E’ un errore alimentare le divisioni nel partito. Intervista de l’Unità al capogruppo Pd alla Camera.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
ROMA – Riceviamo da “Area Dem“‘ e volentieri pubblichiamo l’intervista al Capogruppo parlamentare alla Camera dei Deputati del Partito Democratico Ettore Rosato, rilasciata al quotidiano “L’Unitá”.
Pier Luigi Bersani attacca frontalmente: «Se Renzi forza …è finito il PD» e nasce un soggetto nuovo, «plurale e democratico».
Ettore Rosato, capogruppo alla Camera, non può far altro che indossare l’elmetto da pompiere e provare a gettare acqua. Tanti, troppi, fronti aperti nel partito democratico. Legge elettorale, congresso, voto… Una cisterna intera di acqua non basta.
Rosato, Bersani ve lo ha detto chiaramente: o si fanno congresso e una legge elettorale in grado di garantire governabilità o il Pd è morto e nasce un nuovo soggetto politico. Cioè scissione.
«Mi senibra interesse di tutti ora rafforzare il Pd anche con un’alleanza di tutto il centrosinistra. Eviterei toni apocalittici e divisivi».
Non le sembra che i buoi siano già fuori dal recinto?
«Sono nel corridoio? Se ci sono colleghi che hanno assunto decisioni in tal senso me ne rammarico. Farò di tutto, come capogruppo, per tenere unito il partito, ma certo non è con i ricatti che si sta insieme».
Bersani e le minoranze pongono questioni precise: congresso prima del voto, legge elettorale e elezioni più in là.
«Alla Camera abbiamo calendarizzato la discussione sulla legge elettorale per il 27 febbraio. Quello sarà un banco di prova per un confronto che punta atrovare un accordo nel partito, nella maggioranza e nel Parlamento. Ci presenteremo con la nostra proposta, il Mattarellum, e se su quello non ci sarà un’intesa, sono convinto che si possano fare modifiche alla legge attuale che consentano anche di rispondere alle giuste raccomandazioni del presidente Mattarella.
Aggiustamenti che garantiscano al meglio due principi: governabilità e rappresentanza. Quanto al congresso, prima dell’ultima Assemblea nazionale, c’è stata la richiesta della minoranza di non anticiparlo, come era stato paventato. Lo faremo a scadenza naturale».
Mentre parliamo arrivano le dichiarazioni del presidente del Partito, Matteo Orfini, che annuncia primarie in caso di voto anticipato.
Ecco l’ultima notizia: se si va al voto a giugno si fanno le primarie. Basterà a far deporre le armi?
«Le armi vanno deposte nell’interesse dell’Italia. La nostra responsabilità è enorme e nel nostro partito prevalgono di gran lunga i responsabili».
L’ultimo scontro è nato sui vitalizi dei parlamentari. Renzi dice che si prova ad allungare il brodo proprio per questo e i parlamentari dem stavolta non l’hanno presa bene.
«Conosco i miei colleghi di gruppo: non stanno qui per soldi, e lo pensa anche Matteo. Poi, nel caos comunicativo di questi giorni può scappare anche qualche parola in più nel rispondere alle provocazioni costanti dei grillini: su questo tema, come su tanti altri, fanno molta demagogia, tante chiacchiere, ma nei comportamenti hanno molto da imparare, il Comune di Roma insegna».
Non sarebbe meglio concentrarsi su altro anziché replicare al M5s?
«Non solo siamo concentrati su proposte concrete, ma le votiamo anche. Siamo stati noi ad abolire i vitalizi. In questa legislatura, inoltre, il Parlamento ha lavorato come mai in passato. E in questo periodo molte riforme sono state fatte proprio grazie alla professionalità, al contributo e all’impegno instancabile di tanti colleghi».
Napolitano dice che in Italia troppo spesso si ricorre alle urne anticipate. Non le sembra un messaggio diretto al Pd?
«Ciò che dice il presidente emerito Giorgio Napolitano, a cui va la solidarietà mia e del gruppo per gli attacchi volgari di Salvini, è condivisibile soprattutto per il passato. Noi dobbiamo valutare, oggi, se nei prossimi mesi è più produttivo per il Paese continuare nel nostro lavoro, fare la manovra economica e poi andare alle urne. Oppure affidare il compito alla prossima legislatura, consentendo che chi vince le elezioni faccia la legge di Bilancio che poi dovrà attuare il prossimo anno. In ogni caso, come prevede la Costituzione, sarà il Capo dello Stato a decidere».
Molti parlamentari Pd temono un’altra sconfitta alle urne. Bersani mette in fila quelle degli ultimi mesi. C’è o no anche questo tema?
«Il Pd deve smetterla di litigare al proprio interno e mettersi a lavorare per costruire le condizioni affinché la nostra proposta politica sia convincente e comprensibile. Questo vale sia se si vota a giugno che a febbraio. Il vero tema su cui soffermarci è il programma con cui vogliamo presentarci al Paese».
È vero che avete stretto l’accordo con M5s e Lega per estendere anche al Senato l’Italicum?
«È vero che abbiamo raggiunto l’accordo per calendarizzare rapidamente la legge elettorale. Lo dovevamo anche al Capo dello Stato che aveva raccomandato un intervento legislativo».
Renzi dice di tenersi lontano da discussioni su voto e legge elettorale eppure in Parlamento non si parla d’altro.
«Di legge elettorale ci occuperemo tra una settimana, ma il programma di lavoro è molto più intenso. Ci occuperemo di responsabilità civile dei medici, protezione del sistema bancario italiano, processo penale e testamento biologico, per citare alcuni temi. Tutte leggi che ci piacerebbe chiudere prima della fine della legislatura. Se trovo un difetto nelle cose che abbiamo fatto in questi anni è che le abbiamo raccontate poco. Farlo e farlo meglio è un compito che spetta a ognuno di noi».
Roma, 4 febbraio 2017