Con l’accordo Sarraj-Haftar la Francia di Macron incassa un successo diplomatico e si “impossessa” della Libia. L’Italia: Uno schiaffo.
E l’Italia all’angolo discute di Jus soli, Viaccinazioni, Vitalizi, Ong e ci inondano di immigrati. Con l’accordo sulla Libia per Tofalo (M5S): “Un violento schiaffo della Francia di Macron all’Italietta del PD“.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
ROMA – «La causa della pace in Libia ha fatto un grande progresso. Voglio ringraziarvi per gli sforzi fatti». Questa è stata la dichiarazione finale che ha sigillato il successo internazionale, a sorpresa, incassato dal Presidente francese Macron per l’accordo raggiunto sulla stabilizzazione politica della Libia. Accordo che sembra essere stato “suggerito” perchè giunto all’indomani dell’incontro di Macron con Donald Trump, e che se dovesse risultare vero, sarebbe un nuovo giorno anche per le relazioni Francia-USA.
Il vertice sulla Libia organizzato a Parigi si è concluso con uno storico accordo. Il presidente francese Emmanuel Macron ha ottime ragioni per esultare, specie per allinearsi al gradimento con i suoi connazionali, avendo riscontrato un pauroso calo di consensi dalle ultime elezioni francesi ad oggi. Con questo vertice e con l’accordo raggiunto, che prevede la deposizione delle armi tra i due rivali, uomini simbolo della Libia: il presidente del Consiglio presidenziale di Tripoli, Fayez Sarraj; e il comandante dell’Esercito nazionale libico Khalifa Haftar; Macron segna un punto a suo favore, ma lo fa a spese dell’Italia che al contrario si incarta sullo Jus Soli, sulla vaccinazione obbligatoria, sui vitalizi dei Parlamentari, e sulle Ong che incessantemente fanno da ponte tra i porti libici e quelli italiani scaricando migliaia di migranti.
Nel castello di La Celle-Saint-Cloud, Sarraj e Haftar hanno adottato una dichiarazione congiunta che riporta la speranza sull’avvenire del Paese. Due i punti principali e cardine dell’accordo: il cessate il fuoco e le elezioni politiche; L’ultima volta che i libici hanno votato è stato nel 2014 e tra l’altro non sono state affatto delle consultazioni tranquille.
Ora si spera che l’area si stabilizzi e che si riesca anche a fermare il fiume di immigrati, ma specialmente le organizzazioni criminali che gestiscono questo traffico, e sempre se alle dichiarazioni seguano i fatti che si rispetti e terminino anche le tensioni tra le due regioni della Libia: La Tripolitania e la Cirenaica, laddove comandano rispettivamente Sarraj e Haftar; oltre le milizie armate e le tribù che ormai sembrano essere fuori controllo, ma che con i mutevoli e immediati cambi di alleanze impediscono se ne possa prevedere le mosse e porre fine al disordine armato, agiscono indisturbati i trafficanti di essere umani.
Sullo sfondo della lotta tra Haftar e Serraj che si spera finisca, come al solito ci sono i grandi interessi legati al petrolio ed i grandi interessi delle super Potenze che mirano al controllo geo-politico della regione. E se Serraj puó vantare l’appoggio di Egitto, Emirati Arabi e quello sempre piú crescente della Russia, il Generale Haftar con la gestione del petrolio in Cirenaica fa soldi e non si presenta facile una risoluzione indolore. In questo scenario l’Italia assume di botto un ruolo secondario e marginale in un’area e in Libia con la quale aveva sempre tenuto ottime relazioni. La prova è stata proprio quella che non via sia stata una delegazione italiana a Parigi.
Tutte circostanze che hanno indotto il Parlamentare Angelo Tofalo del Movimento 5 Stelle, membro della Commissione Parlamentare Difesa a rilasciare una nota politica che sottolinea quanto sia stato irrilevante il ruolo dell’Italia in questa circostanza e quanto sia stata assente ogni forma di politica e di relazioni politiche internazionali del Governo.
«Ieri – ha dichiarato il deputato Angelo Tofalo del M5S membro della Commissione Difesa – nel castello di La Celle Saint Cloud, alle porte di Parigi, con il presidente francese Emmanuel Macron ci sarà il faccia a faccia tra il presidente del Consiglio presidenziale di Tripoli Fayez Sarraj e il comandante dell’Esercito nazionale libico Khalifa Haftar.
Più volte – ha aggiunto Tofalo – ho detto che la Libia, per l’Italia, è Sicurezza Nazionale. Lo dichiarai in aula il 17 gennaio 2017 e lo ribadirono diversi miei colleghi tra cui, più di recente, il Vicepresidente della Camera Luigi Di Maio. Il 2 febbraio 2017, con il collega Manlio Di Stefano, – continua Tofalo – suggerimmo al governo di intraprendere un’iniziativa importante a Roma dove invitare tutti gli attori libici, Sarraj, Ghwail, al-Thani, Haftar, i Sindaci ed altri capi tribù. Con una conferenza internazionale con i leader libici a Roma avremmo rimesso l’Italia nella posizione che merita.
Il nostro Paese, infatti, – prosegue Tofalo – storicamente amico e alleato strategico della Libia (petrolio, sicurezza e gestione dei migranti), viene ora percepito non più come un interlocutore di pace, ma come la “potenza estera” che cerca di imporre un nome dall’alto, una specie di invasore.
Roma sarebbe potuta essere la sede di una conferenza internazionale – continua Tofalo – per riunire davvero tutti intorno a un tavolo. Un dialogo che, come sosteniamo da tempo, avrebbe dovuto dare un ruolo prioritario alle autorità locali presenti nel paese, nel rispetto di due principi per noi sacri, quello di autodeterminazione dei popoli e quello di non ingerenza negli affari interni di uno Stato.
La Libia rappresentava e rappresenta per noi un tema di Sicurezza Nazionale. A rischio c’è la vita dei nostri connazionali, i nostri interessi strategici e il futuro equilibrio del Mediterraneo. Oggi la Francia di Macron ci dà una schiaffo fortissimo. Fallimentare – conclude Tofalo – la nostra politica estera, fallimentare l’azione di Renzi, Gentiloni, Minniti ed Alfano».
Salerno, 26 luglio 2017