Colpo di scena ma non troppo. Il capogruppo di Etica Cappuccio, come Gastone di Petrolini, si dichiara indipendente ma si “dispiace”.
Cappuccio: «Apriamo alle forze democratiche della città. E’ ora e tempo di ricoprire un ruolo fondamentale sullo scacchiere regionale. Abbiamo bisogno di portare la nostra cornice di valori in un orizzonte più ampio, democratico e istituzionale». Un’apertura alla “filiera istituzionale” interpretata in Campania da De Luca?
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
BATTIPAGLIA – Cambio di passo in maggioranza per il capogruppo di Etica per il Buongoverno, Roberto Cappuccio, dopo aver dichiarato la propria indipendenza dal gruppo che lo ha eletto consigliere, il quale con la,sua indipendenza ha l’intenzione di aprire alle forze democratiche evidenziando la necessità di instaurare «rapporti politici che abbiano un respiro più ampio, democratico e istituzionale».
«Abbiamo la possibilità e il dovere di aprire una nuova fase politica e amministrativa. – scrive nella nota stampa l'”ex capogruppo” di Etica Cappuccio – Dobbiamo offrire la possibilità di ridare fiducia e speranza ad una comunità che si presenta ai nostri occhi frammentata e mortificata. Abbiamo costruito il progetto di Etica con questi presupposti. Abbiamo costruito una lista, la nostra lista, – prosegue Cappuccio – fuori dalle logiche di potere, alternativi e distanti a chi negli anni ha tenuto la città sotto attacco, svilendo le istituzioni, bloccando lo sviluppo e il futuro della città. Cecilia Francese ha avuto e ha la forza e l’energia per rappresentare un’altra città, – prosegue Cappuccio – la città vera, fondata sul lavoro e che si è fatta da sé senza favoritismi. Cecilia rappresenta la rottura di equilibri che soffocano la città.
L’anno che è passato – prosegue ancora Cappuccio – ci ha mostrato come sia difficile la prova del governo e quanto sia difficile lo scontro che stiamo sostenendo tra una visione del futuro della città basata sulle regole e una visione, la solita, basata sulla menzogna e la brutalità. –
Battipaglia necessita di una politica che cambi passo aprendo alle forze democratiche e costruttive. – sottolinea l’ “ex Capogruppo” di Etica – E’ ora e tempo di ricoprire un ruolo fondamentale sullo scacchiere regionale. E questo non è la solita banalità. La sfida della riqualificazione del territorio, della rigenerazione urbana, dei servizi alla persona, dalla disabilità alla povertà, dell’occupazione, dell’utilizzo qualificato dei fondi comunitari, è la nostra sfida.
Per questo – continua la nota di Cappuccio – ritengo che solo nel circuito delle istituzioni, nel dialogo costante con lo Stato, in una prospettiva democratica e riformatrice, si possano concretizzare le idee che ci hanno portato a vincere le elezioni e che hanno portato Cecilia a diventare Sindaco. La sindaca va messa in condizione di poter svolgere al meglio la sua funzione, di poter guidare con piene risorse, materiali e immateriali, la nostra città.
Pertanto, – Cappuccio chiarisce la sua presa di posizione politica – la mia dichiarazione di indipendenza è orientata a questo. Proprio per questo sono convinto che non possiamo rimanere cosi come siamo. Da soli non bastiamo. – conclude la sua nota politica, critica, riflessiva e provocatoria Roberto Cappuccio, rispetto al quadro politico attuale che sembra essere statico, avendo i Partiti assunto un ruolo defilato e subalterno – Abbiamo bisogno di portare la nostra cornice di valori in un orizzonte più ampio, democratico e istituzionale».
La dichiarazione di Cappuccio subito ha avuto una sua prima “interpretazione” positiva da Vincenzo Inverso coordinatore provinciale dei Centristi per l’Europa: «Il gesto di grande responsabilità e realismo amministrativo, del Consigliere Cappuccio, – per Inverso – non va lasciato cadere nel vuoto. Bene il suo richiamo alle istituzioni e il suo appello alle forze democratiche e riformiste a cui la nostra Città deve essere al più presto collegata a tutti i livelli di partecipazione politica. – Conclude Inverso rivolgendosi direttamente alla Francese – La Sindaca ne faccia tesoro».
Oggettivamente, a fronte del documento di indipendenza e analizzandone i contenuti, indipendentemente dai toni pacati e riguardosi di Cappuccio nei confronti della Sindaca Francese, sembrerebbe che “qualcuno” gli abbia chiesto un “sacrificio”, al quale a malincuore ha aderito, utile a raggiungere un obiettivo più importante, convinto ma non troppo tanto da utilizzare la stessa carta intestata di Etica, obiettivo che al contrario poteva essere comunque perseguito dall’intero Movimento Politico di Etica per il Buongoverno, piuttosto che portato avanti dal mite Cappuccio, che in soldoni, pur dispiacendosi di dichiararsi indipendente, lo ha dovuto fare per un bene superiore, e dichiarandosi “indipendente” amico non rompe quel cordone ombelicale che lo lega alla sua casa madre, ma che vorrebbe navigare per altri lidi probabilmente traghettando anche la sua Etica.
E quale sarebbe questo bene superiore?
Sempre interpretando le volontà di Cappuccio, sarebbe innanzitutto intessere nuovi rapporti con altri soggetti politici, non trascurando i collegamenti sovracomunali, quelli “istituzionali” che rientrerebbero in quel nuovo filone al quale tutti fanno riferimento, della così detta “Filiera Istituzionale“, che altri non è se non il collegamento con chi governa in Provincia, in Regione, a livello Nazionale, convinti come si è, che appunto in quella continuità (filiera) vi sia la risoluzione di tutti i problemi che i singoli comuni hanno e che a giudizio dei più, appartenendo a quella “filiera” si vedrebbero esauditi di ogni richiesta.
Insomma sembrerebbe che Cappuccio abbia voluto dire, lanciandosi in avanscoperta, che il futuro che si intravede è in quella “filiera” che da noi in Campania si riferisce a De Luca, il quale ovviamente, riesce in ogni congresso a prevalere con ampie maggioranze, ma che poi puntualmente, quando si arriva ad una scadenza elettorale, si diversifica per una parte e si organizza per se e il suo gruppo, mandando alle ortiche il PD e i suoi alleati, ma gestendo poi il potere in maniera assolutistica.
Il Grande Ettore Petrolini faceva cantare al suo Gastone: “Son contento di morire ma mi dispiace, mi dispiace di morire ma son contento“. E quella di Cappuccio sembrerebbe una parafrasi della famosa e straordinaria macchietta di Petrolini e calzandola alla circostanza si riscriverebbe: “Son contento di dimettermi ma mi dispiace. Mi dispiace di dimettermi ma son contento“. Mostrando un concetto politico “esoterico” prezioso, descrivendo, come nella filastrocca che Petrolini affida a Gastone, quella lotta: tra l’attaccamento e l’imperturbabilità; la dedizione fedele e il dovere dell’abbandono; e ancora tra la possessività e la beatitudine: insomma una visione della politica decisamente taoista, che si muove in un modo che non si approva ma che procura una reazione sia pure dolorosa, diversa ma necessaria e per questo accettata.
Battipaglia, 30 agosto 2017