Striscioni e cartelloni a Salerno nel giorno di sensibilizzazione di “Veg in Campania” contro la pesca sportiva dalla riva.
Nella giornata del Campionato provinciale di pesca sportiva dalla riva, previsto sulla scogliera del lungomare di Salerno i Veg manifestano la loro Contrarietà ad ogni forma di sfruttamento degli animali, al loro uso/abuso, che parte dall’alimentazione, all’abbigliamento fino a questa forma di “svago”, in quella che viene definita “pesca sportiva”.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
SALERNO – Una bella giornata di sole ha fatto da cornice all’iniziativa degli attivisti di “Veg in Campania”, che nella mattinata di oggi domenica 18 giugno, provvisti di striscione, cartelloni e materiale informativo, con un volantinaggio hanno manifestato il loro dissenso in occasione del Campionato provinciale di pesca dalla riva, previsto sulla scogliera del lungomare di Salerno.
Tremenda e dolorosa è la pesca dal punto di vista dei pesci: le convulsioni dell’animale, che in un ambiente estraneo e irrespirabile si dimena in preda alla sofferenza e all’asfissia, sono la più palese manifestazione di dolore. L’amo, che viene estratto dalla bocca del pesce e che lacera anche parte della testa, è paragonabile ad un arpione conficcato nella bocca di un uomo che, brutalmente estratto, gli fracassa mandibole, fronte e cervello.
Sebbene gli organizzatori abbiano dichiarato nel loro comunicato che è previsto il “rilascio immediato di tutte le prede catturate, garantendo la sopravvivenza degli amici pinnuti e la salute della fauna e flora del nostro splendido litorale”, quasi come atto di profonda clemenza, riportiamo le parole di Wikipedia, in merito alle pratiche del No-kill e Catch&Release in questa tipologia di pesca: “una percentuale non bene identificata delle catture può riportare ferite tali da causarne la morte per via dell’impossibilità ad alimentarsi”. Inoltre, quando i pesci vengono tormentati e costretti a lottare fino all’esaurimento, sono poi incapaci di muoversi per diverse ore dopo la cattura ed il rilascio. Durante questo periodo di tempo saranno a rischio di attacchi di predatori o di ferite provocate da oggetti inanimati presenti nell’ambiente.
Contrari ad ogni forma di sfruttamento degli animali, al loro uso/abuso, che parte dall’alimentazione, passando per l’abbigliamento fino ad arrivare a questa forma di “svago”, in quella che viene definita “pesca sportiva” gli attivisti ritrovano una delle massime espressioni di sopruso a danno degli animali. Stupisce e sconcerta la cecità e l’indifferenza dell’uomo nei confronti della vita e della sofferenza degli altri, la sua capacità di infliggere tale crudeltà, per di più solo per sadico divertimento, ad un essere senziente in grado di provare dolore e paura proprio come noi.
Contemporaneamente gli animalisti chiedono all’amministrazione comunale, che con recenti integrazioni al già esistente Regolamento di Tutela degli Animali ha dimostrato maggiore sensibilità a queste tematiche, di seguire l’unica direzione in sintonia con una società che si autodefinisce civile, ovvero di non concedere più né l’autorizzazione né il patrocinio a questo genere di eventi, che nulla hanno di culturale e sono invece manifestazione di violenza dell’uomo sulle altre specie.
Come dichiarò Enzo Maiorca, recordman dell’immersione in apnea: “I pesci non gridano: appartengono ad un mondo diverso dal nostro. Dovremmo imparare a parlare dei pesci come di entità viventi. Se potessimo sentire il loro grido di dolore, sono convinto che smetteremmo di mangiarli”.
Salerno, 18 giugno 2017