Un “nuovo” oltraggio al Centro Antico di Eboli: Denuncia la Sinistra Unita che alza le barricate contro gli ultimi interventi dell’Amministrazione.
L’elenco è lungo: Scalinate storiche “spianate”; tetti scoperchiati divenute terrazze; Fontane storiche smontate e abbandonate; Pietra gialla e mattoni rossi moderni in Piazzetta San Lorenzo. SU denuncia le ragione del Sindaco per ridurre i vincoli e convoca un’assemblea aperta per le 19 di stasera a Piazzetta S. Lorenzo.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – «Dopo le scalinate storiche “spianate”, i tetti a falda scoperchiati per fare posto a terrazze, le fontane storiche piu’ belle smontate e abbandonate a se stesse nel disinteresse generale, pensavamo di averle viste tutte! – si legge in un comunicato stampa giunto in “zona cesarini” per la pubblicazione, da parte della Sinistra Unita di Eboli con il quale denuncia una progressiva aggressione ai luoghi più caratteristici e simbolo della Eboli antica – Ma dopo Melchionda e’ arrivato Cariello con la pavimentazione in pietra gialla che nulla ha a che vedere coi materiali del nostro centro storico, con le strisce bianche dipinte sul basolato antico, ed ora con l’aiuola in moderni mattoni rossi in uno dei luoghi simbolo di Eboli antica: Piazzetta San Lorenzo: E’ proprio il caso di dire che al peggio non c’e’ mai limite.
Ora capiamo perché il Sindaco ha annunciato in pompa magna la volontà di ridurre i confini del Parco dei Picentini col fine di tirare fuori dai vincoli di quell’Ente il Centro Storico. – aggiunge il comunicato – L’obiettivo e’ di avere mano libera nell’azione di snaturamento del nostro centro storico. Infatti la prima cosa che ci chiediamo e’ se l’aiuola in moderni mattoni rossi di Piazza San Lorenzo abbia ricevuto tutte le autorizzazioni.
E’ proprio il caso di dire: state fermi! Mettete giù le mani dal centro antico! Se ogni intervento che fate e’ teso a snaturare la parte antica della città, allora state fermi! E’ meglio che non fate nulla!! – prosegue e conclude il comunicato di Sinistra Unita che convoca un assemblea aperta proprio nel luogo interessato agli interventi che non si ritiene siano adeguati – Invitiamo tutti i cittadini ebolitani, amanti del centro storico e della nostra storia a far sentire la propria voce di protesta e diamo appuntamento a tutti oggi 18 alle ore 19,00 a Piazzetta San Lorenzo per un manifestazione di protesta contro questa ennesima aggressione al Centro Storico».
Evidentemente SU si riferisce agli interventi di rigenerazione urbana promossi in occasione della rassegna “The Heart of Eboli” – ideata da #radicity col Comune e l’Ordine degli architetti di Salerno, nel corso della quale è stata rappresentano un’opera che ha come intenzione quella di trasformare aree abbandonate in giardini, utilizzando strutture mobili e a impatto zero sul preesistente e rimovibili. Una sorta di “giardini animati” che aprirebbero al concetto di una possibile rigenerazione urbana.
Indipendentemente dal valore delle opere, della loro bellezza o meno e al rispetto per i progettisti-ideatori degli interventi proposti, è purtroppo vero che il nostro patrimonio urbano, soprattutto quello che si riferisce al nucleo originario della Città, è stato per troppo tempo abbandonato a se stesso ed è stato alla mercé dei singoli che hanno di volta in volta eseguito dei lavori, lasciando il tutto ai singoli “gusti” dei singoli cittadini.
Ma ovviamente, ancor prima di esprimere giudizi, sarebbe il caso di fare chiarezza e prendere atto una volta per tutte di dover necessariamente effettuare una accurata identificazione-classificazione di tutto il patrimonio urbano e immobilare del primo insediamento della Città di Eboli, quello che noi chiamiamo “Centro Storico” o “Centro Antico“. Sulla base di questo studio, che si spera si faccia presto e accuratamente, scopriremo: quanta parte è semplicemente “vecchia“; quanta altra, minima parte, è “antica“; e quanta altra, minimissima parte, è “storica“; tuttavia nelle loro diversità, più che pensare ad una vincolistica generalizzata, sarebbe utile pensare ad una classificazione e pensare nel contempo ad un complesso di interventi, che non siano riduttivi, irrispettosi e semmai fuori contesto o addirittura kitsch, ma ad una giusta armonia che contempli il gusto, l’architettura, la tecnologia, l’ambiente, la funzionalità ed ogni altra caratteristica che sappia coniugare l’esigenza di “rinnovare” laddove è possibile ed è necessario, “rigenerare”, laddove è necessario, “ristrutturare” dove è invece obbligatorio, e “conservare” dove è un dovere.
Rispetto ai vincoli, ebbene, questi devono essere una opportunità e non un cappio, e se per eseguire un intervento nel cuore del nostro centro Storico o Antico che dir si voglia, bisogna attraversare da 6 a 7 pareri anche in circostanze improprie, operando in complessi realizzati da privati o dal Comune dopo il Terremoto dell’80, che nulla hanno a che fare con i luoghi se non ricadenti nei luoghi storici o antichi, allora qualcosa va rivista, e non è affatto uno scandalo pensare ad una “nuova” rideterminazione, che preveda un quadro normativo intelligente e snello, non significando affatto un possibile stravolgimento o un viatico al liberismo urbanistico sfacciato.
Insomma noi dobbiamo imparare a vivere i cambiamenti e nei cambiamenti far convivere, senza per questo stravolgere, il nuovo e quello esistente, sicuri che nel tempo, così come ci è pervenuto, riuscire tramandare ai posteri l’attualità.
Eboli, 18 maggio 2017
Per favore non abbiate memoria corta. Non fermatevi a Melchionda ma andate un po’ più indietro negli anni. Prima di Rosania il centro antico volevano spianarlo con Rosania, per non perdere i fondi per la ricostruzione si è messo mano a quei luoghi in maniera che qualcuno potrebbe chiamare VANDALICA. Subappalti a strafottere hanno causato una ricostruzione infame. Cemento a fiumi hanno devastato interi angoli del centro antico. Nessun controllo sulle ditte e sui dipendenti hanno favorito la spoliazione delle opere d’arte, portali, stemmi araldici ecc.. Questo non è ideologico ma è un dato di fatto. Dove erano le persone preposte a controllare? Chi sono stati i progettisti e gli esecutori di infami scempi? Non nascondiamoci dietro il colore delle tessere. Il rosso è il colore del sangue di chi è morto per un’Italia migliore ma è anche il colore di quell’energia vitale che vuole cambiare pagina, una volta per tutte, e ridare finalmente una dignità vera a questa nostra troppo maltrattata comunità. In nome delle ideologie Eboli è stata stuprata!