Mare inquinato, Cammarano (M5S): La Campania é Prima in Italia per illegalità.
Nella Piana del Sele e Paestum, Goletta Verde ha confermato un inquinamento persistente del litorale da Pontecagnano ad Agropoli. La Giunta é colpevole per il ritardo sul riordino del ciclo delle acque, e non aver contrastato l’abusivismo edilizio, perché non ha svolto nessuna azione a salvaguardia delle risorse naturali.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
NAPOLI – «Mai più ultimi” recitava lo slogan del governatore De Luca nei mesi successivi al suo insediamento prevedendo un futuro radioso per la nostra regione. Promessa mantenuta, a denunciare tutto questo è – Michele Cammarano Consigliere Regionale del MoVimento 5 Stelle – almeno leggendo il rapporto Mare Nostrum 2017 stilato da Legambiente per illustrare lo stato dei mari italiani. La Campania si conferma la prima regione italiana per tasso di infrazioni accertate – continua Cammarano – contro il patrimonio marino: con 2.594 reati, il 16,5% del totale, vanta il primato della classifica nazionale del mare illegale. Con 936 reati, il 18,8% del totale a livello nazionale, la Campania è la regione che inquina di più sia considerando le persone denunciate e arrestate (+26%) e sia considerando il numero di sequestri (+33,5%).
Ma non è finita qui, – prosegue Cammarano – alla Campania, anche quest’anno, l’ambito premio “Costa di Cemento”, assegnato alla regione che più si è distinta nella proliferazione abusiva di manufatti in riva al mare. Per quanto riguarda più nello specifico alcune realtà locali, è emblematico il caso della provincia di Salerno e in particolare della Piana del Sele e di Paestum, dove le verifiche di Goletta Verde hanno confermato un inquinamento persistente su tutto il litorale, da Pontecagnano ad Agropoli. Le colpe della Giunta? Colpevole ritardo nell’applicazione della legge sul riordino del ciclo delle acque, nessuna azione concreta contro l’abusivismo edilizio, mancanza di un’azione istituzionale seria per salvaguardare le risorse naturali.
La Regione – conclude Cammarano – considera l’ambiente come materia residuale della sua attività senza pensare, soprattutto nel periodo estivo, all’immagine trasmettiamo ai turisti stranieri e quindi al mondo intero, senza pensare che gli investimenti ambientali sono quelli che pagano di più nel lungo periodo, perché riguardano i nostri figli. Ma cosa c’è da stupirsi se nella cattiva gestione del nostro mare siamo i primi in Italia? “Mai più ultimi” ci aveva assicurato De Luca. Promessa mantenuta».
Napoli, 13 luglio 2017