Un accordo a perdere tra l’Alto Calore Servizi SpA e Aquedotto Pugliese per il M5S: occorre fare chiarezza.
Mentre si stanno spartendo l’acqua, emerge come condizione indispensabile come sia irrinunciabile una politica seria delle acque che miri oltre che alla salvaguardia, alla tutela, alla conservazione e alla corretta gestione, non escludendo una legislazione mondiale riconoscendo il suo valore inestimabile e non negoziabile.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
NAPOLI – POLITICAdeMENTE, questo Blog, ha aderito dal primo momento alla CAMPAGNA NAZIONALE “SALVA L’ACQUA”, contro la privatizzazione della gestione della risorsa ACQUA, regolata da una Legge voluta ed approvata dal Governo Berlusconi, ma evidentemente condivisa da tutti perché ritenuta sia motivo di uno dei più grandi business del terzo millennio.
La ragione dell’adesione di POLITICAdeMENTE? perché si ritiene che la risorsa ACQUA non sia un bene negoziabile e quindi non soggetto a manovre speculative, e perché si ritiene inoltre, che una legislazione Mondiale sia indispensabile per proteggere questa risorsa eccezionale, per gestirla e renderne fruibile a tutti l’utilizzo in maniera razionale, evitando nel contempo lo sperpero.
Le politiche scellerate adottate fino a questo momento da tutti i Paesi renderanno in un prossimo futuro questa risorsa estremamente preziosa tanto preziosa che riproporrà scenari da “Guerre del Fuoco”. Quel futuro è prossimo. e’ dietro l’angolo e si presenta con tutta la sua drammaticità: in primis perché le politiche legate all’acqua non possono essere demandate alle Regioni; in secundis, perché le politiche dell’acqua vengono intese come gestione, cioè come chi deve aprire il “rubinetto” trascurando tutta la parte che dal “rubinetto” risale all’ambiente e alla magia della natura che generosamente provvede a rifornire le nostre sorgenti, i torrenti, i fiumi, i laghi, il mare.
E tornando all’accordo che ovviamente tende ad erogare più acqua all‘acquedotto Pugliese che serve circa 5 milioni di utenti, è evidente che non si può essere d’accordo come evidenziano il consigliere Regionale pentastellato Cammarano e la consigliera Maio, soffermandosi sul numero di metri d’acqua e sulla contrapposizione tra chi può farsi la doccia e chi invece deve aspettare determinati momenti per farsela, ci dispiace rilevare come ancora una volta si “guarda il dito e non la Luna” e come si è lontani dall’affrontare le questioni politiche con la dovuta perizia di chi conosce gli argomenti e pone sul tavolo delle proposte e delle risoluzioni praticabili.
«Non possiamo dirci soddisfatti dell’intesa sulle risorse idriche raggiunta ieri a Caserta tra Acquedotto pugliese e Alto Calore Servizi, che prevede condizioni di favore a vantaggio della Puglia e penalizza ancora la Campania. – Scrive il Consigliere Regionale del M5S Michele Cammarano – Possiamo testimoniare direttamente che mentre l’Ente pugliese era rappresentato all’incontro da ben quattro dirigenti, per Alto Calore c’era un solo rappresentante. L’accordo raggiunto, ossia 850 litri garantiti a Sannio e Irpinia e 120 litri al secondo in più ad Acquedotto pugliese, ha un valore meramente temporaneo: solo sessanta giorni. Dopodichè la situazione tornerà quella precedente, ossia si tornerà ai termini dello scelleratissimo Accordo interregionale siglato nel luglio 2012 tra Campania e Puglia, che destina solo la decima parte della risorsa prodotta in Irpinia ai Comuni serviti da Alto Calore”. Dichiarazioni dure quelle del Consigliere Regionale del M5S Michele Cammarano che con Francesca Maio, consigliere comunale di San Giorgio del Sannio, presenti all’incontro tenutosi ieri a Caserta presso la sede dell’Autorità di bacino.
“Non è in discussione la solidarietà tra territori, nessuno vuole assetare la Puglia. Ma che a Monopoli ci si possa fare la doccia a qualunque ora del giorno mentre a Cassano irpino, a pochi metri dalle ricchissime sorgenti, si resti senz’acqua, questo non possiamo più tollerarlo” – proseguono nell’affondo i due esponenti del M5S, che aggiungono – E il problema non riguarda solo le forniture idriche domestiche. Il dissennato criterio di ripartizione delle risorse fa sì che si stia drammaticamente erodendo la quota idrica destinata al deflusso minimo vitale dei fiumi. Il Calore è ridotto a un rigagnolo e in alcuni punti è addirittura scomparso a poche centinaia di metri dalla sorgente.
«E anche su questo fronte, – ha aggiunto. la Consigliera comunale di San Giorgio del Sannio Francesca Maio – l’intesa raggiunta ieri a Caserta non soltanto non migliora le cose ma addirittura le aggrava in quanto prevede che i 120 litri al secondo in più destinati alla Puglia vengano sottratti al fiume, così come i 20 litri al secondo aggiuntivi previsti per Alto Calore. Una autentica follia, perchè la compromissione dell’ecosistema fluviale comporta danni gravissimi. Eppure tanto è accaduto, con l’avallo complice dell’Autorità di Bacino» .
«Ben venga il miglioramento temporaneo previsto dalla nuova intesa. – conclude il Consigliere regionale Michele Cammarano – Ma che non lo si spacci per una conquista epocale né per una prova di capacità gestionale. Proprio non ce ne sono le condizioni. Come MoVimento 5 Stelle presenteremo una richiesta di incontro con le parti e una richiesta di accesso agli atti sia per i vecchi accordi, che per quelli di questi giorni, per far luce su tutte queste criticità».
Si comprende come sarebbe stato necessario ed utile acquisire prima gli atti e poi evidentemente aprire ed affrontare la questione della gestione dell’acqua. Premettendo che dai siti istituzionali di entrambi gli Enti che si stanno spartendo l’acqua non vi è traccia dell’accordo, ma non vi è traccia di programmi che dovrebbero più che utilizzare l’acqua, pensare a come preservarla, conservala e proteggerla dal quotidiano uso ed abuso di questa straordinaria risorsa primaria.
Di qui ovviamente ci riportiamo al peccato originale, alla mancata politica della valorizzazione, salvaguardia, gestione ed utilizzo dell’acqua, cosa che ci riconduce ad altri Enti incapaci e inutili come i Consorzi agrari. E se prendiamo atto che i nostri corsi d’acqua, siano essi Fiumi piccoli, medi o grandi non vengono dragati nei loro fondali, così come gli argini non vengono preservati da opere di contenimento continue e lungo il loro corso non si rallentano le acque con la creazione di invasi si comprende come l’acqua scorre a mare e spesso la loro forza genera allagamenti, alluvioni, disastri. Lo stesso dicasi per i corsi d’acqua minori: i ruscelli e quelli a carattere torrentizio; i primi si perdono non avendo più un loro letto, i secondi portando a valle detriti, pietre e rocce non ritrovando il loro alveo naturale, tracimano con le grandi piogge e scompaiono durante l’estate nascosti sotto un letto di pietre non svolgendo più il loro ruolo di raccogliere le acque piovane incanalarle e portarle a valle in immissione ad altri corsi d’acqua o fiumi. Ne consegue che una politica delle acque non può prescindere da una corretta politica di salvaguardia del suolo.
Così come una politica delle acque non può non tener conto che le nostre reti idriche sono vecchie di almeno 40 anni e una delle cause di maggiore dispendio di acqua potabile è proprio la loro vetustà. Non parliamo della raccolta delle acque reflue e delle fogne, queste ultime nemmeno sono presenti in tantissime città lasciando immaginare le conseguenze, si comprende come siamo messi male, talmente male che i nostri amministratori, a prescindere dalla loro collocazione politica, si scannano per finanziare feste “per valorizzare territori ed esaltare le tipicità” ma nessuno si interessa di realizzare qualche fogna e revisionare oltre che la rete idrica tutti i sottoservizi. Non parliamo dell‘eco-edilizia, perché non incentivarla pensando delle premialità per chi la attua? Perché non pensare di realizzare nei condomini vasche di raccolta delle acque piovane da utilizzare per i servizi secondari? Ma ovviamente staremo ad ore per indicare le tante strade che conducono alle politiche corrette della gestione dell’acqua e per questo suggeriamo di indirizzare le proteste non sui litri da erogare ma su ben altre questioni, a nostro avviso vitali e che non possono più attendere.
Napoli, 19 agosto 2017