Venezuela & Maduro, Crisi & Regime: Il racconto della giornalista Cecilia Cajone

Il Venezuela e la crisi del Regime di Maduro, raccontata dalla giornalista di origini ebolitane e testimone oculare, Cecilia Cajone.

La catastrofe socio-economica in cui è caduta il Venezuela e l’Utopia di una “Costituzione Bolivariana“ confluita nel “Chavismo” di Maduro, sono il fattore degenerativo dei parametri democratici comuni all’America latina. Caione: ”Il Venezuela è allo stremo: donne, vecchi e bambini coloro che ne pagano maggiormente le conseguenze!”

Cecilia Cajone Souza
Cecilia Cajone Souza

di Marco Naponiello
per POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese

EBOLI – Cecilia Caione, giornalista venezuelana freelance di origine italiana ospite dei cugini Gallotta ad Eboli, oppositrice del Regime Madurista è una testimone oculare della violenta repressione in atto da 98 giorni in Venezuela, racconta oltre la consueta censura di regime, fatti e personaggi che stanno insanguinando la Nazione sudamericana.

La storia recente del Venezuela si intreccia a “doppio filo” con quella del leggendario presidente Hugo Chávez per 11 anni leader maximo, il quale insieme ad altri omologhi suoi contemporanei della Latino-America di marcata ispirazione socialista, ammiratori del modello Cubano e che vedevano in Fidel Castro un esempio da imitare, progettò dei complessi piani di ammodernamento e ristrutturazione generale, volte all’eliminazione forse pretenziosa in circa un quindicennio, dell’endemiche diseguaglianze economiche vigenti nel suo Paese. Il disegno di modernizzazione passò attraverso una forzata nazionalizzazione dell’energia (da quelle parti si chiama Petrolio di cui “la piccola Venezia” ne è tra i principali produttori), la equa redistribuzione delle terre dai fazendeiros ai contadini, un welfare moderno e molto altro ancora, insomma come sopraccennato un sogno castrista al di sotto del mar dei Caraibi.

Nicolas Maduro
Nicolas Maduro

Ma come sovente avviene in tali occasioni, ed il caso in oggetto purtroppo non fa eccezione, le riforme socio-economiche sono accompagnate da sangue, clientelismo e corruzione strisciante (il Venezuela è al 166° posto su 176° nazioni per quanto riguarda la corruttela), accentramento del potere esecutivo e “militarizzazione” dei posti di comando da parte del Capo, per assicurarsi il controllo e la fedeltà assoluta dei seguaci, trasformando le speranzose Utopie rivoluzionarie in vere e proprie spaventose Distopie per la inerme popolazione, dove la Democrazia e lo Stato di Diritto degenerano in un esecrabile simulacro degli stessi .

Difatti i risultati sperati in economia tardano a venire e si traducono in un boomerang, infatti la criminalità comune ed organizzata subiscono un picco elevatissimo facendo della capitale Caracas, la città più violenta del mondo: in un anno registrati più di 200mila omicidi, la mortalità infantile raggiunge il 30%,, la materna il 65%, patologie virali che si consideravano come debellate, come la difterite e la malaria hanno subito una recrudescenza, per non parlare del virus Zika, che ha falcidiato numerosi bambini, una Sanità statale allo sbando degna del cosiddetto Terzo Mondo, insomma uno scenario post-apocalittico in piena regola.

Caracas-Repressione rivolta
Caracas-Repressione rivolta

In aggiunta il dittatore ex sindacalista Nicolàs Maduro e la deriva autoritaria del Partido Socialista Unido de Venezuela, PSUV (El partido del pueblo venezolano, de la Revolución y del Comandante Hugo Chávez Frías) ha soppresso il tanto atteso Referendum di modifica costituzionale imposto dalhttps://www.massimo.delmese.net predecessore Hugo Chávez, stessa cosa per le elezioni amministrative regionali depotenziando al contempo la “Asamblea Nacional”, ed imprigionando inoltre centinaia di dissidenti politici preventivamente e senza una minima prova od equo processo a loro carico.

Dall’aprile di quest’anno poi, la situazione è crollata completamente, con il carcere militare ai cittadini e agli operatori dell’informazione non allineati che protestano per le condizioni estreme di vita, dove l’indigenza è lo status quo per il 90% dei venezuelani, mentre Maduro per consolidare la sua presa sulla Nazione ha anche militarizzato con 23 ministri il suo Esecutivo parimenti sono 23 sempre i generali creati Governatori regionali, a fronte ripetiamolo di una sostenuta scarsità di cibo e luce.

Caracas-Rivolta popolare
Caracas-Rivolta popolare

Una mossa draconiana è stata varata dall’esecutivo madurista: addirittura per risparmiare fondi dell’Erario spesi in energia elettrica, si è attuata una settimana cortissima dei dipendenti pubblici composta da soli 2 giorni lavorativi, per non intaccare viepiù le risorse energetiche, una manutenzione dei beni pubblici praticamente inesistente, nel mentre le aziende statali di ogni genere e grado basculano da tempo sul baratro del default economico, e le major internazionali fuggono a gambe levate.

Il colpo di immagine alla credibilità istituzionale del Paese, si è consumato quando Luisa Ortega stimatissimo Procuratore Generale venezuelano, si è con clamore dimessa accusando platealmente il Presidente Nicolàs Maduro senza mezzi termini, di voler instaurare una dittatura nell’accezione più becera del termine, a questo riguardo neanche la consuetudinaria manfrina anti “Zio Sam” e l’imperialismo Stars & Stripes, sabotatori seriali delle rivoluzioni marxiste della Latino America e scusante tipica dei tanti “revolucionarios” del “Nuovo Mondo” riesce a convincere alcuno degli osservatori internazionali.

Giulio Terzi di Sant'Agata
Giulio Terzi di Sant’Agata

Si tratta infatti di un fallimento autoctono che allarma le Cancellerie di tutto il mondo, sia per la posizione strategica del Venezuela che per il rischio di un contagio allargato in una regione storicamente instabile (vedi Brasile e il casi reiterati di corruttela dei suo recenti tre Presidenti: Ignacio Lula, Dilma Rousseff, Michel Temer) allarme che va oltre gli altri Stati del Continente Americano, sino a giungere quelle Europee, Italia in testa, le quali invero si sono fatte da subito promotrici di un ponte umanitario di aiuti di prima emergenza verso il popolo venezuelano, stremato da mesi e mesi di terribili privazioni.

Fatta questa debita introduzione, prendendo spunto dalle interessanti considerazioni al riguardo formulate da Giulio Terzi di Sant’Agata, diplomatico di professione ed ex Ministro degli Affari Esteri sotto il governo di Mario Monti, passiamo all’incontro odierno con una testimone oculare dei fatti venezuelani, la giornalista e speaker radiofonica Cecilia Cajone, che in maniera quasi rocambolesca insieme a sua sorella Cristina, si è ricongiunta dopo mezzo secolo ai suoi parenti italiani.

Cristina Cajone-Giuliano Gallotta-Cecilia Cajone
Cristina Cajone-Giuliano Gallotta-Cecilia Cajone

Una conferenza stampa informale si è tenuta pertanto in un noto locale del centro cittadino con la giornalista “carachegna” (ossia di Caracas) Cecilia Caione-Souza la quale accompagnata dalla inseparabile sorella Cristina (ortopedico- dermatologo infantile) e dal cugino ritrovato ebolitano: Giuliano Gallotta (avvocato civilista), ha intrattenuto la stampa presente illustrando dal “di dentro”, la convulsa situazione venezuelana. Preliminarmente va detto che Cecilia Caione è nipote diretta di Anna Maria Caione, mitica Preside per oltre un ventennio del Liceo Classico Statale “Enrico Perito” di Eboli e moglie del fondatore e Segretario dello SNALS (Sindacato nazionale Autonomo Lavoratori Scuola) Nino (Carmine) Gallotta, che è stato a ragione tra i massimi esponenti del mondo sindacale italiano a cavallo dei decenni 70’ e 90’, figura ancor oggi molto compianta nel settore scolastico nazionale; va detto che tale incontro è stato voluto fortemente dalle sorelle in quel di Eboli, per onorare appunto la memoria della compianta zia Preside (molto amata da di loro padre), nel decennale dalla scomparsa.

Per dovere di cronaca questa riunione che ha prima facie il sapore di una “Carrambata” ma senza il retrogusto melenso, è dovuta alla ostinata caparbietà della figlia del cugino Gianni Gallotta (Docente Universitario alla facoltà di Medicina Federico II di Napoli), e nipote di Giuliano, ovvero la laureanda in Medicina Rossella, la quale tramite il web è riuscita a rintracciare le perdute parenti e dopo che son state esperite le formalità burocratiche consolari durate come di prassi diversi mesi (sei per la precisione), l’altro cugino summenzionato Giuliano, è riuscito a portarle finalmente in Italia, quelle perdute figlie di un diletto fratello della madre Vincenzo Caione di Castellammare di Stabia, il quale fu tra i primi ingegneri elettronici italiani e pioniere del settore, che nel secondo dopoguerra per motivi di lavoro-ricerca faceva abitudinariamente la spola con il Continente americano, senza però successivamente far mai più rientro nell’amata Madrepatria.

Cecilia Cajone - Cristina Cajone
Cecilia Cajone – Cristina Cajone

La giornalista Caione in abbrivio di intervista tiene a far sapere ai media italiana come attraverso il Tribunale Supermo e la Magistratura finanziaria pubblica La Contraloría General de la República: «Maduro controlla tutti i poteri dello Stato per usarli contro il Parlamento che gli è ostile, dove sua moglie Cilia Flores è stata deputata, la stessa Flores protagonista di episodi di sfacciato nepotismo e corruzione ha avuto due nipoti arrestati ad Haiti mentre trasportavano 800 chili di cocaina. Io ho fatto tempo addietro, nel 2008 per la precisione, una articolata inchiesta sulla moglie del Dittatore e i suoi interessi poco chiari, e dopo le recentissime proteste di piazza a Valencia, con cruenti scontri tra dimostranti e regime che si protraggono da un centinaio di giorni, lui in contemporanea ieri mentre gli oppositori appunto venivano malmenati dalla Polizia e morivano, ballava placidamente con la consorte e si faceva riprendere dalle telecamere dei network televisivi».

Cecilia Cajone Souza
Cecilia Cajone Souza

La giornalista Cecilia Caione-Souza ha anche in seguito sottolineato come lo stesso movimento che si definisce “Chavista”-Bolivariano, con l’avvento di Maduro si sia scisso in due fazioni, il primo che si rivede nelle posizioni del Ras di Caracas l’altro che si è dissociato «.. ora l’ultima speranza per una ripresa generale della mia Patria viene riposta nella pasionaria Luisa Ortega, ex Procuratore Generale, dimessasi perché in netto disappunto con le politiche presidenziali! – prosegue spedita la Caione-Souza – io stessa ho subito un piccolo attentato nel lontano 2007: mentre seguivo i lavori parlamentari per conto di una stazione radiofonica indipendente sono stata colpita in maniera proditoria con una pietra alla testa ed ancora oggi porto addosso le conseguenze di questo vile gesto!»

Cristina Cajone
Cristina Cajone

L’altra sorella presente Cristina, medico pediatrico, la quale opera da lustri in un ospedale statale, denuncia le pessime condizioni igieniche e sanitarie generali, la scarsità di medicinali di base e l’importazione di medici da Cuba per favorire una sorta di assurda concorrenza: «Io guadagno nel pubblico solo 20€ mensili e se non fosse per il lavoro nel privato non riuscirei a vivere, la stessa Cecilia come giornalista e speaker radiofonica ha delle entrate di circa 40€, dunque una situazione insostenibile con un cambio ufficiale di euro – bolivar di 1 a 10, ma che realmente è di 1 a 9000, questo servirebbe a far guadagnare molto su quel poco di turismo e di valuta estera che viene introdotta, ma che al contempo rende la vita ancor più difficile ai venezuelani, unica consolazione per un Paese Opec la gasolina (benzina) va a 0,02 centesimi al litro, un pieno con 1 euro dunque che per voi italiani è certamente un miraggio, ma meglio un carburante costoso che la mancanza di pane e altri generi alimentari fondamentali, scaffali vuoti in tutti i supermercati e in specie della liberta, mentre gli USA stanno cinicamente a guardare!»

Le sorelle Cecilia e Cristina felicissime di visitare finalmente la terra dei loro avi paterni, dopo aver trascorso gli ultimi due anni in una estrema precarietà generale sono atterrate a Roma il 23 u.s. e dopo un breve tour ripartiranno tra qualche giorno per il Venezuela, soddisfatte di aver non solo abbracciato per la prima volta il copioso parentado d’oltreoceano, ma analogamente operato un esercizio di commendevole cittadinanza attiva, denunciando senza mezzi termini ai media italiani, la drammatica, perdurante situazione del loro martoriato Paese.

A queste due coraggiose testimoni di libertà, tutto lo staff di POLITICAdeMENTE vuol porgere i più affettuosi auguri di una prossima ritrovata serenità personale, al pari di un immediato rientro definitivo del Venezuela nell’alveo delle Democrazie costituzionali. Paese nobile questo che ha donato speranza e prosperità nel secolo scorso accogliendo tantissimi nostri connazionali e nostri concittadini, i quali ieri come oggi cercavano sicuri approdi per una prospettiva di vita migliore lontani dalla propria terra natia.

Eboli, 8 luglio 2017

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