Eboli: Tanti spunti interessanti dal Convegno sulla Riapertura della Stazione di San Nicola Varco ma poche possibilità.
Un Interessante simposio organizzato dall’Associazione “Noi Tutti Liberi e Partecipi”, con il Sindaco Cariello, il Project Manager Pansa e l’Ing. Fontana esperto di Mobilità ferroviaria. I promotori Ceriello e Fornataro:”La riapertura della Stazione di San Nicola Varco potrà costituire un punto di partenza per disegnare la nuova dimensione economica e sociale del Comprensorio del Sele!”
di Marco Naponiello
per POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – La Storia di San Nicola Varco, sia come località al centro della ubertosa Piana del Sele con i suoi 175 ettari di proprietà regionale e parimenti come piccolo scalo ferroviario, è una classica Storia italiana, anzi meglio ancora Meridionale: fatta di sprechi, ritardi ed in qualche caso anche offese al senso di umanità, che ha avuto gli onori di una poco edificante cronaca nel corso dei decenni. San Nicola Varco infatti già nel lontano 9 novembre 1967, fu una involontaria protagonista di un tragico episodio, ossia di un incidente ferroviario annoverante ben 12 morti e 74 feriti, infausto viatico di quelle peripezie che ne caratterizzeranno le vicende future. Ma San Nicola Varco è anche una penosa vicenda politica, che si protrae da quasi 40, figlia di sprechi continuati e di un degrado generale, di un polo agro alimentare, mai realizzato che ha coinvolto 27 Governi nazionali e 18 Ministri dell’Agricoltura.
Quella statale 18, era divenuta fino a pochi anni addietro per la stampa nazionale, il ghetto degli immigrati, un inferno in terra indegno per un paese civile, con l’Arpac che già dal 2010 lanciava l’allarme per i rifiuti marciti al sole seguita a ruota da una parziale bonifica che qui si aspettava già da anni. In Loco doveva essere realizzato già dal 2003 per volontà dell’Esecutivo regionale un Interporto, con 40 milioni di euro inseriti nel Paser (Piano di Azione Per lo Sviluppo Economico Regionale), ancora fermi al palo che si sommano ai venti miliardi ed oltre stanziati nel corso dei lustri della Prima Repubblica (Ersac), che testimoniano un fallimento vergognoso della classe politica locale e della società civile in generale. Una occasione dunque sinora persa, di allocare finalmente una struttura di valenza continentale, che avrebbe dovuto servire lo specchio del mediterraneo sino alle algide scogliere del Nord-Europa di quei prodotto ortofrutticoli, floro-vivaistici e bufalini, che questa terra benedetta da Dio è notoriamente tra i leader mondiali, la quale rappresenta una fetta importante del PIL Regionale.
Un passo indietro è doveroso farlo: nel lontano 1977 iniziano le prime opere a San Nicola Varco per l’Interporto e le sue pertinenze, che con il suo snodo avrebbe dovuto fungere da volano in senso reale delle merci prodotte, a fine anni ‘80 vi erano poi decine alloggi, 60 box, una mensa, un asilo per bambini, un ambulatorio, un locale per la lavorazione delle merci, ed un impianto all’avanguardia per la depurazione, oltre ad un gruppo elettrogeno servente in specie una mega cella frigorifero, acclusi ad una complessa catena di montaggio atta all’imbustamento dei prodotti locali. Tutto rimasto però lettera morta da quasi 40 anni, la Burocrazia la principale indiziata, su chi dovesse esserne il gerente della struttura, ne decretò lo stillicidio esiziale, nonostante una società consortile in modalità pubblica – privata che nonostante un cospicuo capitale sociale (200 milioni di lire,) si trovò da subito affogata nei debiti e per tali motivi nel luglio del 1996: “l’assemblea dei soci decide di mettere in liquidazione la società e dà incarico al commissario liquidatore di consegnare le chiavi al ministero dell’Agricoltura!” Cosicché l’Anno successivo il Comune della Città di Eboli ne chiederà in comodato d’uso la concessione, infine la storia del degrado sino ai giorni nostri.
Eppure la linea ferroviaria insiste sulla direttrice Nord-Sud ( Berlino – Palermo), tramite cui dove dovrebbe passare l’Alta – velocità con potenzialità infrastrutturali enormi. Pertanto la Stazione ferroviaria dismessa da un decennio, con modeste risorse finanziarie potrebbe essere da subito ripristinata, fornendo un servizio prezioso alla comunità ebolitana, agli imprenditori in primis come alle molte migliaia di cittadini dell’intero comprensorio del Sele: per il lavoro, l’istruzione (con collegamenti agevolati alle Scuole), oltre che ci si potrebbero recare agevolmente a fare shopping presso la struttura del Cilento Outlet Village, classificata come la più grande di tutto il Mezzogiorno e come contrappeso si avrebbe una flessione del traffico veicolare lungo le arteria adiacenti, in specie la Strada Statale 18 in aggiunta al consequenziale miglioramento della qualità ambientale, salvaguardando anche l’incolumità delle persone.
Per questo come per tanti altri motivi, l’Associazione – Organizzazione Politica “Noi Tutti Liberi e Partecipi”, si è fatta promotrice della riapertura dello Scalo Ferroviario di San Nicola Varco, pel tramite del suo presidente di Circolo, il dott. Vincenzo Fornataro, supervisionato dal coordinatore provinciale avv. Luciano Ceriello, i quali hanno approntato la sala grande ( che risulterà riempita in ogni ordine e grado) della Galleria Ritz, situata in via Carmine Gallotta prospiciente il centralissimo Viale Amendola, a tale scopo, dopo un lavorio di settimane seguito da battage pubblicitari sui social e la carta stampata prodromico all’evento.
Inizia la moderatrice della serata, la giornalista Angelica Tafuri, la quale oltre a presentare i vari relatori offrendo al termine di ogni intervento un quadro sinottico degli interventi, ha tenuto in particolar modo a ringraziare l’Associazione ospitante per averla scelta come madrina del Convegno, sottolineando come: “Noi Tutti Liberi e Partecipi” da soli due anni presente sul territorio, si sia fatta promotrice di molte battaglie civiche fondamentali: ”..avete messo oggi sul tavolo una questione importante, di cui ne abbiamo sentito sempre tutti parlare, ma che nel tempo è rimasta una chimera!”
La parola passa al Presidente provinciale del sodalizio, Luciano Ceriello, da tempo volto noto della politica e dell’associazionismo provinciale, che nel suo incipit ha voluto specificare il deciso profilo apartitico della formazione sociale da lui presieduta, volta ad avvicinare i cittadini e le istituzioni nelle battaglie di civiltà e crescita economica: “Libertà e Partecipazione sono i pilastri del nostro movimento, uomini e donne della società civile, noi ci siamo ad Eboli a prescindere dei mille voti avuti alle precedenti elezioni, e siamo di conseguenza contrari fortemente ai professionisti della politica, che hanno avvelenato la vita pubblica nazionale. La nostra è una Bibbia laica ovvero la Costituzione, coi suoi principi e valori inossidabili, a maggior ragione validi oggigiorno per la lotta contro le sperequazioni sociali e la disoccupazione. In questi tempi il figlio dell’operaio può solo sperare di fare lo stesso lavoro del padre e ciò disattende i principi costituzionali, noi ripeto ci siamo e ci saremo sempre: abbiamo aperto un focus sulla Sanità ed i suoi indiscriminati tagli nel nosocomio cittadino, operiamo con convinzione in materia ecologica e ci impegneremo di essere una presenza costante e forte affianco della cittadinanza!” – Luciano Ceriello stigmatizza poi con vis polemica, alcuni tentativi operati da un Amministratore del passato politico cittadino, di sminuire sui social la riunione odierna: ”..la Politica è lo strumento per la soluzione dei problemi della gente, non la gestione del quotidiano e tutto questo passa con battaglie difficili e programmazione, come la riapertura appunto di San Nicola Varco, un potenziale enorme, momento essenziale per la ripartenza della Piana del Sele! Diceva Machiavelli, che quando vi trovata di fronte ad un politico, guardategli le mani e non gli occhi per vedere cosa ha realizzato per la propria comunità, è solo la nostra passione civica e politica che ci anima!”
Il secondo interlocutore della serata è il Vincenzo Fornataro, che ricopre il ruolo di “sposo politico” della manifestazione eburina, il quale lasciandosi andare ad amarcord personali e grandezze passate cittadine, fatte di personaggi illustri come (lo strutturista Gabriele Del Mese) e nuove, amenità paesaggistiche ed architettoniche pensando al recente intervento in Piazzetta San Lorenzo:”..ogni volta che andavo fuori mi rendevo conto della unicità del nostro territorio, per bellezze uniche e fauste collocazioni, se pensiamo alla “Saporosa” la prima mozzarella di bufala certificata, e di quanta importanza sotto tutti i profili la città di Eboli ha avuto nei secoli, è stata essa una tappa obbligata sia per servizi pubblici, che per lo svago e cerimonie religiose, poi la Fiera Campionaria e il Mercato Boario o per lavorare nei suoi opifici ed in aziende agricole, ma vedere tutto questo scemare per colpa della classe politica e della società civile, noi non potevamo consentirlo, asservendosi cosi a Salerno che non ha mai visto di buon occhio la crescita del nostro territorio, e via via siamo scesi nella qualità della vita, e per queste motivazioni siamo stati spinti ad agire!
Pertanto, – Continua Fornataro – lo sdegno per la rassegnazione che ha dato vita al Movimento di “Noi Tutti Liberi e Partecipi”, che si è fatto onore alle passate comunali, è il frutto di uomini e donne liberi senza vincoli di tesseramento e di ideologie, consapevoli che tutti insieme si può essere più forti ed ascoltati, ci siamo occupati: dell’amianto nell’ex Apoff, della Fonderia Pisano, l’impianto di Biomasse di Serre, la triste vicenda della Sanità federandoci con il Comitato per la Salute Pubblica del Sele per evitare lo sfascio del SSN nel comprensorio, producendo ben 6 ricorsi al TAR!” – Termina il presidente ebolitano – Ecco l’importanza strategica della riapertura di San Nicola Varco per rammagliare i vari centri del distretto del Sele con le periferie, tramite un miglioramento integrato della mobilità pubblica, con partership private ed in modalità ecologica, penso ad un terminal bus, cui si avvantaggerebbero i settori produttivi agro-bufalini, il turismo balneare, il Cilento Outlet, gli studenti e i cittadini tutti, per finire a quell’Interporto che è costato sino ad ora decine di milioni di euro, e magari per realizzare un giorno un’ Unione integrata di Comuni come la Città del Sele!”
Non poteva mancare un esperto di mobilità ferroviaria come l’Ingegnere Gaetano Fontana, che ha accompagnato il suo intervento con molteplici slide, partendo dall’importanza di San Nicola varco come scalo storico che collega il Tirreno con lo Ionio ed insiste sulla”linea rossa” trans-nazionale individuate dalla UE tra Nord Europa e Mediterraneo, una direttrice presente nel Trattato di Maastricht dal 1992. Fontana ha anche rimarcato lo sviluppo demografico e commerciale della zona, che rischia di essere bypassata nei traffici Nord-Sud Continentali verso le sponde del Nord Africa. Del resto la linea ferroviaria che passa per il secondo scalo eburino è nata da un progetto post unitario datato nel 1861, e dopo soli 20 la linea mediterranea fu attivata, nonostante la scarsa tecnologia dell’epoca: ”..vi è una crescita strutturale e strategica della linea per tutto il 20^ secolo, ma dal 2010 in poi vi è una contropendenza, declassate a Pos di movimento come altre stazioni cilentane. Ora la struttura è ancora tutto sommato in buon stato, tranne che hanno divelto i marciapiedi; questa stazioncina sarebbe una panacea anche per far deflettere il traffico nella zona, connettere le città della Piana, il mare le realtà economiche e sanitarie, specie nel periodo estivo, si potrebbero convertire anche i canali irrigui inutilizzati come piste ciclabili!” Termina l’Ing. Gaetano Fontana, sottolineando la posizione strategica tra le due coste, cilentana e amalfitana, l’Università ed il capoluogo di provincia oggetto negli ultimi anni di un forte flusso turistico:”..io ho gettato il sasso, spetta alla politica portare avanti il progetto!”
Il microfono scivola, dopo la presentazione di rito della moderatrice Tafuri, a Roberto Pansa, Project manager di molteplici iniziative imprenditoriali di successo e leader dell’Associazione Insieme x Eboli, il quale complimentandosi subito con l’associazione presieduta da Ceriello-Fornataro per l’arguzia messa in campo “il coraggio di una idea”, pone in essere un intervento dal profilo pragmatico. Pansa stigmatizza in abbrivio, l’assenza delle Ferrovie dello Stato e della Regione Campania al tavolo dei relatori e informa gli astanti della prossima fusione tra Anas e Ferrovie, una idea che punta ad integrare i trasporti su tutta la rete viaria nazionale tramite la creazione di una vera e propria Major, migliorando almeno sulla carta il servizio all’utenza generale, che fa però “a pugni”: «..con la quasi totale assenza sul territorio di una mobilità pubblica degna di questo nome ed un accordo quadro del 2016, più specificamente ad Aprile, siglato tra Ferrovie ed Ente Regionale per creare la linea due della metropolitana e fare in modo di collegare il Freccia Rossa, dunque l’alta velocità, sino a Sapri dal capoluogo Meneghino, eliminando però dalla tratta Eboli e Battipaglia, e parimenti dal flusso turistico principale. Un primo passa potrebbe essere rivalutare San Nicola Varco come vecchia stazione, cosa che si sta compiendo con altri scali in disuso ed immetterla cosi in un circuito green – station e al contempo potenziare le strade provinciali collegate alla Marina come ad altri gangli strategici del territorio, previa bonifica dell’area interessata alla riapertura che versa in uno stato di pietoso abbandono!”
Poi il manager ebolitano lancia in appendice di relazione, quella che è parsa agli astanti una frecciatina all’Amministrazione in carica, presente il Sindaco Massimo Cariello in sala – tutte queste belle iniziative presentate e volte alla crescita sono fattibili se accompagnate dalla volontà dell’Amministrazione, che apra un tavolo con RFI e Regione ed altri Enti sovra-ordinati, il turismo sia ben chiaro non è quello delle sagre di paese, ma parte da una seria programmazione e un potenziamento della ricettività, altrimenti caro Sindaco, rimarrà lettera morta il tutto, vanificando purtroppo una fattibile opportunità. Una vera classe dirigente ritengo, che debba avere il coraggio di agevolare la realizzazione di idee come questa!»
Massimo Cariello, Sindaco della città di San Vito, raccoglie metaforicamente il “guanto di sfida” e complimentandosi con gli organizzatori della manifestazione, si è abbandonato anch’egli ad un excursus della vicenda di San Nicola Varco, che lo ha visto negli anni scorsi molte volte impegnato come amministratore pubblico nella bonifica dell’area sino a elargirla in comodato d’uso gratuito come Ente Locale. Il primo cittadino inoltre ha assicurato che si impegnerà personalmente ad aprire dei canali di dialogo con gli Enti sovraordinati tramite anche una Conferenza dei Servizi (L.241/90), auspicando in oggetto una collaborazione fattiva di “Noi Tutti Liberi e Partecipi” specie all’appropinquarsi di Matera Capitale Europea della Cultura 2019: «..la nostra Città impegnata nel ridisegnare un quadro della mobilità generale e nel PUC la zona di San Nicola Varco che dista 1km 1/2 dalla zona industriale avrà un ruolo prioritario, vista l’importanza del settore inerente la logistica nella Piana del Sele, partendo preliminarmente come da chi mi ha preceduto, dalla bonifica della zona, noi abbiamo iniziato dal far riscoprire le nostre tradizioni per concretizzare un vero rilancio turistico, ma vi prometto qui solennemente che ci manterremo in contatto, facendo il punto sulla situazione ad ogni passaggio e non avremo timore di fare la voce grossa con gli Enti maggiori!»
Ultima relatrice, è la giovane D.ssa Anna Guida esperta di finanziamenti e programmazione, la quale con gentile celia verso il pubblico ha sottolineato come anche “i sogni siano realizzabili” tramite capacità e duro lavoro, in specie se si riferiscono ad un ambito locale che ha avuto una storia tormentata, la quale fa il paio con le eccellenze allocate da sempre sul territorio, spazianti dall’agro-alimentare al turismo culturale, bisognevoli però di una mobilità integrata e capillare per poter esprimere le proprie potenzialità: «dei fondi europei 2013-17 su 46 mld destinati all’Italia ne avevamo spesi solo 27 con il rischio di doverne restituire la differenza, cosa che non abbiamo fatto sul fil di lana ma che dimostrano carenza di programmazione e una certa superficialità della politica italiana e della P.A. che danneggia tutti noi cittadini, facendo entrare il nostro Paese nel gruppo dei PIGS, ossia i maiali dell’Europa con Portogallo, Irlanda, Spagna e Grecia! – La giovane professionista ha menzionato il recente piano europeo sulla Connective Europe Facility, finalizzato a realizzare delle smart city 3.0, quelle “buone pratiche” in materia di mobilità, un volano di sicura crescita – ..concludo col rammentare che vi sta un D.L. il N° 50/2017 che all’art 47 finanzia 300 milioni per la mobilità sostenibile, se pensiamo che una cittadina come la nostra, Afragola in provincia di Napoli ha realizzato la stazione ferroviaria più bella d’Europa e la Regione Umbria ha potenziato la sua rete richiedendo anche l’Alta Velocità sino a Perugia, ci rendiamo conto che solo con un dialogo fitto e cadenzato con la Regione Campania e gli altri Enti potremmo portare concretizzare questo sogno!»
Eboli, 21 maggio 2017
Salve,
solo per scrupolo di precisione personale, PIGS sta per Portogallo, Italia (non Irlanda), Grecia e Spagna.
NO IN REALTà LA SIGLA è PIIGS CON DUE I CI STA ANCHE L’IRLANDA:
Dal 13 dicembre 2007, con la firma del Trattato di Lisbona, i paesi con le economie più fragili vengono raggruppati nel famigerato acronimo Piigs. Sono infatti Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna. Pare che sia stato l’Economist a pubblicare il nomignolo per primo, ma che fosse già da tempo malignamente in uso tra gli euroburocrati di Bruxelles.
Serata molto interessante e ricca di spunti di riflessione. Il dibattito ha aperto grandi spazi sui quali discutere. Ottimi gli interventi, molto concreti cosa che lascia spazio a qualche speranza. Da quella serata è uscita fuori la convinzione che solo unendo forze e competenze sarà possibile rendere fattibile il progetto proposto. L’amministrazione comunale, che già sull’argomento aveva cominciato a ragionare, affiancato dal Movimento “Noi Tutti Liberi e Partecipi” e da altre competenze presenti sul territorio dovranno immaginare un tavolo di concertazione attorno al quale cominciare ad elaborare un piano credibile e fattibile da portare a Napoli sul tavolo di De Luca. Ovviamente, come è stato detto chiaramente, il problema non resta SOLO il recupero della stazione ma a questo dovrà aggiungersi il problema della mobilità: recupero delle arterie stradali; una rete di bus più capillari a servizio dei residenti e del turismo; bonifiche di aree degradate e tanto altro ancora. Marco Naponiello, bravissimo come sempre, ha saputo cogliere perfettamente tutto questo e il suo articolo lo dimostra chiaramente. Sempre più bravo.
Bella manifestazione sperando che ci sia un seguito!
solo una nota anche l’Irlanda fa parte del gruppo, dunque l’italia è maiale economico-sociale insieme a questi gruppi, come i lettori possono bene verificare dal web
Variazioni nell’uso dell’acronimo
PIGS è stato usato per indicare quattro paesi dell’Europa meridionale: Portogallo, Italia, Grecia e Spagna.L’Irlanda è stata talvolta aggiunta, dal 2007, come I addizionale: PIIGS.
A partire dal 2008, il ministro delle finanze del Portogallo Manuel Pinho, la stampa portoghese, e quella di lingua spagnola, hanno a più riprese dichiarato che PIGS “è un termine dispregiativo e razzista” a causa di questa connotazione, il quotidiano Financial Times e la banca Barclays Capital hanno deciso di bandire l’uso del termine.
Nel 2010 in alcuni articoli l’Italia è stata sostituita dall’Irlanda nell’acronimo originale a quattro lettere ma alcuni economisti continuano a considerare solo i Paesi mediterranei. Meno di frequente la I è stata usata per riferirsi all’Islanda
Nello stesso anno è stata aggiunta una G per Gran Bretagna (PIIGGS; si trova anche il termine PIIGSUK composto da PIIGS e UK, iniziali di United Kingdom (Regno Unito in inglese). GIPSI è stato introdotto per risolvere in qualche maniera il problema dell’accezione dispregiativa di PIIGS: l’acronimo richiama infatti il termine inglese gipsy, cioè zingaro.
PANSA STUDIA DA SINDACO, SI AVVICINA ALLO SMARCAMENTO, E NON HA ESITATO A METTERE COME IN FUTURO FARA’, IN DIFFICOLTA’ CARIELLO
molto meglio Pansa di Cariello….almeno si tende a programmare le idee e cercare di realizzarle……da questa parte politico amministrativa se la magistratura non interviene per la comunità saranno guai grossi.
E’ una politica surrogata….non ha nessun senso aprire o rimanere chiusa quella stazione … sembra che manager ,imprenditori opinionisti e politici vogliono sfuggire ai reali problemi della città ebolitana e d’intorni….
inventatevi qualche altra cosa più costruttiva.
“Tu sei buono e ti tirano le pietre. Sei cattivo e ti tirano le pietre. Qualunque cosa fai, dovunque te ne vai, sempre pietre in faccia prenderai….” Antoine 1967
Caro san varco, hai proprio sbagliato nick, critichi senza neanche leggere, a prescindere… e il costruttivo cosa sarebbe, andatevene da Eboli, siete la zavorra mentale e fisica della comunità!
@san varco
Capisco,dal tuo intervento,che non hai capito niente dell’incontro.Suppongo tu non fossi presente,altrimenti devo pensare che sei limitato.
Delle due l’una.
Chiarito questo aspetto, voglio semplicemente dire che lo sviluppo di una comunità secondo me passa anche per i servizi che quel territorio riesce ad offrire,tra cui i trasporti.
Capisco che qualcuno possa considerare la cosa marginale(in primis il sindaco),ma una città mal collegata è una città isolata in partenza.
Eboli è la città che apre le porte del Cilento,è la città delle eccellenze agroalimentari (che proprio in quel territorio nascono),è la città di 8 km di costa,è la città attraversata da una statale 18 che fa 5 milioni di passaggi auto all’anno.
Come vedi,caro san varco,il ripristino di quella stazione non è argomento molto distante dallo sviluppo di questo territorio.
I miei sono dati che conosce anche un bambino di 10 anni,e purtroppo è proprio la mentalità come la tua che ha desertificato questo paese.
Perché nulla era importante….che cosa è importante?spiegacelo.
Quando tuo figlio va al nord xké non trova lavoro pensi mai che la colpa è anche di una stazione chiusa??
Di sicuro no.
Ed invece dovresti.
Perché la mancanza di lavoro è dovuta alla mancanza di imprese e sviluppo, e lo sviluppo non arriva se non ci sono i servizi!
Buonanotte.
Non credo che Pansa studi da sindaco…forse sarebbe ora che il sindaco studisse da pansa!!!!
Il sindaco invece vuole studiare solo le delibere di 4000€ x gli architetti del polo nord che non vedono l’ora di ridurre a cesso il centro storico!
Poi studia anche x vedere come ridicolizzare la festa del Santo patrono,poi studia i bandi del piano di zona,poi studia i pua che neanche renzo piano riesce a realizzare…
Studiasse una volta una cosa seria!
Studiasse come venire a capo dell’ex pezzullo che è una bomba ecologica al centro della città!
Studiasse come ridare la piazza agli ebolitani che hanno il terrore di metterci il piede grazie alla sua politica del mancato controllo del territorio!
È uno schifo!
La piazza terra di nessuno,bande di extracomunitari che terrorizzano i passanti…
I comunisti del mio c…o!!!
la seconda stazione,più commerciale che di servizio forse sarebbe da antipasto per realizzare l’interporto ortofrutticolo e bufalino, la nostra unica ricchezza, faciliterebbe gli spostamenti,ma se non si compulsano la regione, ff.ss e tutti gli enti interessati con ottime istruttorie tempistiche contatti ad alto livello, insomma professionalità, perdiamo una occasione.
se eboli fosse stata dopo roma con il suo grande potenziale sarebbe che ne so come sassuolo, cosi ricca da avere una squadra in serie a,e molto altro ancora!
progetto fumoso non chiaro…. forse un proclama per una pubblicità!! Il trasporto è una cosa complessa in generale ma ancor di più la politica integrata dei trasporti dove devi realizzare una serie di reti politiche..e tecnico funzionali… con questo voglio dire che la cosa è di difficile realizzazione..pur avendo apprezzato il coraggio di chi la propone….facciamo una riflessione:
A livello regionale si parla di metropolitana leggera forse fino a Battipaglia a Eboli svincolo autostradale senza nessu collegamento logico per la nuova infrastruttura, senza una pianificazione del nostro territorio anzi qualcuno vorrebbe costruire una nuova direttrice (a livello Regionale) che salterebbe Eboli e Battipaglia…da evitare assolutamente….
In quel caso che senso avrebbe l’apertura di San Nicola Varco?
Lavoriamo sulla metropolitana leggera e vediamo se riusciamo a portarla vicino alle nostre esigenze..questo perchè è finanziata dalla Regione……
Su una cosa ha colpa il Sindaco che malgrado la sua esperienza non riesce a far confluire scelte opportune e coraggiose dalla Regione al nostro territorio.. o almeno fino ad adesso….
Il lavoro da fare è tanto anche sulla viabilità basta vedere le strade comunali per rendersi conto …..quando mi reco a lavoro Via grataglie è un colabrodo si rischia ogni giorno ..buche dappertutto …eppure l’amministrazione è venuta diverse volte a promettere……quindi di quali trasporti parlate se non riusciamo a fare un intervento ordinario delle buche??
basterebbe avere un po di coraggio sistemare le strisce pedonali con quelle luminose questo darebbe maggiore vivacità e sicurezza…..
invece si realizza una piazza assurda -piazza pezzullo (assurdo anche il nome)…..senza verde al centro della città……sarebbe stata una grande occasione….
@mariolino
Mi aggiungo a te nella valutazione di assurdità di quella piazza.
Anzi, nello schifo di quella piazza.
Una piazza che nasce contigua e sopra un cantiere, una piazza che, essendo esposta a sole buona parte della giornata, non prevede un cm quadrato di verde,una panchina all’ombra per i nonni…niente! questo con buona pace dei piccoli che il pomeriggio trovano le giostre praticamente infuocate!
Una piazza, da cui si ritorna con uno strato di polvere sul viso perché lì insiste un cantiere e, capirete bene, che tra caldo e polvere, l’aria è irrespirabile.
I bambini asmatici non posssono metterci il piede!
Tra l’altro mi chiedo chi ha dato l’ok sotto l’aspetto sicurezza viste le grate e le recinzioni ridicole continuamente scavalcate da bambini allo sbaraglio, con il rischio che qualcuno, purtroppo, ci resti appeso!
Altro problema:la vigilanza.
Per qualche giorno l’amministrazione ha fatto finta di mettere a guardia del buon andamento dello spazio, un vigile o guardia ambientale…attualmente non c’è più né l’uno né l’altro.
Ed infatti, la piazza, è già ampiamente in balia di ragazzini violenti e gente senza Dio, pertanto, la gente perbene, per non passare un guaio, si sta a casa!
In compenso, mi dicono esserci un chiosco…affidato, pare, ad un parente stretto di rappresentante di questa Amministrazione.
Ma su questo, sono certo, si sbagliano…non credo proprio che sono così stupidi da affidare un chiosco al parente più prossimo di un rappresentante dell’Amministrazione…Solo un cretino grave o un farabutto grave lo farebbe.
Mica loro.
Se fossi Pezzullo mi rivolterei nella tomba, andrei di notte a tirargli i piedi…”Ma che c…o mi avete intitolato?!”
Saluti a tutti.
ONORE A NOI TUTTI LIBERI E PARTECIPI, LA BUONA POLITICA DELLE ASSOCIAZIONI, COME SI FACEVA AI BEI TEMPI, BASTA PARTITI CHE INGRASSANO SOLO I DIRIGENTI!