L’Italia e specie il Sud, potrebbe puntare sulla “green economy” producendo energia pulita.
Il Nucleare, oltre ai motivi di sicurezza e politici è un’impresa senza futuro. I costi elevati tengono lontani i privati.
di Erasmo Venosi*
Nell’articolo pubblicato su Terra e riportato sul blog POLITICAdeMENTE del 31 dicembre 2003, si capiva chiaramente che applicando i criteri di selezione per la scelta di sito idoneo per un reattore nucleare, sarebbe stato impossibile una Centrale nei presi del fiume Sele o in Campania: non solo per motivi sismici (le buone pratiche fissano come area idonea quella dove negli ultimi 500 anni non si è verificato un sisma superiore al 7 grado della Mercalli), ma soprattutto per l’impossibilità di fornire la grande quantità di acqua di raffreddamento per l’EPR (reattore pressurizzato europeo cambiato poi “europeo” in evolutivo). La portata media del Sele è di 69.000 litri al secondo mentre il reattore ad acqua leggera in pressione EPR necessita di 100.000 litri al secondo.
Su costi, tempi, sicurezza e scorie è opportuno fare delle integrazioni. Relativamente alla sicurezza dei reattori è opportuno osservare che può essere realizzata con sistemi a “sicurezza intrinseca”, “sistemi passivi” e “sistemi attivi! I primi due impiegano leggi di natura per mantenere l’impianto in condizioni sicure (cioè gli interventi non dipendono dall’intervento dell’uomo né da reti di alimentazione o da sistemi elettronici, ma funzionano in modo automatico sfruttando principi fisici come la gravità e la circolazione naturale di gas e liquidi). Per esempio la circolazione del refrigerante avviene per convenzione naturale anche se le pompe cessano di funzionare.
L‘intesa Berlusconi – Sarkozy sulla filiera EPR (acqua in pressione da 1,65 milioni di Kw) e la sottoscrizione del Memorandum of Understanding tra Enel e la Edf per studiare la fattibilità di almeno 4 unità ha dato vita a una jointe venture denominata ” Sviluppo Nucleare Srl”, con il compito di realizzare gli studi di fattibilità. A ottobre dello scorso anno Scaiola firma con gli USA un protocollo per una partnership industriale nel settore nucleare.
In pratica è l’entrata in Italia del reattore AP 1000 di Westinghouse e Ansaldo Nucleare (ad acqua in pressione da un milione di Kw). Questo reattore è l’unico di terza generazione ad avere la certificazione del sistema di sicurezza passiva da parte della Autorità di Sicurezza degli USA e grazie al Final Design Approval della NR.Gli unici tre reattori “definibili” a sicurezza intrinseca sono:
1) REATTORE nucleare ad alta temperatura (HTR High Temperature Reactor Gli impianti dimostrativi più noti dell’HTR sono di Jülich in Germania dove nel prototipo AVR è stato sperimentato con successo la tecnica del prof. Rudolf Schulten, denominata “pebble-bed”, letteralmente un letto di ciottoli, per via della somiglianza delle sfere del combustibile)
2) MARS (Multipurpose Advanced Reactor inherently Safe) sviluppato presso La Sapienza di Roma
3) Amplificatore di Energia (Progetto Rubbia ); usa come combustibile il torio invece dell’uranio. Tutti e tre sono nella fase di sperimentazione. Comunque fino a quando esiste un piano di emergenza esterna , non potremo parlare di “sicurezza intrinseca” o a “prevalente sicurezza passiva”.
Probabilmente forse quando e se, avremo i reattori di IV Generazione (2030/2050) potremo parlare di soluzione di tutti i problemi del nucleare: scorie, sicurezza, proliferazione e costi! L’EPR ha sistemi di sicurezza ridondanti (4 sottosistemi o treni). Ciò significa che per esempio il raffreddamento di emergenza, viene quadruplicato con componenti equivalenti di marche diverse poste in parallelo. Sicuramente un reattore evolutivo ma ancora tradizionale. La parte di EPR definibile “passiva” riguarda la tenuta di contenimento in caso di fusione del nocciolo (LOCA) e con i materiali del core raccolti “passivamente”, conservati e raffreddati in apposita area.
L’EPR ha la certificazione della Autorità Europea ma non di quella statunitense casualmente nel 2003 il Massachusetts Institute Technology nello studio interdisciplinare “The Future of Nuclear Power: an Interdisciplinary Study” quantificando la probabilità di incidente non si schioda da uno ogni 10.000 anni di funzionamento del reattore. La sicurezza va però associata al rischio di incidente. Quest’ultimo dipende da 2 parametri la probabilità che l’incidente si verifica e gli effetti che può produrre. Effetti che dipendono dalla densità antropica dell’area.
A Chernobyl era in territorio praticamente “deserto”, nei territori italiani invece la densità è altissima. Sicuramente chi decide può valutare legittimamente che i benefici dal nucleare sono superiori ai costi e accettare questo rischio. Con 10 reattori che funzionano per 50 anni il rischio diventa del 5%. E’ accettabile socialmente? Certamente non possono essere solo i tecnici e le rappresentanze istituzionali a fare questa valutazione. Ben venga quindi la partecipazione attraverso la valutazione ambientale strategica (VAS) prevista dallo schema di decreto sul nucleare (documento programmatico art 3; individuazione aree destinate impianti art 8 comma 1; strategia nucleare, parametri ambientali e tecnici sottoposti a VAS con partecipazioni enti esponenziali e cittadini attraverso la trasmissione di osservazioni, art 9 comma 1).
Sui temi di costruzione: dai 48 mesi annunciati da AREVA sul reattore EPR di Olkiluoto siamo già a 66 mesi. La dichiarazione dell’azienda finlandese TVO (Teollisuuden Voima) che il ritardo della costrizione del reattore nucleare a Olkiluoto OL3 è passato da 12 a 18 mesi. La francese AREVA, per mantenere i costi sotto il tetto previsto, ha scelto di subappaltare a società senza la necessaria esperienza, come le parti in acciaio di parte della struttura di contenimento del reattore, saldati a mano da una ditta polacca.
Peraltro, delle 4 unità del reattore francese EPR esistenti solo una è stata costruita in meno di 10 anni, mentre gli altri tre hanno avuto ritardi di 2-3 anni rispetto al previsto. Tre su quattro reattori sono poi stati chiusi per un altro anno per risolvere problemi emersi già dall’inizio. I problemi emersi nella costruzione non hanno solo conseguenze economiche – aumentano i tempi di costruzione e aumentano i costi che si rifletteranno sulla bolletta ma hanno anche aspetti legati alla sicurezza e all’affidabilità del reattore, come ha ammesso perfino l’autorità di sicurezza finlandese. Il rapporto rivela diversi problemi e violazioni delle norme di sicurezza nella costruzione del reattore, che è cominciata da almeno un anno. La base di cemento non soddisfa i criteri di qualità richiesti e AREVA, la società francese che costruisce il reattore per conto della TVO ci ha messo mesi per intervenire e tuttora non è chiaro se i problemi riscontrati siano stati risolti.
• Una società tedesca si è aggiudicata l’appalto per la costruzione della struttura di contenimento del reattore, parte essenziale per la sicurezza sia da eventi esterni che per gli incidenti. La società ha subappaltato parte del lavoro a una ditta polacca la cui principale esperienza è nella costruzione di scafi per pescherecci e non ha esperienza in campo nucleare. Il macchinario impiegato è antiquato e non soddisfa in nessun modo i criteri di qualità. La struttura di contenimento non soddisfa i criteri di qualità, ma AREVA non ha ancora presentato un piano di miglioramento e dunque non è chiaro se la STUK richiederà di rifare il tutto;
• I piani presentati a STUK da Areva sono di qualità bassa per la scelta di subcontraenti senza la necessaria esperienza e AREVA ha continuato i lavori anche in casi in cui STUK non ha accettato i progetti presentati;
• Nel corso delle verifiche di STUK 700 dei casi di non conformità già rilevati erano ancora in essere;
Il ritardo di 18 mesi annunciato dalla TVO è dovuto essenzialmente ai problemi riscontrati nei condotti che collegano l’isola nucleare al circuito secondario, uno dei punti più critici della sicurezza. I materiali scelti per le grandi condotte sembra mostrino problemi e il progetto per un errore non consente la necessaria accessibilità per la manutenzione. Secondo quanto dichiarato dalla TVO parte del lavoro deve essere rifatto.
Costi: Oggi sul mercato ci sono: ad “acqua bollente” (ABWR) installato in Asia, ad “acqua pesante” (CANDU) installato in Romania e ad “acqua leggera”, scelto dal nostro Paese per i primi 4 reattori. Il costo pubblicizzato è riferito al costo overnight ovvero come se la costruzione avvenisse “nel corso di una notte”. Esso non comprende i costi finanziari. Le stime variano dai 3000 euro per Kw secondo Keystone Center e 6000 per Moody’s.
Il “costo del Kwh da nucleare” è non competitivo e variabile tra 11/22 centesimi di euro. Costo diverso dai 3 centesimi strombazzato ma riferito a impianti, ammortizzati e a vecchi contratti di fornitura dell’uranio, quando costava un quinto di oggi. Il tempo di costruzione che incide sul costo è per i costruttori 5 anni e 7 per gli investitori reattore in costruzione in Finlandia iniziò la procedura con l’Energy Strategy Report approvato dal Parlamento nel 1997.
Nel 2002 il Governo firmò un “contratto” con la compagnia elettrica (TVO). La costruzione è iniziata nel 2005 e si prevedevano 48 mesi di lavori cresciuti poi a 72 mesi. I parametri finanziari sono le voci più controverse e sulle quali si gioca la intricata partita a poker per il calcolo del costo del Kwh. Nelle stime di costo le valutazioni più contenute sono le scorie (chiusura del ciclo del combustibile), la valutazione dello smantellamento della centrale (stima bassa e uso di tassi di attualizzazione scandalosi per ridurre la quota nei piani finanziari, presi a riferimento da banche e investitori) e i l’omissione dei costi assicurativi.
I parametri tecnici del “nuovo nucleare” sono tutti da verificare quando funzioneranno i 2 reattori in costruzione: rendimento (trasformazione in elettricità del 37% in luogo del 33%), il periodo di funzionamento (60 anni invece di 40), il fattore di utilizzo degli impianti (8300 ore all’anno invece di 7000 ore) , l’ efficienza di sfruttamento del combustibile (burn-up). Di certo sappiamo che il costo delle scorie tedesche ammontano a 100 mld di euro, per gli inglesi 90 mld di euro e per le 70.000 tonnellate del sito del Nevada gli USA stimano 58 mld di $.
Il nucleare è un settore ad alto investimento e bassa resa, comunque al di fuori dell’imprenditore privato. Senza incentivazioni di Stato in termini di assunzione dei costi per le scorie, smantellamento, sicurezza, garanzie finanziarie e i benefici fiscali è una impresa senza futuro.
Un ultima considerazione riguarda il progetto di Rubbia: il suo reattatore è uno dei tre progetti ADS (Accelerator Driven System), Amlifier di Rubbia, Omega in Giappone, APT USA. Per tutti e tre c’è il problema di costruire un prototipo. Il 24/ 11/1998 fu costituita l’Unità di Progetto presso l’ENEA. Era previsto anche un finanziamento nell’ambito del V Programma Quadro Europeo. In estrema e supersemplificata sintesi il progetto di Rubbia è costituito da un acceleratore di particelle che per (spallazione = interazione di una particella con un bersaglio) “spara proiettili” (protoni) nel piombo liquido, generando “proiettili diversi” (neutroni) che colpiscono il combustibile che non è l’uranio come nei reattori ma il torio (elemento radioattivo naturale) che a sua volta si trasforma in altri due elementi (proattinio e uranio-233). Il punto quale è? Bisogna fare ancora tanta ricerca per questo progetto e per la tecnica della trasmutazione delle scorie a vita lunga in scorie a vita corta. A questo stanno contribuendo ENEA, IFN in collaborazione con il CEA francese, il Los Alamos National Laboratory americano, il Forschungzenter di Karlsruhe e gli Istituti di Obninsk russi.
Infine una ultima considerazione che tutti possono verificare: il documento ufficiale presentato dagli Stati Uniti denominato “A Technology Roadmap for Generation IV Nuclear Energy Systsms” del 2002 e sottoscritto dai 10 paesi partecipanti al programma della “Generazione 4”. La “generazione 4” è in banalizzata sintesi un insieme di criteri, per ottenere un reattore: sicuro (bassissima probabilità d’incidente ed eliminazione del piano di emergenza per la popolazione), economico (vantaggio di costo), non proliferante.
Nel documenti USA c’è un grafico “Worldwide Uranium Resource Utilization”. Il grafico pone in evidenza il motivo per cui, per assicurare un futuro alla tecnologia nucleare civile è necessario sviluppare la filiera dei reattori veloci autofertilizzanti (un reattore che utilizza l’uranio naturale per produrre un combustibile chiamato plutonio in quantità superiore a quella che si consuma e che giustifica il termine “autofertilizzazione”).
Gli attuali reattori utilizzano nella stragrande maggioranza un particolare tipo di uranio che copre il fabbisogno (senza riprocessamento) fino al 2040 considerando le riserve note o al massimo fino al 2060 considerando le riserve speculative (riserve probabili o possibili). Concludendo le riserve e i dubbi sul nucleare attengono a motivazioni economiche e di politica industriale oltre che di “cattura” delle opportunità che la cosiddetta “green economy” può produrre, soprattutto nel sud Italia.
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Il reattore di Carlo Rubbia
*Erasmo Venosi, fisico nucleare, ricercatore universitario e «braccio destro» di Thomas Brown, professore associato di Elettronica Organica all’Università «La Sapienza» di Roma (conosciuto come «l’uomo del fotovoltaico di terza generazione»). Venosi è pugliese di nascita e vicentino d’adozione è stato anche responsabile per l’ambiente dei Verdi, portando in quell’incarico la sua esperienza e i suoi studi.
Il nucleare? No grazie. L’italia brucerà tanti di quei soldi e non saremo mai autosufficienti, ma staremo sempre in pericolo. Poi questi del governo sai quando se ne fregano che l’area è sismica? Se decidono di farla la fanno e basta.
Pensateci adesso e evitate di consegnare la regione in mano a loro.
il nucleare e’ solo uno slogan di fintamente modernista ed efficentista del Governo:tempi, costi,rischi proibitivi e tanta ma tanta; DEMAGOGIA! Basta con le “sole” ai cittadini, non c’e’ tempo e denari da sprecare,il Sud sta morendo e loro parlano di nomine.
Nel nostro Paese le centrali nucleari sono state in funzione a partire dagli anni ’60 fino al totale spegnimento nel 1990 in seguito al referendum.
Trent’anni, nessun incidente, nessuna Cernobyl nostrana, maggiore autosufficienza energetica, i nostri ricercatori avevano raggiunto l’eccellenza nel campo della fisica nucleare. A distanza di vent’anni da quel referendum vedo l’Italia più povera, più ricattabile, più arretrata.
Vent’anni fa avrei avuto fiducia nel nucleare nel nostro Paese, oggi che le nostre amministrazioni non riescono a gestire nemmeno i rifiuti solidi urbani mi vengono i brividi a immaginarli a gestire scorie radioattive.
Sono passati lustri la tecnologia è andata avanti come le scienze naturali, la ricattabilità e l’arretratezza CHE LEI PROVVIDAMENTE RISCONTRA dipendono dalla classe politica litigiosa e corporativista, accompagnata da una continua insufficienza di fondi per la ricerca,(CONSIDERATO AD OGGI UN GAP QUASI INCOLMABILE), AND FINALLY dalla mancata vigilanza civica dei cittadini! FRA 20 ANNI AVREMMO FORSE, DELLE CENTRALI DI 3° GEN. QUANDO GLIA ALTRI SARANNO DI GIÀ’ ALLA 4° OD OLTRE: MA SCHERZIAMO, SEMBRA UNA FARSA KAFKIANA, MA COI NOSTRI DENARI!
Quello che non riesco a capire è il fatto che si stia a ragionare e criticare i 2-3 anni in più per la costruzione…. ben vengano anche 10 anni in più se questo significa introdurre un’ulteriore fonte di energia che con tutti i rischi ad essa connessi è pur sempre quella che produce meno CO2 , anzi.. non ne produce proprio. Non dimentichiamoci quello che rilascia il combustibile fossile che noi tutti continuamo ad utilizzare, qui i rischi non si calcolano ? il protocollo di kyoto credete veramente si possa rispettare continuando ad utilizzare solo il petrolio ? ….
Quello che voglio dire è che il rischio (se veramente esiste) di probabili incidenti nel nucleare dobbiamo pur prendercelo se vogliamo continuare a vivere nello sviluppo raggiunto finora !
Nessuno cita il presidente Obama che , osannata da tutti, ha 2-3 giorni fa detto che avrebbe ricominciato a costruire centrali nucleari…
Mi scusi, Dottor Venosi, ma questo articolo manca di chiarezza. Temo che tutto questo tecnicismo nasconda una profonda insicurezza e provi a confondere le acque. Risponda a questa domanda: perchè gli USA hanno investito 8,33 miliardi di dollari per la costruzione di due nuovi reattori presso la centrale di Burke, in Georgia? Ci convinca che Obama sbaglia e che mentre gli USA investono nel nucleare l’Italia deve investire in tecnologie che non possono reggere il confronto in termini di mercato energetico e, peraltro, ancora in piena fase di evoluzione. CI spieghi in modo chiaro e senza troppi tecnicismi, altrimenti le risponderò a tono e poi facciamo un discorso a due o al max tre.
I tecnicismi son buoni, anzi a me hanno levato altri dubbi, ma è sempre troppo facile parlare solamente. Non si elencano i rischi connessi alle altre fonti energetiche, a mio parere molto più vasti, non si parla di possibili soluzioni, insomma siamo sempre abituati/convinti di poter pretendere tutto senza mai pagar dazio… qui si rischia veramente di dover tornare all’età della pietra e di PRETENDERE DI CREARE ENERGIA DAL NULLA… ma qui, sulla terra, nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma….
Infatti, come mai Barack Obama punta sul nucleare?
Caro admin, (sperando di non essere inopportuno) nella qualità di modesto utente del suo blog, ho notato che è stata elimanta l’applicazione circa il gradimento/non gradimento dei post. Senza entrare nel merito della sua decisione, vorrei proporle di introdurre soltanto eventuali giudizi sul gradimento dei commenti (quello che su Facebook corrisponde a “mi piace”): magari così si potrebbe meglio catalizzare l’attenzione sui commenti più signaficativi. Grazie dell’attenzione
Fin dalla loro nascita, i reattori nucleari per uso industriale sono stati sottoposti ad una serie di critiche. Alcune di queste prendevano origine dal timore che una politica nucleare avrebbe comportato un regime con servizi di sicurezza molto più strutturati, a scapito di una richiesta di libertà totale. Pertanto, gli antinucleari (vedi per esempio l’americano Ralph Nader) non potendo direttamente esternare i loro timori, hanno sempre giustificato la loro avversione politica con argomentazioni tecniche in continua variazione. Si è iniziato con la sicurezza (“il reattore può diventare una bomba”); sfatata questa minaccia, si è detto che il costo dell’energia prodotta per via nucleare era molto più alto di quello dell’energia prodotta per via convenzionale. Ciò avveniva quando il petrolio costava 12 $ al barile. E non era vero. Dopo che il petrolio ha viaggiato verso gli 80 $ al barile si ripetono, rafforzate, le stesse cose.
Fonte: I Veri Costi dell’Energia Nucleare- V. Romanello, G. Lomonaco; N. Cerullo (UNIVERSITÁ DEGLI STUDI DI PISA
DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA MECCANICA NUCLEARE E DELLA PRODUZIONE)….
Condivido, la costruzione di centrali nucleari è una decisione dannosa sotto tutti i punti di vista. Mi consola il pensare che non saranno mai costruite, come il Ponte sullo Stetto di Messina.
Continuo a ritenere strategica la costruzione di centrali nucleari in Italia grazie alle quali potremo ridurre l’immissione in atmosfera di CO2 (vero problema ambientale), ridurre i costi di produzione dell’energia (minore dipendenza da altri paesi) e ridurre la bolletta dell’energia.
Sono convinto che in Italia avremo sia le centrali nucleari che il ponte sullo stretto di Messina con buona pace dei detrattori politici. Questi argomenti dovrebbero essere trattati senza paraocchi ideologici, ma con obiettività come ha fatto Obama negli USA.
E’ Inutile… Morpheus, c’è chi è abituato ad esporre le proprie idee senza nessuna spiegazione…senza, insomma, badare al resto delle cose… con i PARAOCCHI! 😀
In Italia il nucleare è una scelta sbagliata per diversi aspetti.
1) La democrazia. I cittadini si sono espressi e non rispettare la volontà dei cittadini sarebbe grave (anche se ormai lo si fa quotidianamente). Per intenderci sarebbe come se Berlusconi vincesse le elezioni e poi mandassero a governare Prodi perchè è piu simpatico. La volontà popolare così va a farsi friggere.
2) I tempi. Obama ha finanziato due reattori non due centrali. I reattori di Obama, leggo, saranno pronti nel 2016-2017. Risponderanno quindi ad un fabbisogno energetico imminente. Le nostre centrali saranno pronte, dicono, nel 2025. Ed Obama, sembra, non abbia un piano che preveda nuove centrali nucleari.
3) La vera notizia americana è la divisione dell’opinione pubblica sull’opportunità di finanziamento pubblico delle centrali nucleari. Ed è qui secondo me che entra in gioco lo stato. Centrali nucleari finanziate dai privati o centrali nucleari finanziate dal pubblico ? A me piacerebbe un pubblico che finanzia l’energia pulita. Poi approfondiamo vari aspetti su smaltimento, costi netti, benefici a medio e lungo termine etc
3) Salute. Le centrali nucleari sono sicure. Come provocazione le farei costruire vicino alle case dei massimi sponsor. Così tanto per convincerci che sono così buone. Leggete un pò quello che è successo vicino casa nostra nel 1983:
http://digilander.libero.it/alanti/primo.htm
4) Opportunità. Perchè non far diventare l’italia il paese all’avanguardia nella costruzione / sperimentazione / utilizzo delle fonti di energia alternative ? Potrebbe essere occasione di sviluppo, di esportazione di know-how, di indipendenza energetica, di efficienza energetica.
p.s. quando si fanno i rapporti benefici / costi va considerato anche la difficoltà se non l’impossibiltà di smantellare una centrale nucleare una volta costruita. I costi di manutenzione salgono alle stelle perchè noi paghiamo ancora per la manutenzione di centrali chiuse nel 1978. E rischiamo di pagarli per sempre. Mentre le fonti rinnovabili non hanno costi di esercizio quando non in funzione (un impianto eolico si può smontare, i pannelli fotovoltaici idem e così via) ed abbassano realmente il co2 senza le controindicazioni nemmeno dello 0.01 % come le controindicazioni delle centrali.
Provo a rispondere un pò, per quel che so in materia , ai punti da te elencati.
1) La democrazia si è espressa in tempi in cui l’energia non era così necessaria come lo sarebbe ora. Non esisteva il protocollo di kyoto, le famiglie non possedevano 3 macchine mediamente, computer, cellulari e altro. Insomma il fabbisogno attuale è di granlunga aumentato.
2) A priori non si può dire che esse siano pronte per il 2025 in Italia, ma in ogni caso non sarebbe questo il problema, anche perchè non è che dopo il 2025 non serva più energia, anzi.. solo allora sarà più necessaria di quanto lo sia ora ,quindi i tempi di costruzione non hanno senso. Obama costruirà tali reattori per rispettare soprattutto il protocollo di cui si parla tanto. Non credo quindi che una volta raggiunto tale traguardo decida di non utilizzarle più.
3) quello che è capitato nel 1983 non è quanto potrebbe capitare nel 2025, forse c’è un divario tecnico e tecnologico di ben 50 anni. E in ogni caso non verranno costruite in zone in cui vi è la presenza dell’uomo.
4) Sicuramente serve anche l’energia proveniente dal rinnovabile, ma certo non potrà , questa, esaudire tutti i desideri di noi uomini “sviluppati”. Credi veramente possa bastare l’eolico, il fotovoltaico , idroelettrico e il termico ?
Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha annunciato lo stanziamento di prestiti garantiti superiori ad otto miliardi di dollari per la costruzione di due nuovi reattori nucleari. È di fatto l’apertura della nuova Amministrazione americana al nucleare pulito e sicuro. Ne abbiamo parlato con Chicco Testa, amministratore, imprenditore, tra i fondatori di Legambiente, tra i promotori del referendum che ha chiuso le porte al nucleare in Italia. Nel 2008 esce un libro, per la collana Gli Struzzi di Einaudi, “Tornare al nucleare”, in cui Testa spiega il perché del suo cambiamento d’opinione. Con tanto di video preso da “you tube”, che propone il discorso di Obama, nell’home page del blog di Testa http://www.newclwear.it è presente un suo pezzo titolato: “Adesso che Obama costruisce centrali nucleari, piace ancora?”. Per il presidente americano il rilancio del nucleare appartiene alla strategia che intende fare degli USA il Paese leader della Green Economy, ha infatti affermato: “il nucleare rimane la maggior fonte di energia che non produce emissioni inquinanti”.
tratto da http://www.radioradicale.it/scheda/297873/obama-investe-sul-nucleare (è presente anche un’ audio intervista)
Consiglio anche la lettura su http://www.newclear.it/?p=1379
Davide il problema del 2025 è serio. Il 2025 è l’anno indicato da Berlusconi per l’apertura delle prime centrali. Sappiamo che probabilmente verranno aperte dopo e non prima (soprattutto se cambia maggioranza, se sull’onda di una nuova chernobyl cambiano gli umori e le opinioni della massa).
Pur ammettendo che siano pronte nel 2025. Che facciamo per i prossimi 15 anni ? stiamo a guardare ?
Se investissimo oggi sull’energia da fonti rinnovabili probabilmente nel 2030 avremmo già ripagato il costo delle strutture (o comunque la gran parte dai dati che sentivo in tv)
L’opportunità è questa. Investiamo nel nucleare spendendo soldi oggi per produrre energia e risparmiare a partire dal 2025 ? O investiamo nelle fonti rinnovabili spendendo soldi oggi e iniziando a produrre energia e a risparmiare a partire da oggi stesso ?
Perchè gli altri paesi continuano ad investire sul nucleare ? perchè hanno centrali pronte e sostanzialmente aggiungono reattori (che hanno un tempo di vita tra i 35 e i 60 anni a seconda delle scelte e delle tipologie). Ma queste soluzioni non sono soluzioni per soddisfare il fabbisogno energetico nel lungo periodo vengono viste come soluzioni ponte. Guardiamo la Germania. La Germania oggi produce il 16 % dell’energia da fonti rinnovabili (ad oggi aumenta al ritmo dell’1.2 % circa annuo). Arriverà nel 2020 al 25 %. E nel 2030 al 40 %. Almeno secondo i programmi. Nel 2030 verranno spenti i reattori che avranno oltre 40 anni visto che saranno soppiantati dalle fonti rinnovabili.
Mentre all’Italia oggi non conviene poichè da oggi al 2040 gli altri aumenteranno la produzione da fonti rinnovabili mentre l’Italia probabilmente sarà il solo paese ad aumentare considerevolmente la produzione di energia da nucleare.
Agli italiani piacciono i paradossi. Lo capisco. Per 30 anni siamo stati il paese con la produzione di nucleare più bassa d’Europa (o giù di li). Pagando costi ed anche inefficienze come il caso che ti citavo. Ora che tutti cambieranno noi torneremo con un ritardo di 50 anni sul nucleare. E rischiamo di diventare nel 2040 la nazione con la produzione di nucleare più alta d’Europa mentre tutte le altre nazioni produranno tra il 30 e il 40 % dell’energia da fonti rinnovabili. Che dite è una cosa saggia ?
Io credo che l’energia verde possa bastare. Fin quando le case avranno i tetti e il vento continuerà a spirare ed i fiumi a scorrere basterà.
Per quanto riguarda i costi del nucleare rispondo io.
In uno studio condotto presso l’universitá degli studi di Pisa (Dipartimento di ingegneria meccanica nucleare e della produzione, di cui ho già fornito il ref.) è stato valutato il costo del kWh prodotto per via nucleare, analizzando le diverse componenti e confrontandolo, infine, con l’analogo costo del kWh prodotto da diverse fonti.
La valutazione di tali costi ha compreso:
o il costo nominale della centrale
o il suo tempo di realizzazione
o il tasso di interesse
o la durata della vita operativa prevista
o i fattori di disponibilità e carico
o i costi per lo smantellamento (comprese la custodia in sicurezza delle scorie) ed il recupero del sito
L’insieme dei costi considerati sono stati
a) quelli di produzione, suddivisibili in:
– costi fissi:
o di investimento
o di esercizio e manutenzione
o assicurazioni e tasse fisse
– costi variabili:
o relativi al consumo di combustibile
o di esercizio e manutenzione
o assicurazioni e tasse variabili
b) quelli di costo dell’impianto, suddivisibili in:
– diretti:
o acquisto area e sistemazione del sito
o opere civili
o isola nucleare
o gruppo turboalternatore
o impianto elettrico
o attrezzature ausiliari di centrale
o dotazione iniziale parti di ricambio
– indiretti:
o ottenimento autorizzazioni
o supervisione e spese generali di costruzione
o imprevisti
o addestramento personale
o prove di avviamento
o revisione prezzi
o interessi, imposte e tasse durante la costruzione
c) costo del combustibile (per impianto PWR14)
– estrazione del minerale
– purificazione dell’uranio
– conversione in esafluoruro
– arricchimento
– riconversione in ossido
– fabbricazione degli elementi di combustibile
– trasporto ed immagazzinamento
– bruciamento
– decadimento in piscina del combustibile irraggiato
– trasporto del combustibile irraggiato
– trattamento del combustibile irraggiato con eventuale recupero di uranio e plutonio
– immagazzinamento e smaltimento sicuro
c) costi di esercizio e manutenzione:
– personale di esercizio ed amministrativo
– attività di ispezione
– riparazioni e sostituzioni di componenti
– acquisto di materiali di consumo
– etc.
d) costi di smantellamento e recupero del sito: viene inserita nel costo del kWh una voce apposita, che attualizzata al momento dello smantellamento fornisca le risorse finanziarie necessarie per riportare il sito alla situazione di cosiddetto “prato verde” (greenfield).
Nel corso della trattazione è emerso che il costo dell’energia elettrica prodotta per via nucleare si aggirerà, anche adottando le ipotesi più pessimistiche, attorno ai 3 eurocents/kWh.
Ricordo che il costo medio di generazione dell’energia in Italia si è aggirato nel I trimestre del 2005 sui 6,88 eurocents/kWh [2], per un costo totale di oltre 10 eurocent/kWh.
Infine la pericolosità….
Un esame obbiettivo degli effetti sull’ambiente e sulla salute della popolazione degli attuali impianti convenzionali per la produzione di energia, porta, come risultato, la quantificazione di una serie di danni ben superiore a quelli conseguenti a qualsiasi ipotizzabile incidente nucleare. Lo stesso incidente di Chernobyl, assunto come “esempio illuminante” per dimostrare il “drammatico” impatto di un incidente nucleare, ha totalizzato (ad un esame ufficiale e realistico effettuato nel 1996 dalla IAEA [17]) un numero limitato di vittime (64 morti), quasi tutti per cause immediate e meccaniche e, nel lungo periodo, una limitatissima (se non addirittura opinabile) variazione nella statistica delle malattie oncologiche. Tutto ciò prescindendo dalla singolarità sia del tipo del reattore sia delle cause che hanno provocato l’incidente.
La questione è che o si tenta di ridurre i consumi , introducendo sistemi elettronici (al momento inesistenti) a “consumi zero” (e quindi ridurre il fabbisogno) o si deve per forza tentare un’ulteriore via che è quella del nucleare. Ciò sarà , a mio vedere, ancora più necessario nel prossimo futuro. Ovviamente non dico che sulle fonti rinnovabili di cui hai parlato tu, gabriele, non si debba ancora investire ma non deve e non potrà essere l’unica soluzione ai nostri problemi.
In ogni caso proporrei all’Italia intera di fare a meno dell’energia importata da centrali nucleari presenti in altre nazioni, lo dico per coerenza prima di tutto…
Scommetto che saremmo costretti a parlarne di persona, data la conseguente impossibilità di accendere i nostri computer e non solo!
e la gente crede che sia una gran bella cosa…ILLUSI E DISINFORMATI..questo sono
giusto! bravo/a capuzzella! abbiamo capito tutto!
@capuzzella: almeno facci capire da che parte stai. Pro o contro una nuova stagione di energia a emissione 0 basata su centrali nucleari?
informiamoci un po di più sull’ energia geotermica…. ( costa poco, non è pubblicizzata, perchè conviene davvero e non c’è business)… il fotovoltaico e l’ eolico sono altre invenzioni e sciacallaggi economici!
attendo parere autoritario di qualche esperto….
magari mi soccorra il caro e rispettabilissimo Erasmo Venosi… uno che in materia è davvero praparato!
Molto sommessamente vorrei integrare le informazioni riguardanti il nucleare, che sono state oggetto di commenti alla mia nota sul bloog. Forse alcuni noiosi numeri aiutano nella comprensione del problema, atteso che il mio modesto contributo è finalizzato a dire qualcosa su un’informazione che si sta trasformando a livello nazionale in tifo tra “parti contrapposte”. Una evidente informazione a favore del nucleare a me appare , debordante e forse qualche commento sui media italiani è opportuna. In Germania la Proprietà che si occupa solo d’informazione la troviamo in Frankfurter Allegemeine Zeitunge e Die Ziet come negli USA il New York Times e il Washington Post, mentre Financial Times , Times e Wall Street Journal sono di gruppi che si occupano anche di televisione. In Francia Liberation e Le Monde sono degli stessi giornalisti.Da noi invece Stampa (Fiat), Corriere (attraverso RCS è in mano alla grande industria), Repubblica, Sole 24 ore ( Confindustria) , Messaggero ( Gruppo costruttori), esiste quindi una “oggettivo” interesse a fare informazione (opinionismo?) coerente con gli interessi della proprietà. L’unica variabile che appare oggi è rappresentata dai miliardi di investimenti nel nucleare. Nulla di scandaloso ma è opportuno il rilievo. Mi sto sbagliando ? Forse sì, ma i dati dell’Osservatorio di Pavia sui media qualche ragione me la danno. Detto questo passiamo alla “informazione” sul nucleare. Le previsioni tendenziali di Terna (proprietario rete di trasmissione) al 2020 quantificano in 442 miliardi (mld) di Kwh la produzione lorda di energia elettrica mentre il dato riferito alle previsione programmata ( cioè applicando i cogenti obiettivi di Bruxelles conosciuti come pacchetto energia-clima o del tre per venti) i mld di kwh sono 354. L’energia elettrica incide sul bilancio energetico italiano per il 18% Nelle intenzioni del Governo l’obiettivo è di produrre un quarto di energia elettrica con fonte nucleare pertanto l’incidenza del nucleare sul bilancio energetico nazionale sarebbe di un misero 4,5%! E dovremo aggiungere (per raggiungere il 25% programmato dal Governo) ai 4 reattori programmati, almeno altri 4 della serie EPR o altri 6 della serie AP 1000 (..è il reattore di Obama). La prima considerazione è che il nucleare inciderà sul bilancio energetico nazionale per quota estremamente esigua. Considerato inoltre che: 1) il manifatturiero italiano assorbe 100 mld di Kwh 2) il costo “contenuto” del reattore EPR in Finlandia è tale perché le società energivore hanno acquistato per 50 anni la energia elettrica prodotta azzerando il rischio di mercato 3) la stessa procedura è ipotizzata nel decreto attuativo della delega…posso affermare che difficilmente le famiglie fruiranno degli eventuali benefici della energia elettrica da nucleare ? Riguardo i costi citati nello studio dell’Università di Pisa (bisognerebbe aggiornare il costo overnight del’EPR in costruzione sia a Flamville che a Olkiluoto e al riguardo leggere il World Energy Outlook 2006 sul costo delle centrali , doppio rispetto a quanto annunciato..pag 372; dire a quanto ammonta l’accantonamento per lo stoccaggio geologico , che nessuno ha fino ad oggi fatto; il decomissioning , i costi assicurativi , il tasso d’interesse finanziario e quello della remunerazione del capitale investito oltre che del rapporto equity/debito) .Io faccio riferimento allo studio Interdisciplinare del MIT di Boston e del suo aggiornamento 2008: The Future of Nuclear Power.Relativamente alla disponibilità di uranio vedasi il grafico del documento degli USA e sottoscritto da 10 Stati che partecipano alla Generation IV. Ultima considerazione è relativa al nucleare “senza emissioni di biossido di carbonio”: certo nella produzione di elettricità no! Lungo il ciclo di produzione dall’estrazione e lavorazione del minerale, al trattamento dei residui e allo smantellamento delle centrali si produce CO2.Gli olandesi Storm Van Leeuwen (Università di Groningen) e il fisico Smith (Università di Sidney) nello studio Energy from Uranium (Oxford Research Group 2006) arrivano a queste conclusioni: 1) le riserve conosciute di uranio sono costituite in larga parte da giacimenti in cui si estrae uranio con una concentrazione variabile tra i 2 Kg per tonnellate e 1 Kg per 10 tonnellate di minerale. Attenzione la parte che si “spacca “ (cioè fissionabile e cioè uranio 235) è pari a 14 grammi nei 2 kg e 7 grammi nel Kg. Incidentalmente va aggiunto che per produrre energia (fissione) bisogna passare a una concentrazione del 4-5% (arricchimento) 3) i grammi di CO2 per il nucleare è pari a 122 per kwh prodotto. Con concentrazioni variabili tra i 3 e i 4 Kg per 10 tonnellate di minerale , l’energia da spendere per ricavare uranio è superiore a quella ottenuta fissionando l’uranio ( Van Leeuwen e Smith). Tirando le somme ( valutazione personale) :
1)uranio a termine e scommessa su reattori di IV generazione al 2030/2050
2)cartello dell’uranio formato da 7 società e a termine quello attualmente utilizzato ( U 235)
3)incidenza con 8 o 10/11 reattori sul bilancio energetico italiano per meno del 5%.Il risparmio nelle emisioni di CO2 è meno del 5% ( sui 4 EPR)
4)garanzie pubbliche su : stoccaggio geologico, decommissioning, assicurazioni e finanziamento potenziamento o costruzione di elettrodotti per la rete di trasmissione
5) l’uso di risorse per il nucleare inciderà fortemente sulla espansione delle energie rinnovabili, sulla efficienza energetica e sul risparmio a parità di servizi finali. Attenzione il vincolo di Bruxelles è che i consumi da rinnovabili devono essere del 17%. Anche le rinnovabili termiche e non solo quelle elettriche concorrono al raggiungimento dell’obiettivo
6)Le rinnovabili e la decarbonizzazione dell’economia o economia pulita o green economy è una grande e forse ultima opportunità per il sud per attivare uno sviluppo auto propulsivo. Intensità radiazione termica , regime dei venti, terreni a bassa redditività agricola etc.
7)Il vincolo di Bruxelles e la delibera del CIPE del 2008 conosciuta come Quadro Strategico Nazionale ha come risorse 100 mld di euro per il Sud 2007-2013( regioni area convergenza ) che derivano da FAS + Fondi Strutturali (FERS e Fondi Competitività)+ Cofinanziamento al QSN su 4 aree tematiche . Due di queste sono energia e trasporti.
8)Vincolo Bruxelles più il vincolo che verrà da Cancun a dicembre 2011, più direttiva sul commercio dei diritti di emissione (direttiva ETS del marzo 2009) potrà attivare, io credo una filiera di tecnologie pulite soprattutto nel sud.
9)Non è assurdo che nel 2008 la società Trinergy del fondo inglese Matrix Group abbia 647.000 Kw di eolico italiano installato al sud beccandosi i proventi della promozione attraverso i certificati verdi? E’ possibile cogliere le opportunità di 18 Fondi d’investimento tra i quali i grandi fondi come Macquarie European Infrastructure Fund II ,il Fondo Barclays per sfruttare nel sud le immense e non usate risorse per le rinnovabili e per il commercio internazionale dei diritti di CO2.Il Ministero dell’Ambiente Tedesco quantifica in 2000 mld di $ il mercato globale al 2020 per queste tecnologie
10)Ultimo sulla decisione di Obama sul nucleare. Scusate ma dove è la notizia? Il “Nuclear 2010 Project”e l’Enegy Act del 2005 nonostante avessero garantito agli investitori rapidità nei processi autorizzativi, 13 miliardi di $ di incentivi,consistenti agevolazioni fiscali si sono avute pochissime manifestazioni di interese. Obama ha ulteriormente aumentato gli incentivi. Ma nulla sono rispetto ai 160 mld di $ per le rinnovabili e ancora più arriveranno se il Senato ratificherà il Climate Bill Act Gli Stati Uniti devono in questo decennio programmare la sostituzione di tutti e 108 reattori. Considerati i tempi di costruzione (10 anni) dovrebbero avere un ordinativo ogni 5 mesi per i prossimi 40 anni. Inoltre Obama deve sostenere la competizione dell’EPR francese con l’AP 1000 statunitense!
11)Su 193 Stati al mondo solo 31 usano il nucleare. Entro il 2015 raggiungeranno i 40 anni di attività 93 reattori e solo 34 sono in fase di costruzione di questi 12 progetti avanzano faticosamente da 20 anni.
Qualcuno ha rilevato l’uso di molte tecnicalità nel mio articolo . Forse è cos’ì. Me ne scuso e sicuramente è stato un problema mio di incapacità di semplificazione.
Caro Malcom X , mi spiace non poter rispondere ora sul geotermico. Lo farò in settimana. Dovrei avere un pò di tempo tra<sabato e domenica e lo farò. Buona serata
per Verba Volant: sicuramente prenderemo in considerazione il tuo suggerimento. Grazie.
Preso per vero quanto scritto dal dottor Venosi , ripropongo quanto affermato nel precedente commento. L’Italia intera cominci sin da subito a non utilizzare energia elettrica ricavata da fonti nucleari presenti in altri paesi.
E’ d’accordo con me dottor Venosi ?
Egregio Davide, io sarei d’accordo. Mi permetta una brevissima digressione sull’energia elettrica da fonte nucleare importata. Probabilmente la discussione diventa più chiara. L’Italia ha importato nel 2008 circa il 12% del fabbisogno (ultima relazione AEEG presentata ai primi di gennaio u.s.) circa 39 ml di Kwh). Attenzione! Non è tutta energia elettrica da nucleare quella importata. La prova? La certificazione di “energia rinnovabile importata” che numerosi produttori attestano per assolvere l’obbligo del circa 3% della produzione eccedente i 100 mld di Kwh (dlgs 79/1999 in recepimento direttiva 92 del 1996).Ma la domanda fondamentale diventa : ma importiamo , perché abbiamo una potenza insufficiente installata ? No. Il picco di domanda è stato 56 milioni di Kw mentre la potenza installata è oggi di 92 mln di Kw. Altro dato da considerare il cosiddetto grado di utilizzo degli impianti o producibilità (load factor).Le nostre centrali mediamente hanno un load factor del 48%! Germania, Francia, Spagna, Gran Bretagna hanno un load factor che oscilla tra il 60 e il 78%. Mentre per le centrali idriche, eoliche e fotovoltaiche esiste l’attenuante delle condizioni climatiche, nulla spiega i fermi delle centrali termoelettriche: o sono tutte in avaria (.nessuna o poca manutenzione?) o le regole che disciplinano il mercato elettrico invece di remunerare e premiare l’efficienza termodinamica favoriscono la rimuneratività dell’investimento anche quando le centrali sono ferme! Il caso italiano è paradigmatico: domanda di picco pari a 56 milioni di Kw , potenza installata 92 milioni di Kw ( ma sono in procedura autorizzatoria almeno altri 20 mln di Kw) ,un margine teorico di sovra potenza installata di 36 mln di Kw , un grado di utilizzo inferiore al 50% e contemporaneamente si registrano le tariffe più alte d’Europa! Questi sono i motivi del perché importiamo energia e in particolare il basso costo! Quando al luogo comune che importiamo energia dalla Francia (circa il 6%) “perché possiede il nucleare”, bisogna fare alcune considerazioni: 1) le centrali nucleari vengono utilizzate al massimo o come si dice vanno a “tavoletta” , e questa non è una scelta ma un vincolo di sistema e quindi durante le 24 ore generano un surplus di energia che si è costretti a esportare sottocosto pur di non essere costretti a fermare le centrali. Inoltre per evitare problemi sulle reti di trasmissione elettrica francese , ogni istante deve essere garantito l’equilibrio tra offerta e domanda di rete. Vincolo di non fermare le centrali ed equilibrio nella rete sono esigenze che inducono la Francia a esportare energia elettrica da nucleare a costi stracciati o addirittura sottoscosto. Queste condizioni si collegano alle “anomalie” italiane dette sopra (sovracapacità, basso load factor, legislazione di “comodo”) 2) le centrali nucleari hanno una pochissima modulazione (non possono rispondere alla variabilità della richiesta della giornata) e questo induce i Francesi a importare energia elettrica durante il giorno a costi elevatissimi : import per 32 miliardi di Kwh di cui 15 dalla Germania anche se poi il saldo è positivo per la Francia . Saldo energetico positivo, ma non altrettanto si può dire dei costi. La Francia per la modulazione la importa nelle ore di picco, quando costa molo, ma molto di più 3) le tariffe francesi sono simili a quelle di Germania e Inghilterra pur avendo differenziate capacità di potenza nucleare installata : la Francia produce il 78% di energia elettrica , la Germania 26% e l’Inghilterra il 19%. Inspiegabile come le bollette spagnole siano inferiori a quelle francesi, pur avendo la Spagna una produzione da nucleare del 18%. Se Lei egregio Davide non ha niente di meglio da fare, legga l’articolo sul blog del caro e comune amico Massimo Del Mese “ costi della bolletta elettrica” e vedrà che anche se fosse a costo zero sia l’uranio sia le fonti fossili il Kwh italiano costerebbe i 2/3 del costo attuale. Riguardo poi i Rapporti del MIT e della Generation IV invio a Massimo (non avendo il Suo indirizzo di posta elettronica) i rispettivi documenti , sperando che l’affermazione “ preso per vero quello che io ho affermato” diventi trasposizione di quanto scritto nei citati documenti . Infine una considerazione: i risparmi conseguibili ottimizzando ed elevando l’efficienza dei settori che usano l’energia elettrica sono pari a 80 mld di Kwh (ricerca Cesi-Confindustria) e 120 Ricerca Politecnico di Milano ( posso fornirLe il cartaceo). La produzione dei 4 EPR al max arriva a 50 mld di Kwh. Il 70% dell’energia elettrica italiana è utilizzata per l’illuminazione ei motori elettrici . Cordiali saluti e buona domenica
Egregio dottor Venosi, quando scrivo “preso per vero ecc.” è perchè voglio farmi persuadere e venire incontro alla sua tesi anche non avendo la certezza assoluta che, quanto da lei detto, è verità assoluta; posso dubitarne? posso avere un mio pensiero? non può mica aspettarsi che io prenda per oro colato tutto quanto lei abbia scritto (non lo faccio nemmeno per chi dice l’esatto opposto); crede di essere certo di tutto quanto scriva, di essere a conoscenza delle molteplici variabili che governano il settore del nucleare e connessi. Io la stimo in quanto, da quello che ho letto, è un fisico, non una persona qualunque come me, e , quindi, la ringrazio anche nell’avermi chiarito concetti tecnici che prima non mi appartenevano, ma non può pretendere di avere tutto sotto controllo su spese, resa e il resto. Io osservo molto, sto anche spesso in silenzio, vedo che tutte le nazioni maggiormente sviluppate (le 31 delle 193 da lei nominate, anche perchè il resto, o quasi, è in estrema povertà) siano dotate di tecnologia nucleare e che , altre, si stiano affrettando ad assicurarselo, non mi aspetto nemmeno che si segua come pecore queste, ma c’è comunque da ragionare. Una nazione come l’Italia, che ama lo sviluppo, non può non avere una fonte energetica nucleare (seppur rischiosa) alternativa alle attuali di cui occuparsi. Con questo non voglio dire che bisogna che tutto il fabbisogno sia soddisfatto dal nucleare ma che sia presente, che si faccia “ricerca” in questo, anche con soli 2-3 reattori. Ciò non toglie il fatto che si debba investire nelle rinnovabili, in maniera sicuramente più corposa , anzi reale, di quanto si sia cercato di fare ora.
Leggerò le relazioni da lei citate, così come ho fatto a suo tempo con l’articolo sulla “bolletta elettrica”, perchè a me piace “ascoltare” differenti “campane”, e lo sa anche il comune amico Massimo, prova ne è la presenza mia su questo blog e i miei commenti sempre puliti e pacati.
Ovviamente, dopo le letture, saprò di non essere venuto a conoscenza della verità assoluta.
Essa non esiste.
Buona Domenica anche a Lei.
P.S. Se non le dispiace le invierò una e-mail così da potermi inviare il tutto.
caro, Erasmo,
la prego mi aiuti a capire di più sull’ energia geotermica e di un effettivo impiego dell’ enrgia ricavata dalle biomasse…..
risultati e pareri troppo discordanti tra loro, lasciano presupporre, che i “troppi interessi in gioco” non diano possibilità di sviluppo e incremento di tali innovazioni
con affetto
michele melillo
caro Davide il mio indirizzo di posta elettronica personale è : *******. Le invierò i 4 rapporti. Buona serata
Mi scuso per il ritardo nelle risposte postemi dall’amico Michele Melillo e che riguardano geotermia e biomasse. Geotermia: hanno dato esito positivo le ricerche avviate per individuare altre forme di sfruttamento del calore terrestre, non solo attraverso le risorse idrotermali ma, anche mediante le risorse geo – pressurizzate, cioè falde acquifere calde fra i 90 e i 200 °C sottoposte a pressioni elevate e situate a profondità fra i 3 e i 7 km. Sono inoltre attesi risultati derivanti dalla fase di sperimentazione avanzata dei sistemi per lo sfruttamento di rocce calde secche, formazioni geologiche contenenti poca o nessuna acqua, che si trovano a varie profondità e hanno temperature oltre i 150 °C ( il cosiddetto geotermico ad alta entalpia). Se i risultati saranno confermati il potenziale totale di elettricità prodotta dalla fonte geotermica arriverebbe a 1300MW (9.73TWh) insomma un 10% del fabbisogno elettrico. Biomasse: Il potenziale realizzabile è stato stimato (riduttivamente) dell’ordine di 5 mld di Kwh all’anno, riguardante in particolare l’utilizzo di residui industriali. Si suppone inoltre un’efficienza elettrica del 25%. Utilizzo della frazione biodegradabile per il 40% di residui organici. Il valore diventa pari a un potenziale di 1,7 miliardi di Kwh l’anno dovuto all’utilizzo di gas da fermentazione anaerobica controllata, che si somma ad un potenziale di circa altri 1,5 miliardi di Kwh all’anno , principalmente da gas di discarica, nell’ipotesi di migliorare la captazione del gas nonostante una prevedibile riduzione del ricorso a queste modalità di trattamento dei rifiuti. Io credo invece che sia possibile utilizzando i territori marginali e quelli da bonificare ( almeno un 8% di territorio italiano è mappato come da bonificare e poi ripristinate le funzioni originarie ovvero consegnarlo alle comunità per l’uso : Il problema è che non ci sono le risorse per la bonifica figuriamoci per il ripristino ambientale!!!).La maggioranza dei territori si trova al sud. La coltura energetica da sfruttare, a mio giudizio è il Miscanthus: una pianta graminacea di origine orientale, simile alla canna di bambù, recentemente indicata quale coltura energetica rinnovabile ad alto potenziale e quale fonte di materiale biodegradabile adatto per alcuni sbocchi commerciali specialistici, e per talune interessanti trasformazioni industriali. Attualmente comunque gli impianti per biomasse sono i seguenti: 1) Impianti a combustione diretta (caldaie): bruciano biomassa solida (legna, ramaglie, etc..); essi sono caratterizzati da un basso rendimento elettrico (circa 15-17%), un buon rendimento termico 2) Impianti di gassificazione: sono impianti all’avanguardia, ancora non diffusi in Italia; bruciano di tutto, ma quanto entra nel processo deve essere di pezzatura, umidità e composizione controllate; sono caratterizzati da un medio rendimento elettrico (25-28%); l’energia elettrica è prodotta mediante motori endotermici funzionanti a gas di sintesi (syngas); 3) Impianti di biodigestione anaerobica; funzionano con biomassa organica (insilato di mais, barbabietole, verde) mescolato con deiezioni animali; necessitano di grandi quantità di biomassa per funzionare; il loro rendimento elettrico è buono (30-32%); l’energia elettrica è prodotta da un motore endotermico azionato dal biogas prodotto; 3) Impianti a biomassa liquida (olio vegetale) che bruciano olio vegetale crudo; il loro rendimento elettrico è il più elevato (arrivano al 40-42%); l’energia elettrica è prodotta direttamente dal motore endotermico calettato su una alternatore. Essi sono di gran lunga gli impianti che offrono, a parità di condizioni, il miglior rapporto resa elettrica/esigenze. Il filone della ricerca invece oggi è indirizzato verso la produzione di microalghe. Le coltivazioni controllate di microalghe rappresentano una delle possibilità che hanno le rinnovabili di diventare effettivamente competitive ed efficienti. Grazie all’elevato tenore di riproduzione delle alghe, tali coltivazioni, infatti, permettono di produrre, in un anno, la quantità di massa vegetale che produrrebbe una coltura tradizionale italiana (mais, colza, girasole) in un appezzamento di terra circa 7.500 volte superiore. Le coltivazioni appunto consistono in fotobioreattori dove tale allevamento avviene in maniera del tutto naturale e controllata. I bioreattori, per funzionare, hanno bisogno di acqua, luce, anidride carbonica (CO2) e nutrienti (sali minerali). L’acqua può esse dolce o salata; è necessario comunque caricare il bioreattore alla partenza e successivamente integrare l’acqua evaporata. La luce è quella solare; in futuro, mediante opportune ottimizzazioni, potrà essere artificiale mediante l’utilizzo di led: in tal modo i bioreattori potranno funzionare anche la notte. La CO2 serve in dosi massicce; d’altra parte il bioreattore si comporta a tutti gli effetti come un bosco: esso assorbe CO2 e rilascia ossigeno. La produzione di energia elettrica da biomasse nell’Unione Europea ha raggiunto nel 2008 gli 82 TWh, con oltre il 60% di questa produzione concentrata solo in 5 Paesi: nell’ordine Germania (15,5 TWh), Regno Unito (9,2 TWh), Finlandia (9 TWh), Spagna (8,4 TWh) e Svezia (7,7 TWh
Mi ha molto conquistato la lettura del vostro articolo. raccomanderò del vostro sito Internet ai miei amici di Facebook. Grazie ancora. Continuate cosi!