Corte dei Conti: Allarme corruzione, +229% nel 2009

Malasanità, corruzione, appalti, servizi, uso dei derivati e pubblica amministrazione nel mirino.

Maggiori controlli e trasparenza per sconfiggere il fenomeno.

Presidente Tullio Lazzaro
Presidente Tullio Lazzaro

ROMA – 17 feb – L’allarme lo hanno lanciato congiuntamente, il Presidente della Corte dei Conti Tullio Lazzaro e il Procuratore generale Mario Ristuccia, nel corso della cerimonia d’inaugurazione dell’anno giudiziario.

La corruzione è una vera e propria “patologia”, un tumore maligno le cui metastasi hanno preso tutti i settori della Pubblica Amministrazione. In Italia, questo fenomeno sembra non possa volgere mai verso una soluzione, anzi più passa il tempo è più si irrobustisce e si propaga.

Ad ascoltare la relazione della Corte dei Conti una platea, come al solito, ricca di personalità: il capo dello Stato Giorgio Napolitano; i presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani; i ministri Angelino Alfano e Altero Matteoli e il sottosegretario Gianni Letta; i presidenti dell’Agcom Corrado Calabrò e dell’Antitrust Antonio Catricalà; il presidente della Cassazione Vincenzo Carbone; il responsabile della direzione nazionale antimafia Piero Grasso.

La magistratura contabile, nel corso della relazione, ha evidenziato che nel corso del 2009, ci sono state 221 denunce per corruzione, il 229% in più rispetto al 2008, 219 per concussione, pari al 153% in più rispetto all’anno precedente, e 1.714 per abuso di ufficio.

E’ inutile dire, che le vicende corruttive e percezioni di tangenti pesano notevolmente sullo sviluppo del Paese, perché si verificano nell’ambito di gare, di appalti, di realizzazione di opere pubbliche e di lavori, di interventi di manutenzione su beni della collettività, in maniera diffusa e sistematica che attraversa tutto il paese, dando un aspetto all’apparato amministrativo molto più grigio di quanto non si presentasse prima di tangentopoli. Una condizione che coinvolgendo il sistema produttivo, non risparmia nessun settore della società. Le condotte illecite individuali, che coinvolgono la P. A. e tutti i soggetti che interagiscono a vario titolo con essa, non riescono a reagire rispetto al dilagare della corruzione e così accade che l’immagine dello Stato viene ad essere compromessa nella sua funzione, generando per contro una caduta verticale della fiducia da parte del cittadino con un conseguente degrado civile e culturale dell’intera società.

Nessuna delle Regioni d’Italia risulta essere esclusa dalle citazioni in giudizio per danno erariale della Corte dei Conti, e i territori più a rischio sono quelli in cui sono maggiori le opportunità criminali anche in ragione del Pil più elevato, delle transazioni a rischio quantitativamente più numerose e del maggior numero di dipendenti pubblici, come Lombardia, Sicilia, Lazio, Puglia e Campania, conseguenze che fanno ritenere che il numero delle denunce per fatti di corruzione e concussione è aumentato in maniera esponenziale rispetto al 2008.

Corte dei Conti
Corte dei Conti

Altro capitolo che è stato messo in evidenza è quello che avviene nella sanità come: spese inutili; mala gestione; irregolarità negli acquisti di beni e servizi; illegittimità di inquadramenti del personale; il conferimento di incarichi e consulenze; inefficienza e costosità di programmi di screening anti-tumorale; assistenza odontoiatrica del tutto inesistente; eccessive prescrizioni di farmaci ovvero di falsità delle stesse o di loro sostanziale inutilità; ricorso ad interventi chirurgici sconcertantemente non necessari.

I rilievi e gli interventi della Corte dei Conti non hanno risparmiato il settore della gestione degli appalti e dei servizi pubblici che ne mettono a nudo i casi di illiceità. Gli accertamenti giudiziali, mettono in evidenza l’esistenza di trascuratezze degli obblighi istituzionali da parte di amministratori e funzionari pubblici arrecando un danno notevole alle collettività non escludendo quelle iniziative volte alla realizzazione di un’opera pubblica senza una preventiva accurata verifica della sua concreta eseguibilità economica, tecnica, logistica, l’assenza o la superficialità di un’analisi di fattibilità serie e approfondite sono le cause del sorgere, in corso d’opera, di difficoltà di esecuzione causando il relativo fallimento dell’opera o del servizio appaltati, rendendo vano poi un qualsiasi impegno finanziario che nel frattempo si è utilizzato.

Non si può non evidenziare inoltre un’altra consolidata pratica, cioé quella delle riscossioni irregolari, nel 2009, sono oltre 200 mila i casi di infrazione commessi dalle società concessionarie, con pronunce di condanne per circa 30 milioni di euro”.

Un altro rilievo dei Giudici contabili, riguarda l’uso distorto dei derivati. Sugli strumenti di finanza derivata si è rilevato che molti enti hanno usato le modalità di ristrutturazione per ottenere liquidità immediata per alimentare le spese correnti lasciando forme di indebitamento sempre più onerose alle amministrazioni successive e alle generazioni future. Questa condizione si è registrata anche in capo ad amministrazioni di modestissima grandezza e senza avere la minima conoscenza degli strumenti finanziari che si andavano a mettere in essere.

Insomma il rapporto della Corte dei Conti non poteva che concludersi con l’assunto di operare un maggiore controllo contabile sui conti pubblici e la gestione della spesa. Controlli che sicuramente saranno di deterrenza rispetto ai fenomeni delinquenziali nel campo della finanza pubblica e daranno ai cittadini la certezza che la spesa pubblica sia conforme a quanto stabilito dalla legge, ma che sia anche finalizzata a fornire mezzi e servizi idonei e necessari alla collettività.

E’ evidente che il controllo ripetuto e sistematico genera la trasparenza e attenua il “coraggio” di corrotti e corruttori.

5 commenti su “Corte dei Conti: Allarme corruzione, +229% nel 2009”

  1. CI RISIAMO, NONOSTANTE TANGENTOPOLI, LA CORRUTTELA E LO SPORT ITALICO X ECCELLENZA, UNISCE NORD E SUD IN UN’AVIDO ABBRACCIO. SILVIO IL SULTANO, VUOLE OSTACOLARLE, RENDENDO INUTILIZZABILI LE INTERCETTAZIONI, MEZZO DI RICERCA PROBATORIO FONDAMENTALE ANCHE X ALTRE TIPOLOGIE DI FATTISPECIE PENALI, (COME LA PEDOFILIA LA TRUFFA,IL TERRORISMO A ALTRE ANCORA), LE REGOLE VENGONO VISTE COME UN INTRALCIO FASTIDIOSO,E FANNO SCENDERE IL RATING CIVILE DELLA NOSTRA NAZIONE A LIVELLI SUDAMERICANI ANNI’50. QUEL CHE MI PREOCCUPA E’ LO SPIRITO DI RASSEGNAZIONE DELLA GENTE, QUASI CHE SI TRATTASSE, DI UNA “MOIRA” UN DESTINO DIVINO INEVITABILE, MENTRE DIPENDE SOLO DA UN MINIMO DI SENTIRE CIVILE, CAMBIEREMO? MAH TEMO CHE CI VORRANNO GENERAZIONI, CERTE CATTIVE INCLINAZIONI SONO DURA A MORIRE! SALUTI

    Rispondi
  2. Secondo me in italia la corruzione c’è xchè le pene di chi si fa corrompere sono troppo piccole. Rendiamole veramente SPAVENTOSE ( tipo : non potrai più lavorare nel pubblico x tutta la vita, oltre a una multa con sequestro di beni anche dei famigliari e soci che ti fa rizzare i capelli, in proporzione al reddito effettivo , non quello dichiarato ecc. ) e vedrai che non serviranno tanti controlli…

    Rispondi
  3. Antonio Di Pietro ha depositato un disegno di legge di soli 3 articoli.
    I condannati non sono candidabili.
    Gli inquisiti non posso ricevere incarichi dingovero.
    Le imprese condannate per reati contro la Pubblica Amministrazione non possono ricevere commesse di lavoro per opere e servizi.
    Non sarà mai approvato.
    Più o mano

    Rispondi

Lascia un commento