7 aprile, ore 18, Aula Consiliare “Isaia Bonavoglia”, Comune di Eboli Rapporto Svimez: i dati dell’economia campana nel decennio della crisi.
L’incontro dibattito,organizzato dalla Fondazione Gaeta-Centro Studi Levi al quale parteciperà il presidente Svimez Adriano Giannola, patrocinato dal Comune di Eboli rientra nell’ambito del V° Concorso Nazionale e Internazionale Artistico – Letterario “Carlo Levi”.
da POLITICAdeMENTE il Blog di Massimo Del Mese
EBOLI – Si terrà il prossimo 7 aprile alle ore 18, presso l’Aula Consiliare del Comune di Eboli “Isaia Bonavoglia” l’incontro dibattito organizzato dalla Fondazione Gaeta – Centro Studi Levi con Adriano Giannola, presidente Svimez, l’Associazione per lo SVIluppo dell’industria nel MEZzogiorno. L’iniziativa che gode del patrocinio del Comune di Eboli si svolge nell’ambito del V° Concorso Nazionale e Internazionale Artistico – Letterario “Carlo Levi”.
L’ultimo Rapporto Svimez segnala un miglioramento, sia nel contesto territoriale che nazionale, segnato da persistenti problemi legati a politiche pubbliche nazionali anticicliche subordinate ai vincoli comunitari. L’elemento principale della crisi del Mezzogiorno è il completamento del ciclo dei Fondi Strutturali nella programmazione 2007/2013 con un aumento degli investimenti pubblici. Nell’anno trascorso, la diminuzione degli investimenti pubblici in alcuni settori fa’ diminuire di uno stimato 0,5% il PIL al Sud rispetto ad una crescita nazionale dell’1%.
Oggi al Sud viaggiano meno treni regionali che in Lombardia e l’età media dei treni è di 20,4 anni contro i 16,6 anni del Nord. Sono trascorsi più di 20 anni dalla fine dell’intervento straordinario al Sud e il Sud ha fatto passi indietro: appare oggi come il prodotto del fallimento dello Stato, ma anche del libero mercato.
Il mezzogiorno appare come un deserto sociale, in cui il Governo nazionale spende poco, taglia molto. Il risultato è quello che conosciamo e viviamo nel presente: famiglie in miseria, donne estranee al mercato del lavoro, giovani disoccupati o precari, popolazione sempre più vecchia. Oggi il reddito medio di un cittadino del Sud vale poco più del 55% di quello di un cittadino del resto d’Italia. Esattamente come negli anni 50. Un dato appare chiaro: la ripresa stabile e duratura dell’economia italiana nel suo insieme non può avvenire senza un rilancio del Sud.
Dopo i Saluti istituzionali della Presidente della Fondazione, Rosaria Gaeta e del Sindaco di Eboli, Massimo Cariello, ci sarà l’intervento di Erasmo Venosi, Coordinatore della Fondazione. Modera il giornalista – scrittore Rocco Brancati.
Eboli, 5 aprile 2017
Nell’ultimo ventennio la cosidetta “questione meridio-
nale “è stata come derubricata dal dibattito politico,
sia a destra che a sinistra. I dati esposti dal prof
Adriano Giannola sono impressionanti.Mali antichi e
nuovi:disoccupazione,disuguaglianze e soprattutto
emigrazione intellettuale.Il divario Nord-Sud cambia
forma ,ma la sostanza è sempre la stessa. La questio-
ne dello sviluppo del Mezzogiorno rimane questione na-
zionale ed europea,averlo dimenticato ha provocato
danni gravissimi all’intero sistema economico.
Il Mezzogiorno è intrappolato in un equilibrio di
arretratezza a causa delle scelte consapevoli delle
sue classi dirigenti dettate dalla convenienza a
estrarre un beneficio dalla conservazione dell’esi-
stente. Gia’ vent’anni fa’,lanciava il suo monito
il decano degli economisti italiani,l’illustre prof.
Augusto Graziani:”le classi dirigenti traggono il
loro potere dalla struttura dipendente dell’economia
meridionale e non possono quindi avere interesse
diretto a vedere capovolti i tratti fondamentali”.
Si puo’ convenire che il meridionalismo è morto e
quindi dobbiamo accontentarci di questa modernita’
squilibrata del Mezzogiorno? Se andiamo a riflettere
sugli anni dei movimenti e delle lotte sociali,del-
l’occupazione delle terre ,della lotta contro la
proprieta’ assenteista ,se ricordiamo la rivolta
di Battipaglia del 1969 ,la ribellione di Eboli del
1974,è proprio l’assenza del protagonismo delle masse
,nei comportamenti politici e culturali ,che caratte-
rizza la crisi del Mezzogiorno.
Ad essere squassata dalla crisi economica è la stessa
concezione della modernita’ come espressione della
razionalita’ occidentale ed europea.Il Mezzogiorno
si colloca al crocevia di una continua modernita’ e
di una altrettanta continua e rifunzionalizzata
arretratezza,per cui deve essere sottolineata l’impor-
tanza della cornice socio-culturale dei processi di
sviluppo economico.
La studiosa napoletana G.Gribaudi ,nel riflettere
sui “fatti di Eboli el 1974″ ha proposto una origina-
le ricostruzione storico-antropologica:” il ceto poli-
tico meridionale ha fatto del ruolo subalterno del
Mezzogiorno la propria forza ; non ha mai appoggiato
uno sviluppo della realta’ meridionale a partire dalle
sue risorse produttive”
La modernizzazione del Mezzogiorno è solo apparente
e non investe le basi economiche ,le strutture socia-
li,i modi di partecipazione alla vita collettiva.
Tra le tante ragioni ,storiche e politiche,vi è
anche l’inadeguato consolidamento dello Stato moderno
sul terreno fondamentale della sovranita’ della
legge e della tutela dei diritti dei cittadini:una
modernita’ senza sviluppo.
Forse ha ragione il prof Cafagna,,illustre studioso
di storia economica:trattasi di un dualismo Nord-Sud
strutturalmente incolmabile-
P.S Le parole del prof.Giannola sono state impor-
tanti ,roboanti le intemperanze verbali del coordi-
natore della benemerita Fondazione Gaeta. Nel ricordo
del mio antico Maestro di economia politica,il prof
Augusto Graziani del quale è stato allievo anche il
prof.Giannola ,l’rconomia politica è scienza che
richiede ben altra preparazione che non sia solo la
lettura dei giornali.
Avrebbe detto Carlo Levi,che gli interventi del coor-
dinatore della Fondazionr Gaeta appartengono ai
“comizi luigini” simili a quelli di Don Luigino ,
podesta’ di Aliano (Anno Domini 1935,XIII dell’era
fascista) Don Luigino Magalone era un noto esperto di
rumori.
peppe leso 9 aprile 2017