Il M5S e le politiche agricole in Campania: De Luca mente agli agricoltori. La Campania ultima degli ultimi.
Dal Report trimestrale del Ministero la Campania è ultima. Cammarano (M5S): “La smania di dover spendere velocemente tutto il denaro a disposizione incide per forza di cose sulla qualità dei progetti. De Luca parla infatti di tecnologie, macchinari, beni immobili ma non menziona l’occupazione agricola”.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
NAPOLI – «Riteniamo offensivo il modo in cui il governatore De Luca pensa di abbindolare gli agricoltori campani alludendo a di fiumi di soldi, a milioni di euro e ingenti investimenti dimenticando però la realtà dei fatti”. Dure le parole del Consigliere Regionale Michele Cammarano segretario della Commissione Agricoltura – il Ministero delle Politiche Agricole certifica nell’ultimo report trimestrale che la Campania è l’ultima delle regioni meno sviluppate, ultima degli ultimi, con uno stato di avanzamento del programma rurale al 5,3%. Ma non solo. “La smania di dover spendere velocemente tutto il denaro a disposizione incide per forza di cose sulla qualità dei progetti. De Luca parla infatti di tecnologie, macchinari, beni immobili ma non menziona l’occupazione agricola. E’ molto più facile e veloce rendicontare la spesa – continua Cammarano – con l’acquisto di un trattore piuttosto che con nuove assunzioni. Siamo fra gli ultimi in Italia anche nell’agricoltura biologica, settore che rappresenta l’indice di qualità del settore primario, nonostante i fondi messi a disposizione dall’Europa ma malamente erogati dalla regione Campania”.
Rispetto poi ai fondi destinati alla prevenzione degli incendi, mai stanziati, con le conseguenze ormai cronaca degli ultimi tempi, Cammarano dice: “Il nostro governatore dimostra ancora una volta di non conoscere il problema dell’agricoltura campana che non è unicamente legato al semplicistico concetto di spendere quanto più possibile, ma più legato ad una tutela ed un presidio reale del territorio, delle coltivazioni e dei valori agricoli. Anche senza accedere ai fondi europei la stragrande maggioranza di piccoli agricoltori – e conclude – insieme al territorio che presidiano, sono un valore da salvaguardare, magari con più idee e meno finanziamenti indiscriminati”.
Napoli, 13 settembre 2017