EBOLI – Continua il viaggio nella nostra storia, che ci propone con maestria Mariano Pastore. Grazie a lui ritrovando il nostro passato, attraverso frammenti di racconti e di documentazioni, ritroviamo noi stessi. Come sempre la storia delle Città si intreccia con quella degli uomini, ed ecco perché tutte le comunità cercano nel passato, perché lo fanno!? Perché trovando uomini illustri che si sono distinti e che in qualche modo ci hanno onorato, trovano se stessi e stabiliscono il “contatto” con il passato, quel filo senza il quale gli uomini non avrebbero memoria.
Nel caso di Eboli, tralasciando questo secolo e il ventesimo, c’è un elenco immenso di uomini eccezionali ed illustri non solo a noi a ma all’intero paese e talvolta nel mondo. Pietro da Eboli, Prospero Caravita, Agostino Caravita, Cirillo Fulgione, Matteo Ripa, Bernardo Silvano, Marino da Eboli, Gherardo degli Angeli, sono solo un fulgido esempio di grandi uomini, tra questi si annovera anche Padre Agostino de’ Cupiti, vissuto nel 1500.
Agostino de’ Cupiti, studiò le scienze filosofiche e curò da esperto la “poesia volgare” e per i suoi meriti ebbe l’onore di essere iscritto all’Accademia Fiorentina, autore di diverse composizioni liriche, moltissime Ottave, Canzoni, Madrigali……. e bisogna solo leggere il lavor di Mariano Pastore.
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AGOSTINO de’ CUPITI
di Mariano Pastore
La città di Eboli, ha posseduto vestigia greche e romane, ma a noi, figli del XX secolo, ben poca cosa di quelle ricche memorie di cultura e civiltà è rimasta. Restano le chiese, i conventi, i documenti dei grandi uomini che vi sono nati in ogni secolo. Pietro da Eboli, poeta latino, Prospero e Agostino Carovita, Cirillo Fulgione, celebri giureconsulti, Matteo Ripa, pittore e Missionario a Pechino, presso la corte imperiale e fondatore del Collegio dei Cinesi, oggi Istituto Orientale di Napoli, Bernardo Silvano, cartografo e umanista, Marino da Eboli, generale dell’Imperatore Svevo Federico II, nonché Gherardo degli Angeli, poeta e oratore e tanti altri.
Eboli fu anche la patria di fra Agostino dei Cupiti dei Minori Osservanti, teologo, poeta, scrittore, gran predicatore e allievo prediletto del Panigarola. Cercherò di darvi notizie raccolte da vari biografi che di lui si sono interessati. La storia letteraria della nostra regione deve far assurgere a livelli più alti uomini che, pur grandi, sono stati tenuti in letargo. Padre Agostino de’ Cupiti nacque ad Eboli nel 1550 da nobile famiglia esistita fino alla fine del XVII sec. Da giovane si convertì alla religione di San Francesco, vestendo l’abito fra i Minori Osservanti, il 4 maggio del 1568. Lo canta nella prima quartina di un sonetto stampato tra le Rime spirituali (carta 147) con il titolo:
L’amante convertito:
“ O miei giorni mal spesi, o mal spese hore
Ch’in sino a questo dì quarto di Maggio
Del mio decimo ottavo anno, che ‘l raggio
Divin m’illustra, perdei dopo Amore…”.
Nell’Ordine studiò come tutti gli altri religiosi, le scienze filosofiche e le teologiche con i primi rudimenti dell’eloquenza italiana; veniva nominato a quel tempo teologo e predicatore esimio. In un registro della provincia degli Osservanti di Principato Citra si legge che per un periodo sostenne anche la carica di Diffinitore (1594). Coltivò la volgare poesia, e si rese celebre in Italia anche prima della pubblicazione delle sue opere. Nel 1586 venne ascritto con sommo onore all’Accademia Fiorentina. Il suo elogio si trova dopo quello di Papa Urbano VIII e di Monsignor Cosimo dei Conti della Gherardesca, vescovo di Colle. Il compilatore di detto elogio ci fa sapere che “Fra Agostino” predicò con molto grido, onde Camillo Pellegrino, poeta fiorentino gli dedicò un sonetto che è impresso tra gli altri suoi, dati in luce dall’Ammirato (carta 101).
Al Rev. P.f. Agostino d’Evoli,
Predicatore mobilissimo e celeberrimo
“ Mente, che pura a guisa di Colomba
Alzata a Dio, sì chiaramente intendi;
Spirto, che al Cielo d’eloquenza stendi
L’ale, e fai l’Alme a vita uscir di tomba.
Voce, di cui più dolce non rimbomba
Altra ne’ cor, che d’amor santo accendi;
Lingua, che in Tosco dir men chiare rendi
D’Arpin, d’Atene, la famosa tromba
Se col pennello di natura, e d’arte
Pingete co’ miglior vivi colori
All’interno veder vive figure;
Voi lodar, basso stil non s’assecure:
De’ miracoli vostri è minor parte,
Qualor furate per l’orecchie i cori”.
Fra tanti biografi che ne fanno menzione, il Tafuri, nella sua “Historia degli scrittori nati nel Regno di Napoli” (tomo III, pag. 3, Napoli 1754 presso la Stamperia Severini) dice: “Nell’eloquenza fu sì dotto, che con sommo onore predicò nei più cospicui pulpiti del Regno, in quelli d’Italia e oltre confine”. Le opere sue date alle stampe sono le seguenti: Rime spirituali, (dedicate all’Infante di Spagna Serenissima donna Caterina d’Austria, duchessa di Savoia), in Vico Equense, 1592 presso la stamperia di Giuseppe Cacchi. Il libro finisce a pagina 176. Seguono i due sonetti di Monsignor Paolo Regio, Vescovo di Vico Equense in lode a Fra Agostino de’ Cupiti della terra di Evoli. In dette Rime si leggono diverse composizioni liriche, moltissime Ottave, Canzoni, Madrigali in onore dei Misteri della Beata Vergine e di alcuni Santi, contiene pure altri argomenti come il Poeta illuminato, nel quale canta la morte di Gesù Cristo; il Peccatore giustificato; e l’Amante convertito. E finisce con le lodi in ottava rima di Donna Caterina d’Austria, del Duca suo Consorte, della Maestà del Re suo Padre, e di Carlo V suo nonno. “Caterina martirizzata”, poema sacro edito a Napoli nella stamperia della “Stilliola” a Porta Regale, 1594 di 252 pagine in formato quarto. Oltre alla tavola iniziale e a quattro sonetti dedicata sempre all’infante di Spagna donna Caterina d’Austria. Alla Santità di N. S. Papa Paolo V “Corona di dodici ragionamenti di Santi invece delle dodici Stelle, delle quali coronata la Chiesa vidde San Giovanni”, edito in Napoli, presso Giovanni Domenico Roncagliolo 1608, in quarto, di pagine 482, oltre alla Tavola, le 12 prediche dette in Roma, Genova, Firenze, Anversa, Parigi, Napoli, Monaco, Nizza, Madrid, la decima terza nel Duomo di Ferrara nell’anno 1588, intitolata al cardinal Borghese, nipote di Paolo V.
Agostino de’ Cupiti, all’età di 68 anni, dopo aver fatto edificare il 24 maggio 1595 (posa della prima pietra) con le elemosine dei fedeli a lui devoti, la chiesa dell’Ospedaletto di Napoli; dove si rileva che nel 1600 all’inaugurazione vi fece la sua sesta predica. Morì la notte del 10 gennaio del 1618 nel convento da lui eretto. Da un necrologio della provincia degli Osservanti di Principato Citra si può certificare la sua grandezza. Nella chiesa da lui voluta gli fu eretto un monumento. La lapide che lo ricorda fu dettata da Padre: Reale Professore, Niccola Columella Onorati.
Augustino de Cupitis
Ebolitano
Ex Ord. FF Minor. Observant.
Theologo Concionatori poetae
Ac
Inter Priscos Florentinae Academ.
Socios Adscito
Quod
Templum Hoc in Quo Eius Ossa
Requiescunt
Ex Conlecta Fidelium Stipe.
Ab Inchoato Erexerit
Et Elegantissime Exornaverit
Nicolaus Honoratus
Eiusdem Ord. Ecclesiae Rector ac in r
Neap. Academ. Professor
Ut Tanti Facti Memoriam Pene Oblitam
Revocaret Perpetuamq. Redderet
Post Evulgatum de viri cl. vita
Et Studiis Commentarium
Monumentum P. An. Sal. MDCCCXVI
Decessit IV Idus Januarii An. MDCXVIII
Aetatis Suae P. M. LXVIII.
Mariano Pastore
Molto interessante la storia di illustri ebolitani del passato!!!Se fosse possibile,gradirei sapere qualcosa su Marino da Eboli,generale dell’imperatore Federico II di Svevia,magari consultando altre fonti disponibili.Grazie,Mariano Pastore!
Liliana Del Mese
x la sig.ra Del Mese Liliana.
Basta mandare il suo indirizzo di posta elettronico a mapa39@gmail.com è avra notizie dettagliate su Marino da Eboli. Mariano Pastore
E’ veramente interessante il lavoro di Pastore ed è ammirevole per Admin che lo pubblica.
Complimenti
Come ho detto qualche tempo fa al figlio Gian Maria:”Papà merita di passare alla storia cittadina”,tale nuovo studio conferma meriti ed auspici! Complimenti.
Mariano, io te l’ho pubblicato ben prima. O.T.: sono a Eboli