A seguito del rinvio a giudizio il capogruppo di Forza Italia con Damiano Cardiello analizza l’intera vicenda Multiservizi.
Una montagna di responsabilità politiche e gestionali. Debiti strutturali, cattiva gestione, assenza di Piani aziendali, programmi e strategie. I fallimenti di una classe politica inadeguata e incapace. Un quadro sconcertante e preoccupante che sottolinea come si bruciano i soldi del “compare”.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – «Non sorprende la decisione del Giudice dell’udienza preliminare, vista la mole di documentazione depositata dalla Procura di Salerno. – si legge in una nota del Capogruppo consiliare di FI Damiano Cardiello – Trattasi indubbiamente di una triste vicenda che non poteva avere esito diverso. Il rinvio a giudizio di tutti gli indagati, a seguito delle decisioni intraprese dalla Dr.ssa Boccassini, – aggiunge Cardiello Jr – spiace dal punto di vista umano ed è un primo passo verso la conferma delle tesi accusatorie. Pensavamo che fosse solo ed esclusivamente un’assunzione di responsabilità politiche ma, evidentemente, c’è dell’altro.
Un buco milionario di € 5.000.000 non si colma con parole o note stampa politiche, ma ai cittadini vanno date delle risposte da parte della giustizia – afferma ancora Damiano Cardiello a commento della decisione del GUP – Ognuno potrà difendersi dinnanzi al Collegio giudicante, a partire dal 22 dicembre, ma resta il fatto che il primo ed unico fallimento di una società pubblica in Italia poteva e doveva essere evitato.
Non dimentichiamo che sono andati per strada trenta dipendenti e relative famiglie, che ora attendono un congruo risarcimento danni vista l’ammissione quali parti civili. – ricorda il dramma dei lavoratori il Capogruppo di Forza Italia che aggiunge – Anche il dipendente comunale Bruno, allora responsabile manutenzione/parcheggi della Multifatture ed oggi Direttore del civico cimitero, nonchè laureato da poco tempo come appreso dalla stampa (probabilmente in scienze necrologiche), è stato rinviato a giudizio unitamente agli altri indagati.
Probabilmente – aggiunge Cardiello fornendo all’Amministrazione alcuni suggerimenti in materia di incarichi interni al Comune – è arrivato il momento di una più seria e attenta applicazione del principio di rotazione degli incarichi interni al Comune di Eboli, visto che si è resto anche protagonista, sempre nel pieno delle sue funzioni, dell’autorizzazione all’installazione di un’edicola funeraria definita “espositiva” poi sottoposta a sequestro e in seguito rimossa.
Saranno gli organismi interni a valutare ogni scelta. – prosegue Cardiello Jr – Resta da capire perchè il Comune di Eboli non ha inteso costituirsi parte civile, situazione rimediabile fino all’apertura del dibattimento. Eppure si sono costituiti finanche nelle vertenze tra privati (vedi il caso Pellegrino-Altieri) e non si comprendono i motivi che spingano a non farlo in questa vicenda dove sono stati dilapidati ingenti somme di fondi pubblici. – e conclude – Siamo consapevoli che ci vorranno anni da parte della giustizia per accertare tutta la verità ma, allo stesso tempo, crediamo che sia l’unico ristoro per l’immagine della nostra Città».
Quando le questioni politiche varcano il portone del Palazzo di Città per imboccare le Aule Giudiziarie POLITICAdeMENTE le “perde di vista”, nel senso che ritiene che quanto meno se ne parli meglio è anche per non generare confusione e non intralciare il corso della Giustizia. Comunque val la pena ricordare che nel maggio del 2015, la commissaria Prefettizia Vincenza Filippi pose in liquidazione la Multiservizi.. Così dopo l’impietoso report fatto dai funzionari del comune e dagli incaricati esterni, i quali nel mentre fotografarono una disatrosa situazione debitoria, ponevano in essere alcune misure per parare i danni e mettere in atto una sorta di exit strategy e liberarsi ponendo fine ad voragine debitoria.
Val la pena ricordare anche che nonostante l’acquisizione totale dell’intero pacchetto societario per le cessioni di quota del socio minorritario, la Multiservizi continuava a patire di un monte debitorio di diverse centinaia di migliaia di euro (successivamente scoperta di circa 5milioni di euro), ripianato di volta in volta con fondi pubblici, risultando anche con la nuova gestione di allora di un nulla valso, tant’è che dopo aver cambiato diversi amministratori fino all’ultimo, la relazione impietosa dei tecnici affermava: “la società presenta gravi problemi di ordine finanziario ed una pesante esposizione debitoria nei confronti dell’Erario, di Istituti previdenziali e fornitori. Ciò ha determinato tra l’altro la irregolarità del Durc (documento di regolarità contributiva ‘condicio sine qua non’ per gli appalti pubblici) la situazione finanziaria è molto deficitaria e urge intervenire, con la massima urgenza, con interventi strutturali decisi per la sua sopravvivenza. La stessa verifica sulle partite debitorie e creditorie tra l’Ente e la società, «ha evidenziato considerevoli scostamenti tra le pretese creditorie della Multiservizi e le risultanze istruttorie acquisite presso gli uffici del Comune”. Arrivò anche la nomina a liquidatore e la società si ritrovava nella condizione che oltre a dover ripianare gli oltre due milioni di euro di passivo, deveva fronteggiare le legittime proteste delle maestranze, 34 dipendenti, per i quali non si prospettava nulla di buono se non perdere il posto di lavoro. E così fu.
Si ricorda, sempre per dovere di cronaca, che la Multiservizi Debito strutturale derivante solo dai costi degli stipendi e dei contributi ammontanti ad oltre gli 800/900mila euro l’anno a fronte di servizi che complessivamente non coprivano nemmeno i 2/3 della spesa occorrente al pagamento degli stipendi stessi, senza contare le spese e i costi di gestione ordinari. Circostanza mai ricordata e tollerata da tutta la Classe politica che nel corso degli anni ha avuto responsabilità amministrativa. Un “debito strutturale” che ha pesato sulla società come il “peccato originale” sul mondo cattolico.
Nel mentre la società nasceva gli amministratori dell’epoca affidando la gestione dei rifiuti ad un’altra Società la “SETA”, depotenziavano di fatto la Multiservizi ponendola al ribasso sul mercato, e nel frattempo questa aveva un socio più sfessato della società stessa, che si occupava della gestione del verde pubblico, parcheggi, degli impiantio sportivi e dell’affissione, servizi del tutto inadeguati ad una SpA, sarebbe bastata una cooperativa. Ora però la questione sembra essere penale, si tratta solo di stabilire se è Bancarotta o Bancarotta fraudolenta e se c’è altro. Purtroppo all’epoca POLITICAdeMENTE ebbe a fare qualche rilievo circa la Multiservizi, ritenendo innanzitutto che in quella società mancava un indirizzo strategico che ne caratterizzasse il suo valore, poi che non era affatto opportuno che la Commissaria Prefettizia procedesse ad un mese dalle elezioni di ballottaggio alla liquidazione della Multiservizi, anzichè ripianare il bilancio atteso che il maggiore debitore della Multiservizi era proprio il Comune, e se il Comune avesse pagato i sui debiti la società sarebbe fallità? Questo è un interrogativo che vale un miliardo di dollari, ma vale anche a fare chiarezza e a sottolineare come si fu rinunciatari rispetto a quella Società, che andava sicuramente messa sotto controllo, ma che comunque non era mai stata messa in condizione di poter competere con il mercato. Di chi le responsabilià? di chi le colpe? Ed è così che si bruciano i sldi del “compare”.
Eboli, 26 ottobre 2017
Temo che un ciclone giudiziario si abbatterà con molti filoni, su Eboli.
I prossimi mesi potranno essere chiarificatori su questo.