L’Italia, è il Paese delle Meraviglie non valorizzate: Eboli e il suo centro storico non fa eccezione. E tra contese e veleni il “paziente” muore.
Prima la pietra gialla, dopo i mattoni rossi, poi il mattone forato di Piazzetta San Lorenzo, divenuto la “Madre di tutte la battaglie” e a fronteggiarsi l’un contro gli altri armati: l’Assessore Ginetti e l’Amministrazione da un lato; Cardiello (F.I.), Sinistra Unita e un comitato spontaneo dall’altra. Intanto il Manufatto di Piazzetta San Lorenzo è stato rimosso.
di Marco Naponiello
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
“Un Paese senza ricerca e senza cultura è un paese che è destinato a diventare sottosviluppato” – Margherita Hack
EBOLI – Pochi giorni addietro è stata presentata nella sala consiliare, Radicity- The Hearth of Eboli, la rassegna ecosostenibile del Comune con a capo l’ideatrice l’architetto Sabrina Masala, ma il primo manufatto realizzato di li a poco in Largo San Lorenzo ha suscitato immediatamente un vespaio generalizzato di polemiche sui social e nei luoghi fisici cittadini, cosicché l’Amministrazione Cariello ha repentinamente operato dopo pochi giorni il classico passo indietro.
Ma riavvolgiamo il nastro degli eventi in questione e torniamo all’inizio della settimana scorsa: Il progetto Radicity presentato nell’aula Consiliare Bonavoglia a detta dell’Arch. Sabrina Masala, curatrice del progetto: ”..è un format di rigenerazione urbana che prevede la realizzazione di spazi collettivi mediante interventi eco-sostenibili!” supportata “a ruota” dal primo cittadino Massimo Cariello.. ”Un progetto ambizioso che nasce dalla riqualificazione urbana di alcune aree del nostro meraviglioso Centro Storico e vede attraverso l’Architettura, la realizzazione di vere e proprie installazioni con il verde, con i fiori, con delle monumentali opere naturali..” e naturalmente l’Assessore al Centro Storico ed Ambiente Ennio Ginetti che entusiasticamente ed animato dalle migliori intenzioni affermava: ”Come Amministrazione abbiamo intenzione di far diventare il centro storico un vero, grande ed accogliente contenitore di eventi di qualità e rassegne di respiro internazionale!”
Primo step, l’ameno Largo San Lorenzo, da riqualificare attraverso una installazione floreale, abbrivio innovatore per i promotori di un Centro Antico in chiave diversa, effettivamente ancora poco valorizzato ed abbandonato in molti incantevoli suoi meandri, all’incuria sedimentata e non completamente censito di tutti i cespiti, lasciato in troppi casi all’anarchia di alcuni che lo hanno “addobbato” a loro piacimento, in dispregio delle regole e delle istituzioni di ambito, vedi la Sovraintendenza, anche se v’è da dire, troppi lacci e laccioli italici finiscono per “strozzare” il bene stesso oggetto di protezione più che valorizzarlo a dovere.
Nel mentre si palesava dunque come sopraccennato a Largo San Lorenzo un primo manufatto, composto di mattoni a mò di cinta muraria, diversi cittadini in maggioranza residenti, protestavano veementemente per quello che ritenevano una infausta scelta, ed il tam tam correva veloce tra le strade fisiche e quelle digitali, Cosicché in poche ore si formava un comitato spontaneo per dire NO al Progetto, spalleggiato anche dal capogruppo Consiliare di F.I. Damiano Cardiello, feroce oppositore dell’Amministrazione in carica, alcuni ex amministratori (l’ex Sindaco Gerardo Rosania, l’ex Assessore Donato Santimone) l’archeologo Christian Di Biase, Sofia Masillo responsabile del circolo della Piana del Sele di Libertà e Giustizia e molti altri conosciuti attivisti civici, uniti dalla pervicace volontà di bloccare l’opera e far ritornare al pristino stato la zona interessata.
Proprio dalla responsabile di Libertà e Giustizia, giungeva “in zona cesarini” alla nostra redazione un Comunicato da parte della Sinistra Unita https://www.massimo.delmese.net/109201/sinistra-unita-nuovo-oltraggio-al-centro-antico-di-eboli/ , che definire al vetriolo sarebbe un eufemismo, il quale oltre a criticare le passate Amministrazioni e le recenti scelte di quella in carica, convocava una “assemblea aperta” la sera del 18 maggio, a poco più di 24 ore dalla installazione. I giorni seguenti (rectius le ore) sono stati un crescendo rossiniano di polemiche sui social tra gli organizzatori capeggiati dall’Assessore Ginetti ed i contrari (oggettivamente di molto soverchianti nel numero ai primi) costituenti un variopinto arco ideologico – politico, che ha ob torto collo, costretto i promotori a rimuoverne il manufatto la mattina di sabato 20 maggio.
Tutto finito allora? Per nulla! Un nuovo coup de théâtre era nell’aria: infatti veniva convocata dal comitato per la salvaguardia del Centro Storico, una Conferenza Stampa la domenica successiva alle ore 10, dinnanzi il Bar Rifrullo, prospiciente Piazza ella Repubblica, con la partecipazione di diverse testate giornalistiche, venivano prodotte coram populo nuove e specifiche accuse a tutta l’organizzazione di Radicity.
Inizia il giovane forzista Damiano Cardiello, che stentoreo: ”Le bugie hanno le gambe corte. Dopo l’abuso edilizio, rimosso a seguito della nostra segnalazione e della rivolta degli ebolitani, le sorprese non finiscono qui. Nella Delibera di Giunta di approvazione del Progetto viene scritto che non ci saranno spese per il Bilancio Comunale, mentre nella Determina pubblicata pochi giorni fa è stato liquidato un importo pari ad euro 3.806,40 alla progettista, l’Architetto Sabrina Masala. Rendiamo noti dunque gli estratti dei due documenti per farvi capire che a tutto c’è un limite, anche alla dignità!” quindi una netta incongruenza per l’esponente di centro destra tra una Delibera di Giunta e una Determina del Capostruttura Urbanistica ed Ambiente, dunque un aggravio delle spese al Bilancio Comunale che in Delibera non appariva.
Anche il due volte primo cittadino ebolitano Gerardo Rosania, supportava tale osservazione ed affermava: ”..effettivamente l’incongruenza esiste, la Delibera di Giunta n°5 esplicitamente nega spese dirette ed indirette al Bilancio Comunale, mentre la Determina licenziata indica un incarico professionale vero e proprio, dunque a titolo oneroso!”
Di taglio prettamente professionale invece, l’intervento dell’archeologo Christian Di Biase, ove la questione della Piazzetta San Lorenzo con un manufatto strutturato in blocchi e calce, riportava alla luce un’altra vicenda del febbraio scorso, rimarcato dalla Sovraintendenza: ”..questo caso si aggiunge a quello delle Pietre Gialle poste sempre nel Centro Antico, cui la Sovraintendenza ha intimato la rimozione e la sostituzione con la pietra di Barat, ed in alcune zone ci troviamo con il Centro Storico di quattro colorazioni diverse!”
Intanto sul filo della pubblicazione rimanendo sempre in tema di tutela del Patrimonio Storico cittadino, segnaliamo da parte dell’attivista civico di lungo corso, Cosimo Rinaldi, membro del Comitato di Quartiere Paterno, un’altra situazione incresciosa. Egli da sempre impegnato nella valorizzazione dei resti archeologici della Villa Romana (una delle rare Domus patrizie del II secolo dopo Cristo, di Epoca Costantiniana ed oggetto di varie pubblicazioni internazionali), allocata nel popoloso quartiere summenzionato e più precisamente nell’intersecazione tra i Rioni Fontanelle e Grataglie, ove l’incuria reiterata nel tempo e le erbacce con le sterpaglie, stanno soffocando un Patrimonio Storico architettonico di valore quasi inestimabile.
Pertanto ed allargando il discorso, se l’Italia si è guadagnata l’appellativo del “Bel Paese” in tutto il globo, un motivazione certamente esiste: noi abbiamo una pletora di meraviglie che ci fanno leader assoluto con quasi i due terzi del Patrimonio Artistico Mondiale. Per fare un esempio: i beni culturali italiani producono introiti per soli 40 miliardi di euro e il 2.6 per cento del PIL. In Gran Bretagna, con un Patrimonio Storico e Artistico ridicolo rispetto al nostro, realizzano addirittura 73 di miliardi euro, il 3.8 per cento del Prodotto Interno Lordo.
Un potenziale, che non viene valorizzato come meriterebbe, cosa ripetuta dai Media sino allo sfinimento e che nonostante gli sforzi non si riesce ad invertire la magra tendenza, il tutto ci priva di percentuali altissime di PIL a causa anche di investimenti settoriali irrisori e bassa qualità dei servizi (qualità – prezzo) e cosi i migliori architetti, artisti, archeologi ed artigiani migrano verso lidi esteri speranzosi di miglior fortuna, da una Patria poco “madre” e molto “matrigna” che non li premia a dovere.
Concludendo la pianificazione e la valorizzazione dei Cuori Antichi cittadini in simbiosi con il moderno, è un qualcosa già avviato nel Centro Nord del Paese, dove aree ZTL (zone a traffico limitato) servizi inclusivi e una mobilità ad hoc, hanno fatto rinascere borghi antichi e centri storici, assumendo questi ultimi una connotazione da “upper class”, ovvero zone residenziali per i maggiorenti del posto, tanto che molti stranieri (in specie statunitensi-anglosassoni) attratti da questi luoghi ne sono diventati addirittura proprietari e residenti, anche acquisendo e rigenerando vecchi casolari abbandonati, masserie e poderi in zone disabitate, trasformandoli in qualche caso in attività di Bed & Breakfast, o in albergo diffuso (detto anche albergo orizzontale, situato in un borgo o in un centro storico, con camere e servizi dislocati in edifici diversi) ed Eboli ne annovera uno già da qualche anno attivo ed operante, un vero fiore all’occhiello del nostro Centro Antico cittadino.
Auspichiamo tuttavia, che il Centro Storico di Eboli sia utilizzato come per delineare un modello-pilota di rifacimenti generali, in modo da ridisegnare e rammagliare la Città Vecchia con la Nuova, tramite non solo una riscoperta occasionale seppur veicolata da manifestazioni o convegni, di certo importanti ma che hanno una valenza effimera, di contro con una vivibilità h24, 365 giorni all’anno. Del resto il Borgo Antico eburino è tra i più suggestivi ed ampi della Regione Campania, cosa riconosciutagli ampiamente da diversi storici dell’Arte come da semplici occasionali avventori giunti in loco. Sarebbe acconcio dunque delineare l’eventualità di “far sistema” con altre realtà simili italiane, mutuandone approcci urbanistici e coraggiose scelte politiche, finalizzata a porre in essere una un tessuto connetivo-integrato, il quale si ponga l’intento principe di valorizzare tale aree, la vita dei residenti e in ultimo la vita socioeconomica dell’intera collettività.
Intanto per mercoledì 24 maggio alle ore 18.00 nella Sala Mangrella del Complesso Monumentale di San Francesco, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Massimo Cariello, insieme all’architetto Sabrina Masala e allo staff di Radicity, incontra i residenti del centro storico e i cittadini ebolitani per presentare la rassegna “The Heart of Eboli – Giardini allestiti per spazi animati“, che si svolgerà all’interno del centro storico di Eboli dal 1 al 3 giugno 2017 e anche il programma dettagliato della manifestazione.
Eboli, 23 maggio 2017
L’incontro ha suscitato grande interesse negli intervenuti segno dell’attaccamento vero e reale a quei luoghi. Il progetto presentato è di estremo interesse ma occorre che si dileguino le piccole ombre, le stesse che l’autorevole prof. Gabriele Del Mese ha esternato quella sera e, in seguito, sui social. Occorre che i residenti condividano l’idea (visto che comporterà comunque dei disagi) ma resta il fatto che il centro antico, prima o poi, occorrerà liberarlo dalla auto, dopo però aver risolto l’annoso problema dei parcheggi (e qui ritorna a bomba la decisione di realizzare non un parcheggio multipiano ma la casa del pellegrino). Occorre tutelare il verde esistente anzi incrementarlo (il piano del verde approvato dall’Amministrazione fa ben sperare). Quello che disturba, però, è la saccenza di certi personaggi che OGGI puntano il dito verso l’alberello da tagliare dimenticando lo scempio avallato in passato proprio in quei luoghi (non è un problema ideologico ma un dato di fatto – le cose fatte anzi sfatte sono lì, sotto gli occhi di tutti) e la depredazione favorita dalla “distrazione e superficialità”. Le battaglie per il verde in città hanno fatto dimenticare ciò che avveniva altrove, uno per tutto – paradigma dello scempio ambientale nostrano – ciò che è stato permesso di fare sulla collina di Santa Maria del Carmine. Lo scempio edilizio (abusi) è documentato da questo link http://www.astegiudiziariesalerno.it/allegati/132-06/ctu.pdf. La triste storia di quei luoghi l’ho scritta qualche anno fa (titolo Hamburger Hill)con risultati nulli. Le battaglie vanno fatte certamente ma non per convenienza politica o di visibilità e soprattutto vanno fatte sempre … a prescindere dagli interessi che si vogliono nascondere.