Alle donazioni di organi corrisponde un mercato crescente illegale e fortemente remunerativo per le organizzazioni malavitose che lo gestiscono.
A rilevarlo è Francesco Virtuoso che oltre a lanciare l’allarme per il crescente business del traffico di organi ne analizza la portata, soprattutto rispetto a donne e bambini migranti, specie questi ultimi non accompagnati, dei quali se ne sono perse le tracce.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
SALERNO – Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’intervento del Sig. Francesco Virtuoso, che interviene a margine dell’articolo dal titolo: “Donazione Organi: I cittadini sollecitano, la Sindaca risponde”; pubblicato sulla pagina di Battipaglia, offrendo degli spunti interessantissimi rispetto al tema della donazione degli organi, e alla “distratta” morale nazionale che affida “sbrigativamente (sic)” ad una legge un tema cosí importante, abbandonandolo poi a se stessa.
La mia sensibilità a questo tema è legata, ovviamente, al fatto che sono un donatore, e in quanto tale mi arrabbio quando si tratta questo argomento, specie quando rilevo ritardi, cattive informazioni, mancanza di indirizzi validi, assenza istituzionale e qualsiasi altra circostanza, tutte convergenti a confondere le cose, contribuendo a non tenere alto il valore civile della donazione.
È ovvio altresí sottolineare che associare una sbrigativa spiegazione del fenomeno della donazione al traffico clandestino di organi, senza trattarlo, per la sua delicatezza, come merita è un cattivo servizio. È altrettanto ovvio che i minori debbano essere tutelati sia rispetto al traffico clandestino di organi, ma anche rispetto alla prostituzione giovanile, alla pedofilia e a tutte le devianze fino a giungere alla schiavitù, senza trascurare i maltrattamenti familiari. Spero non si intraveda nel mio articolo una forma di “diminutio” rispetto al problema che il Sig. Virtuoso con maggiore articolazione rappresenta nel suo intervento che qui di seguito si pubblica integralmente e che al contrario era stato, in buona fede, “superficialmente” accostato alla tematica locale, che tra l’altro non impedisce a chicchessia di manifestare la propria volontà indipendentemente da qualsivoglia sollecitazione, non escludendo però una campagna informativa che puó essere sicuramente utile per coloro i quali non ne sono a conoscenza e/o magari se lo sanno si chiedono come fare per essere donatori.
Rispetto alla mia ironia, essendo mia, non la negozio con nessuno, tuttavia non voleva essere offensiva e/o diminutiva, le mie considerazioni sono state rapportate a quelle per nulla spiegate approfonditamente, e in quanto tali apparivano “allarmistiche”, in circostanze diverse sicuramente una mia disamina sarà piú attenta, e sarà in linea con la mia formazione culturale e rispondente solo alla mia morale, ma sarà sempre rispettosa verso determinati problemi e verso chi li sostiene.
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Gent.mo Direttore,
ho avuto il piacere di leggere l’articolo pubblicato ieri sul suo blog dal titolo “Donazione Organi: I cittadini sollecitano, la Sindaca risponde”.
Nell’immenso panorama dell’informazione, soprattutto on-line, è sempre più difficile trovare spazi di lettura interessanti che siano in grado di puntare l’attenzione dell’opinione pubblica su argomenti di non facile trattazione. Per questo mi sento innanzitutto di ringraziarLa.
Lo faccio principalmente perché sono assolutamente convinto che la sensibilizzazione dei cittadini nei confronti della donazione dovrebbe essere uno degli strumenti per garantire alla nostra comunità quel senso civico che consentirebbe una drastica riduzione delle ignobili e lunghe liste d’attesa nelle strutture sanitarie in grado di effettuare i trapianti degli organi.
Purtroppo ancora oggi in Italia la gente muore in lista d’attesa. Lo Stato dovrebbe essere in grado di garantire a quegli oltre novemila cittadini in attesa di un trapianto (dato aggiornato al 23/07/2017 – S.I.T) tutte le azioni e le risorse utili alla restituzione della speranza e della dignità.
L’applicazione delle leggi in materia di consenso alla donazione di organi e tessuti è, senza alcun dubbio, il passo giusto verso l’obiettivo di tutela della salute dei malati.
Non credo, a questo punto, che sia utile, come riportato nell’articolo, scindere questo fatto da un altro ancor più grave: il mercato clandestino degli organi e la tratta degli esseri umani, e definire “allarmistico” un fenomeno che, invece, dovrebbe essere portato ancor di più alla luce del sole.
L’Europol, a fine gennaio 2016, ha parlato di almeno 10mila migranti minorenni non accompagnati che risultano scomparsi dopo il loro arrivo in Europa. Di questi, circa 5mila hanno fatto perdere le loro tracce in Italia.
Donne e bambini rappresentano una riserva di organi. E il commercio illegale degli organi incontrerebbe, proprio come accade per il petrolio e i reperti archeologici, interessi e scambi con organizzazioni internazionali, anche mafiose, da sempre attive in questo settore. (Donatella D’Acapito – “Il business illegale del traffico di organi – N. 171/16 di “Polizia e democrazia”).
È ormai provata con certezza l’esistenza di un commercio internazionale di organi e di tessuti che coinvolge l’Italia e la nostra regione, sia in forma di compravendita di organi tra adulti consenzienti, sia in forma di viaggi della speranza di benestanti dell’Europa occidentale che si recano nei paesi sottosviluppati per ricevere un trapianto illegale. Èacclarato anche che il sud del nostro Paese è meta preferita da coloro che intendono avvalersi di pratiche illegali di trapianto grazie alla complicità della criminalità organizzata che trae grandi vantaggi economici da questo fenomeno.
Un traffico tra i più redditizi, secondo solo a quello delle armi e della droga. Il fatturato annuo di questa organizzazione criminale, infatti, è stimato in 32 miliardi di dollari (dati Terre des Hommes-Ecpat 2010).
Il 1 febbraio 2008 è entrata in vigore la Convenzione contro il traffico degli esseri umani del Consiglio d’Europa. Il turismo dei trapianti sta prendendo sempre più corpo nel nostro Paese e anche la Regione Campania ne è violentemente protagonista.
Molti sono gli immigrati che approdano nella nostra Regione richiamati dalla criminalità organizzata, nella speranza di vedere migliorate le proprie condizioni di vita, ma, il più delle volte, si ritrovano delusi nelle loro aspettative. È qui che entra in gioco il “commercio” per cui molti immigrati, soprattutto giovani, arrivano a vendere un organo pur di vivere.
A questo bisogna affiancare anche l’intensificarsi del fenomeno di mercificazione degli organi umani causato dall’inasprirsi della condizione economica nel nostro Paese.
Oggi il fenomeno dei trapianti clandestini non è solo legato al fenomeno migratorio, ma anche alla vendita di “pezzi di corpo” da parte di persone che non sono più in grado di trovare le forme di sostentamento economico. Sono stati scoperti siti web che erano diventati dei veri e propri “luoghi di trattativa” tra cittadini italiani.
A Salerno, il 10 Aprile 2015, ebbi l’onore di organizzare (quale membro dell’associazione “Indiani d’Occidente”) al Museo dello Sbarco di Salerno il convegno/dibattito “Un Osservatorio…per scegliere la Vita” sul mercato clandestino di organi. Quell’incontro ci lasciò in eredità un compito importante: incrementare il lavoro a sostegno di coloro che s’impegnano affinché questa pratica criminale termini.
Durante quell’incontro furono proiettate delle slides che contenevano l’amara testimonianza di questo fenomeno, senz’altro a conoscenza delle nostre Procure, presente anche nella nostra regione e soprattutto nella nostra provincia.
Non voglio dilungarmi ulteriormente e spero che Lei abbia la delicatezza di pubblicare integralmente questa lettera. Spero che in futuro sia in grado di accantonare quella leggera ironia con cui ha accostato la nostra Regione al Sud America, sostituendola, magari, con una più attenta disamina della questione. Resto a Sua disposizione per qualsiasi ulteriore approfondimento.
Francesco Virtuoso
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Salerno, 25 luglio 2017