Da Napoli e Salerno i salviniani chiedono un referendum anche per la Campania. Ma la Lega rispolvera il “Carroccio” e ridiventa “Scorpione”.
Il referendum passa in Lombardia e Veneto. Come dice quel detto “A veder cagare viene voglia”, i salviniani di Salerno e Napoli chiedono il Referendum. Zaia chiede l’autonomia finanziaria e i 9/10 delle entrate fiscali, e va a mare il federalismo solidale e va a mare il progetto della “Lega dei Popoli”.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
SALERNO – “I risultati ottenuti dal referendum in Veneto e Lombardia per rendere le regioni autonome potrebbe essere un punto di inizio per la Campania“. Lo sostiene il segretario provinciale di “Noi con Salvini” Salerno, Mariano Falcone, che fa proprie le dichiarazioni di Gianluca Cantalamessa, coordinatore regionale del Movimento. Falcone sostiene dunque che una maggior autonomia per la nostra regione consentirebbe di gestire in totale libertà le questioni che, ormai da tempo, attanagliano il salernitano e più in generale la Campania.
“I risultati ottenuti in Veneto e Lombardia stanno dando un segnale molto forte. Sostengo fortemente le dichiarazioni di Gianluca Cantalamessa circa l’idea di un referendum anche per la nostra regione”, dichiara Falcone che si dice pronto a lottare affinchè la Campania diventi una regione autonoma che, specifica Falcone rilanciando le parole di Cantalamessa “nulla ha a che vedere con la secessione ma, anzi, è previsto dalla Costituzione”.
In Lombardia e Veneto, le due Regioni governate dalla Lega, sebbene abbia vinto il “Sì” per il momento non cambierà niente, infatti non avranno subito più autonomia e non si aggiungeranno alle cinque Regioni a statuto speciale esistenti: Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Sicilia, Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta; Perché il referendum, è consultivo, non vincolante, ma nonostante tutto non si può trascurare un suo valore politico. Un valore che darà più potere contrattuale a quel tavolo delle trattative che inevitabilmente si è imbandito con il governo, sul quale vi è una richiesta sempre più incalzante di ottenere una maggiore autonomia nei limiti del dettato costituzionale. Ma, sia per Roberto Maroni che per Luca Zaia, l’argomento che più è stato utilizzato dal Carroccio a fini propagantistici è stato quello dell’autonomia fiscale, ben sapendo che questo argomento non fosse affatto compreso tra le 23 materie di contrattazione previste dalla Costituzione.
Eppure, nonostante tutto, la prima cosa che ha richiesto Zaia dopo il risultato, è stata proprio quella di chiedere al governo di voler i 9/10 delle risorse finanziare provenienti dalle Tasse, accantonando subito quel principio solidale ispirato dalla Costituzione. È il caso di dire che: “Il lupo perde il pelo ma non il vizio“; È il caso anche di sottolineare come in un battibaleno la Lega, rispolvera il vecchio “Carroccio” e le sue politiche “nordiste” e abbandona quella sua nuova veste che attraverso “Noi con Salvini”, cercava di ottenere consensi nel Mezzogiorno, ridiventando nuovamente “Scorpione”, pronto a pungere mortalmente anche a chi si chiede aiuto.
Ma è il caso anche ricordare quell’altro detto, un po’ meno nobile che recita: “A veder cagare viene la voglia“; e così subito i leader del Movimento “Noi con Salvini” hanno chiesto un referendum anche in Campania, buttando a mare quel principio solidale che il legislatore ha voluto introdurre nella Costituzione, per effetto del quale lo Stato redistribuisce quelle differenze alle Regioni più bisognose, e così quello che per anni si è cercato di evitare con l’abbattimento di questo principio, con queste richieste si abbatte anche la così detta “legislazione concorrente”, che altri non era che una gestione delle Regioni in “condominio” con lo Stato.
Oggettivamente si ritiene che questo Referendum si è voluto più a fini propagandistici che per altro, proprio per dare una botta decisiva al malcontento che in quelle regioni serpeggia, anche perché il Referendum non è obbligatorio, tant’è che la Regione Emilia e Romagna ha attivato un tavolo di discussione con lo Stato senza il Referendum, e quindi per Matteo Salvini se: da una parte gli consente di cavalcare il risultato e prendere più voti in queste due Regioni e magari in quelle vicine; dall’altra impoverisce quel progetto della “Lega dei Popoli” e l’occasione di poter diventare un Partito Nazionale e ottenere dei consensi organizzati e politicamente convinti in tutto il Paese. Insomma ci ritroviamo punto e a capo, con un vento che viene dalla Catalogna spira maliziosamente anche nella così della “Padania”, complicando le cose più del dovuto, ma offrendoci la certezza che questo Paese per come si presenta il futuro è sempre più sfortunato.
Salerno, 24 ottobre 2017