Maurizio Landini (Cgil) a Battipaglia: La Sindaca Cecilia Francese interviene e lo ringrazia.
La manifestazione della CGIL con Landini, l’ultimo dei sindacalisti, è l’occasione per la Sindaca di Battipaglia Francese per effettuare un’attenta e approfondita disamina economica e politica di quello che era la realtà produttiva e sociale di una di quelle Città più attive del mezzogiorno e del Paese non trascurando anche le sue vicissitudini.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
BATTIPAGLIA – Maurizio Landini, il Leader della CGIL è stato a Battipaglia. E sembra che la Sindaca Cecilia Francese sia rimasta “colpita” e nel contempo affascinata dalla passione, dal rigore, dalla serietà e dalla sua competenza, che “l’ultimo dei sindacalisti” mette nei suoi interventi e nelle rivendicazioni, ma anche della capacità espositiva oltre che della bravura con la quale esercita il suo ruolo: quello di sindacalista. Ruolo che oggettivamente è difficile ritrovare sia nei vari rappresentanti sindacali che nei sindacati stessi. Ruolo che Landini svolge quotidianamente, facendoci ancora più incazzare pensando a tutti gli altri sindacalisti ai vari livelli impegnati, i quali oltre a non rappresentare più nessuno vengono considerati come una “casta” attenti più alla conservazione di un ruolo e di alcuni privilegi che a difendere e sostenere i lavoratori e il lavoro in tutte le sue forme.
La manifestazione della CGIL con Landini, l’ultimo dei sindacalisti, è sta l’occasione per la Sindaca di Battipaglia Francese per sviluppare un’attenta e approfondita disamina economica e politica, di quella che era la realtà produttiva e sociale tra le Città più attive del mezzogiorno e del Paese non trascurando anche le sue vicissitudini politiche e amministrative che inevitabilmente l’hanno trascinata in diverse avventure, non ultima quella del lunghissimo commissariamento straordinario per scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche. La Sindaca ne è rimasta così colpita che ha ritenuto opportuno di ringraziarlo, ritenendo, evidentemente, che Landini svolga bene il suo ruolo, ma anche perché, l’occasione del riconoscimento di Battipaglia tra le tre Aree di crisi industriali complesse in Campania, e un suo coinvolgimento rappresenta una garanzia di investimenti ponderati e proficui. E Cecilia Francese da donna non ha saputo trattenere la sua gratitudine mista all’ammirazione consegnando un intervento che integralmente si pubblica qui di seguito.
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«Voglio innanzitutto ringraziare la CGIL per avere organizzato questo importantissimo appuntamento qui a Battipaglia. Voglio anche ringraziare questo sindacato per l’attenzione e la disponibilità con le quali sta seguendo la mia esperienza amministrativa iniziata a luglio del 2016.
E saluto con grande piacere e lo ringrazio per la presenza qui questa mattina Maurizio Landini, una delle figure più stimate e amate del mondo sindacale italiano.
Dico subito che i miei saluti non saranno saluti formali, un po’ perché non è mia abitudine (anzi io sono convinta che saluti ad un incontro di questo livello non possano non andare nel merito delle questioni da trattare) un po’ perché credo che se la CGIL ha scelto questa città per l’incontro dei lavoratori con uno dei loro massimi esponenti, sia dovuto anche a ciò che Battipaglia ha rappresentato fino ad ieri allorquando era uno dei principali poli industriali del Mezzogiorno d’Italia e ciò che rappresenta oggi quale esempio della devastazione e desertificazione industriale che ha rappresentato la crisi economica dell’ultimo decennio in tante città italiane specialmente nel mezzogiorno dove già storicamente più debole era il tessuto economico.Sul terreno turistico per la grandezza e la bellezza della nostra fascia costiera di oltre 20km da troppo tempo lasciata a se stessa in una sorta di anarchia gestionale.
Sul terreno della importanza storica e della ricchezza culturale: questa è l’area dove nell’antichità si sono incrociate ed alternate 4 grandi culture: quella Lucana, quella Etrusca, quella Greca e quella Romana. Culture di cui rimangono testimonianze famose in tutto il mondo a partire dai templi di Paestum.
Ma questa è anche l’area che ha visto grandi eventi a volte tragici: penso alla operazione Avalanche con lo sbarco degli alleati che avvenne alla foce del Fiume Sele; penso alle grandi lotte per la riforma agraria che hanno visto il riconoscimento del diritto alla terra da parte di chi la lavorava e l’abbattimento della cultura del latifondo con l’affermazione di una classe politica e sindacale che ha scritto pagine importantissime anche a livello nazionale; penso ai moti del 1969 a Battipaglia, del 1974 a Eboli del 1977 a Serre.
Un’area ricca di potenzialità e di storia quindi. A cui va aggiunta una peculiarità proprio di Battipaglia: un tessuto industriale ricchissimo, che come ricordavo prima ha fatto della Battipaglia degli anni 70 e 80 una delle 100 città italiane più importanti dal punto di vista del dinamismo economico ed uno dei poli industriali più importanti del Sud Italia.
Poi la crisi, terribile, devastante. Le grandi responsabilità delle classi politiche locali e sovracomunali. Lo scioglimento, addirittura, del Consiglio Comunale per sospetta infiltrazione camorristica lo stato di pre dissesto in cui versa il Comune da cinque anni.
Nel 2015 il tasso di disoccupazione della nostra città era del 17,8% ben oltre la media Salernitana che pure fra il 2007 ed il 2014 era precipitata dal 12,2% al 16,6% siamo al 60° posto in provincia per la disoccupazione più alta. Così come siamo al 26° posto per il reddito medio precipitato a 9.890,00 euro pro capite, in Provincia siamo a più del doppio.
È stato letteralmente desertificato il tessuto industriale nostro che vedeva fabbriche storiche ed all’avanguardia: chiude l’Alcatel, chiude la Paif, la Temopaif, la BTP Tecno e altre. Un elenco tragico che fra disoccupati e cassaintegrati di lunga durata ha sconvolto la vita di oltre 1000 famiglie di Battipaglia e città limitrofe senza contare le ricadute sull’indotto.
Le conseguenze sociali sono allarmanti la popolazione invecchia (l’età media è di 42,1 anni in crescita) a fronte di un processo migratorio che è ripreso vigorosamente negli ultimi anni: nel 2003 partivano 895 persone, nel 2010 partivano 1007 persone, nel 2016 sono emigrati 1.080 persone per la maggior parte giovani spesso laureati per formare i quali la comunità, le famiglie, hanno speso grosse somme. Il saldo demografico naturale che fino a al 2010 è sempre stato positivo (nel 2010 nascevano 462 battipagliesi e morivano 389 persone) è divenuto negativo e nel 2016 a fronte di 401 nascite vi sono state 439 decessi.
In totale la popolazione cala. Di poco ma cala. Nel 2010 eravamo 51.133, il 2016 si è chiuso con 50.833 abitanti, e se non c’è il crollo questo è dovuto agli immigrati provenienti in particolare dalla Romania e dal Marocco. Nel 2010 si registravano all’anagrafe del Comune 1104 immigrati, nel 2016 sono stati 1215.
Noi ci siamo insediati nel luglio 2016 e la prima battaglia su cui ci siamo impegnati in accordo col sindacato è stato il riconoscimento di questa area come area di crisi industriale. L’Agro Nocerino Sarnese è riconosciuta come area di crisi ormai da 3/4 anni. Qui dove contiamo morti e feriti nulla. Ce l’abbiamo fatta, anche se stranamente hanno inserito Battipaglia, inizialmente messa fuori, ma hanno tenuto fuori gli altri centri della Piana. Ma è un inizio e noi così l’abbiamo vissuto.
Ora attendiamo l’ufficialità dell’inserimento nell’area di crisi complessa. Sapendo che nel mezzogiorno sono poche queste realtà.
Abbiamo poi cercato di chiudere la vicenda ASI, perché la nostra area industriale è gestita da questo vecchio strumento del Consorzio con un appesantimento burocratico e di costi per le imprese che scappano piuttosto che venire ad investire. Una querelle che si trascina ormai da sei anni su cui una incomprensibile sentenza del Consiglio di Stato che ha rivisto precedenti sue posizioni ha contribuito ad ingarbugliare la vicenda.
Noi vogliamo consentire a chi vuole investire a Battipaglia di poterlo fare con tempi certi e senza appesantimenti economici e burocratici. Chiediamo alla CGIL di starci vicina in questa vicenda anche con i suoi esperti. Noi stiamo studiando cosa fare dopo quella sentenza per evitare che imprese che hanno avuto le autorizzazioni e si sono anche insediate si trovino in condizioni di dover chiudere. Sarebbe il disastro.
C’è quindi un grandissimo terreno di confronto e di dibattito. Un terreno sul quale da troppo tempo la politica e le istituzioni locali e sovracomunali sono rimaste senza voce. Anche per questo ringrazio la CGIL, ringrazio Maurizio Landini, finalmente si riaccendono i riflettori sulla industria nella Provincia di Salerno e per quanto più ci riguarda sulla realtà industriale della Piana del Sele e della città di Battipaglia in particolare.
Battipaglia, 25 ottobre 2017