Verso nuove elezioni, politiche sociali, lavoro ed occupazione: grazie immigrati.
La Sinistra precaria e il precariato. Ma la destra è sempre stata a guardare!!! Stessa faccia della stessa medaglia.
di Giovanni Coscia per POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
ROMA – Sinistra e precariato. Certo, la legge Biagi e l’abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori voluto dall’ex governo Berlusconi, unitamente alla sciagura della legge Fornero, hanno ancor più precarizzato il lavoro.
Situazione che il centrosinistra non ha mai smesso di additare e condannare, promettendo di risolvere quando si sarebbe finalmente “assisa” sulle poltrone del potere. Un coro che da Diliberto a Mastella, da Rutelli a Bertinotti, da D’alema a Bersani, da Renzi a Gentiloni, non ha mai conosciuto, almeno durante le ultime campagna elettorali, stonature né esitazioni.
L’obiettivo irrinunciabile, diceva il centrosinistra, è quello di rendere stabile il lavoro e porre fine al precariato. Ma ora che Gentiloni, figlio politico di Renzi, è al governo, qual è la realtà? Frustrante. Nulla è cambiato. I precari, salvo alcuni interventi dal forte sapore demagogico, rimangono precari, nuove assunzioni nell’amministrazione pubblica non ce ne sono state, se non per fratelli o parenti stretti, zitti zitti, quatti quatti, e i contratti occupazionali rimangono ultraflessibili e favorevoli ai soli datori di lavoro.
Non dimentichiamo i Vaucer. Quali allora le differenze in materia di politiche del lavoro tra il vecchio governo Berlusconi, D’alema, Bersani, Letta e quello attuale di Renzi-Gentiloni? Purtroppo proprio nessuna. Il mercato del lavoro continua a essere gestito da Adeco o Manpower, multinazionali del lavoro interinale che offre consistenti guadagni ai loro amministratori e temporanee occupazioni sottopagate a chi capita tra le loro spire. Allora quale la differenza tra centrosinistra e centrodestra?
Anche qui la risposta è la medesima: nessuna, assolutamente nessuna. E il M5S guada, si avete capito, guada. Vorrebbe attraversare qualcosa nella quale non vi riesce. La triste realtà è quella di un sistema che ha a cuore solo gli interessi delle oligarchie confindustriali; un sistema dove la politica è semplice logistica del potere, occupazione di posti chiave, gestione clientelare; dove gli interessi e le necessità dei lavoratori, dei precari e dei disoccupati altro non sono che temi da sfruttare per la propaganda politica e i propri interessi elettorali.
Mi chiedo: Perché alla precisa interrogazione parlamentare, ovvero, alla trattazione tematica del “signoraggio”, l’allora presidente della Camera dei Deputati, il “compagno” Bertinotti, a suo dire autore di mille battaglie ideologiche, ha anzitempo battuto il “NO” prima che lo stesso emendamento passasse ai voti? E Berlusconi con Gentiloni, e chi li ha inframezzati, cosa avrebbero fatto se non la stessa cosa? Allora a cosa serve la politica se non ad aumentare i costi della gente e ad arricchire chi è già ricco o stranamente lo diventa non appena ottiene lo scranno a palazzo Madama o Chigi? Ve lo siete mai chiesto? E ora preparatevi alla ennesima bufala delle elezioni. E ricordate: Il popolo non è sovrano. Tutt’al più, delega. Bastardi!!!
Roma, 14 giugno 2017