Mercoledì 6 dicembre, ore 17.00, Oasi WWF di Persano di Serre, Dibattito su Sviluppo sostenibile e “Decrescita felice”.
“Chi sostiene lo Sviluppo Sostenibile?” è il tema dell’incontro che si terrà all’Oasi WWF di Persano con il Prof Maurizio Pallante del Movimento “Decrescita Felice”.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
Il pubblicitario offre alla gente un ideale consumistico, facendo scambiare il proprio desiderio di essere per un bisogno di avere” – Daniel Pennac
SERRE/PERSANO– Il rapporto Brundtland (conosciuto anche come Our Common Future) è un documento rilasciato nel 1987 dalla Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo (WCED) in cui, per la prima volta, venne introdotto il concetto di sviluppo sostenibile, così definito: «lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri».
La Conferenza delle Nazioni Unite su ambiente e sviluppo (UNCED, United Nations Conference on Environment and Development), tenuta a Rio de Janeiro nel 1992, ha consolidato il principio dello sviluppo sostenibile, accolto anche nei trattati entrati in vigore negli anni successivi. In particolare, l’art. 2 della Convenzione sulla biodiversità contiene la nozione di ‘sostenibilità’, definendo ‘sostenibile’ l’uso delle risorse biologiche secondo modalità e a un ritmo che non ne comportino una riduzione a lungo termine e che preservino le capacità di soddisfare le esigenze delle generazioni presenti e future. Ma … quali sono realmente le esigenze? Quelle indotte dalla cultura del consumismo sono “vere esigenze”?
Il Movimento per la Decrescita Felice nasce nel 2007 ad opera del prof. Maurizio Pallante, esperto di riduzione dei consumi e di politiche energetiche, secondo cui “lo sviluppo sostenibile è un ossimoro, perché lo sviluppo è di per sé insostenibile”. In nome dello sviluppo sostenibile abbiamo consumato suolo ben oltre il necessario, abbiamo inquinato l’acqua che beviamo e avvelenato l’aria che respiriamo . In nome dello sviluppo sostenibile abbiamo impoverito la biodiversità a vantaggio delle monoculture, intensificato gli allevamenti in aree ristrette, con il conseguente inquinamento, spesso irreversibile, del suolo.
Il Movimento propone un nuovo approccio culturale basato sulla qualità e non più sulla quantità, e vuole agire sul contesto sociale intorno a quattro filoni: Stili di vita; Tecnologie; Politica; Cultura.
In questa epoca dell’usa e getta, del consumismo più sfrenato, della crescita e dell’accumulazione illimitata, abbiamo sempre di più l’esigenza di un’inversione di tendenza rispetto a questo modello dominante. Ma nel piccolo, nel proprio vivere quotidiano è possibile fare qualcosa? La risposta è “sì”: attraverso una serie di pratiche quotidiane che trasmettano la cultura dell’autoproduzione e del riciclo, la riduzione degli sprechi energetici con l’utilizzo di tecnologie pulite e la riappropriazione di antichi saperi.
Azioni che non portano su il Pil, ma che ci permettono di aumentare la nostra “felicità interna lorda”.
La decrescita vuole essere il rifiuto razionale di ciò che non serve. Non dice: «ne faccio a meno perché è giusto così». Dice: «non so cosa farmene e non voglio spendere una parte della mia vita a lavorare per guadagnare il denaro necessario a comprarlo». La decrescita non ritiene, per esempio, che la crescita della produzione di cibo che si butta, della benzina che si spreca nelle code automobilistiche, del consumo di medicine spesso inutili (pensiamo agli integratori alimentari….) comporti una crescita del benessere solo perché fanno crescere il prodotto interno lordo, ma li considera segnali di malessere, fattori di peggioramento della qualità della vita.
Il Movimento Decrescita Felice non propone certamente il ritorno all’era delle caverne ma scelte politiche e di vita quotidiana possibili, a partire dal recupero dei centri storici per evitare di consumare altro suolo o dall’efficientamento energetico delle abitazioni per risparmiare energia.
Un tema particolarmente caro al Movimento è quello dell’autoproduzione di prodotti agricoli ma anche del consumo di prodotti a km 0.
Di tutto questo discuteremo il 6 dicembre con la presenza del prof. Maurizio Pallante:
- La mattina incontro con gli studenti nell’aula magna del liceo Gallotta;
- alle ore 17,00 in un incontro pubblico presso il Centro visite dell’Oasi WWF di Serre-Persano, in Via Falzia a Serre(SA)
Libertà e Giustizia – Circolo Piana del Sele WWF OASI DI PERSANO
Serre/Persano 3 novembre2017