ma che ne prolungherebbero l’agonia. Adesso si vada al voto e si giri pagina.
Alla fine del Consiglio dei Ministri è stato diramato il seguente Comunicato:
IL COMUNICATO DEL GOVERNO – “La Presidenza del Consiglio dei Ministri comunica: il Consiglio dei Ministri si è riunito oggi, alle ore 21,05 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente, Silvio Berlusconi. Segretario, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza, Gianni Letta. Il Consiglio dei Ministri, appositamente riunito in via d’urgenza, ha approvato un decreto-legge che mira a consentire lo svolgimento regolare delle consultazioni elettorali per il rinnovo degli organi delle Regioni a statuto ordinario, fissate per il 28 e 29 marzo prossimi. Ribadita e sottolineata la necessità di assicurare il pieno esercizio dei diritti di elettorato attivo e passivo, il Consiglio ha condiviso l’esigenza di garantire i valori fondamentali della coesione sociale, presupposto di un ordinato svolgimento delle competizioni elettorali. A questo fine, pertanto, il decreto-legge detta alcuni criteri interpretativi di norme in materia di rispetto dei termini per la presentazione delle liste, di autenticazione delle firme e di ricorsi contro le decisioni dell’Ufficio centrale regionale. La seduta ha avuto termine alle ore 21,40“.
Come al solito Berlusconi se la canta e se la suona
AL POPOLO BUE IL RISPETTO PEDISSEQUO DELLE REGOLE, ALLA POLITICA IL MODO DI SCRIVERLE E DI CAMBIARLE, ANCHE NELL’INTERPRETAZIONE ALLA LORO BISOGNA! UN MESSAGGIO DISTORSIVO DELL’ EDUCAZIONE CIVILE, VERSO IL POPOLO E I GIOVANI ITALIANI.infatti ,SE LA CANTANO E SE LA SUONANO DA SOLI, E SI IRRITANO PURE, SENZA AMMETTERE CON UN PIZZICO DI UMILTÀ’ CHE IL TUTTO E’ NATO DA UN LORO ( forse voluto) ERRORE.
Che Vergogna! Che schifo! Oggi la cancrena che sta distruggendo l’Italia è diventata più larga e più nera.
Marco naponiello, non si capisce quello che scrivi.
No ma la cosa è simpatica, triste e ridicola allo stesso tempo.
E se a far ‘tardi’ fosse stato il PD avrebbero fatto lo stesso il decreto o si sarebbero appellati al rispetto delle norme?
Simpatizzavo per il PDL ma adesso mi stanno facendo schifo. Non li voterò più.
Nonostante il diritto al voto del cittadino sia un valore da difendere ad ogni costo, è inammissibile che le “regole” si cambino a seconda di chi sbaglia.
Sarebbe stata fatta la stessa cosa se le liste escluse appartenevano a partiti di minori entità quali il Movimento a 5 stelle?
Non prendiamoci per i fondelli.
La risposta è NO.
Non è una buona giustificazione il fatto che il PdL sia il maggior partito italiano.
E’ come dire “se il Presidente del Consiglio dei Ministri commette un reato, allora si cambia il reato e lo si rende un non-reato. Se quel reato è compiuto da un cittadino comune, allora va bene così”.
Oh cacchio. Ma già è così.
Berlusca sempre piu padrone e meno costitutzionale .
Se tu partecipi a un concorso e per un motivo qualsiasi vieni escluso Berlusca ti protegge. questa non è l’Italia della legalità
viv la rivoluzion
ALEX, FORSE SEI TU CHE NON COMPRENDI O FAI FINTA!
Come mai il Presidente della Repubblica per i Dirigenti Scolastici della Sicilia ha preteso il rispetto delle sentenze del CGA, mentre ora ha partecipato a calpestare le regole della democrazia?
Forse perchè nel primo caso si trattava di poveri presidi, mentre nel secondo caso era il potentato da difendere? E’ proprio vero, in Italia la legge non è uguale per tutti!!
Non si deve vincere una campagna elettorale che si limita all’assegnare un ruolo istituzionale. Si deve vincere una lotta costante con la dimostrazione di una politica realmente interessata al bene del cittadino. Qualsiasi politica deve vincere e conquistare la fiducia del cittadino nell’istituzione, ormai vista come nemica dell’interesse della comunità, o meglio come amica dell’interesse del singolo politico. Non esiste più la lotta partito contro partito, il cittadino comune, sempre meno propenso a trasformarsi in un cittadino attivo, non sa più a chi dare fiducia. Ovviamente quest’ultima furbata del governo non fa altro che sottolineare la disparità delle forze politiche in campo. E incentiva una presa di coscienza che deve avvenire in ognuno di noi. Se soltanto le parole potessero trasformarsi in fatti. La nostra unica arma è l’indignazione.
Aggiungo al voltastomaco di questo post e di quanto è accaduto:
certo, se fosse stato un qualsiasi altro partito non della coalizione di governo, a prescindere dal MoVimento Cinque Stelle, a cambiare le regole dopo averle violate, sarebbe solo stata festa grande dappertutto con ampie “divorazioni” di fette di mortadella. Ma la cosa più importante che dovrebbe pensare un elettore laziale (a prescindere dalla valutazione su Emma Bonino-visto che stiamo in un sistema bipolare o ti mangi questa minestra o ti butti dalla finestra), ma in che mani mi vado a mettere? Nelle mani di una che ha evaso le tasse dalle case che si è comprata a Roma col beneplacito del Vaticano e coi soldi del suo sindacato, giustificandosi col fatto che si è avvalsa di consulenti inaffidabili? O nelle mani di una che non è riuscita a far presentare dal suo staff neanche la lista per le elezioni? E questa dovrebbe fare la Presidente di una Regione, la più importante d’Italia? Errare humanum est, perseverare diabolicum. O, dalle nostre parti, ma questa ci è, o ci fa? Io se abitassi nel Lazio, come minimo questo interrogativo me lo porrei.
L’amarezza del presidente emerito della Repubblica Ciampi
“Aberrante episodio di torsione del sistema democratico Benvenuti nella Repubblica del Male Minore. Cos’altro si può dire di un Paese che ormai, per assecondare i disegni plebiscitari di chi lo governa, è costretto ogni giorno ad un nuovo strappo delle regole della civiltà politica e giuridica, nella falsa e autoassolutoria convinzione di aver evitato un Male Maggiore? Carlo Azeglio Ciampi non trova altre formule: “La strage delle illusioni, il massacro delle istituzioni…”. Ancora una volta, l’ex presidente della Repubblica parla con profonda amarezza di quello che accade nel Palazzo. Dopo il Lodo Alfano, il processo breve, lo scudo fiscale, il legittimo impedimento, il decreto salva-liste è solo l’ultimo, “aberrante episodio di torsione del nostro sistema democratico”. Il “pasticciaccio di Palazzo Chigi” non è andato giù all’ex capo dello Stato, che considera il rimedio adottato (cioè il provvedimento urgente varato venerdì scorso) ad alto rischio di illegittimità costituzionale. E la clamorosa sentenza pronunciata ieri sera dal Tar del Lazio, che respinge il ricorso per la riammissione della lista del Pdl nel Lazio, non arriva a caso: “È la conferma che con quel decreto il governo fa ciò che la Costituzione gli vieta, cioè interviene su una materia di competenza delle Regioni. Speriamo solo che a questo punto non accadano ulteriori complicazioni…” MASSIMO GIANNINI.fonte la repubblica.it