Il Neurochirurgo dott. Brigante, Primario all’Ospedale San Leonardo di Salerno, estraneo alle “mazzette” per il superamento delle liste di attesa.
A stabilirlo è stata la Corte di Cassazione con la Sentenza n.46650/2016 del 7/11/2016. Il Dott. Brigante è stato prosciolto insieme al suo collega Liberti Cardiochirurgo alla Clinica San Rossore di Pisa, dall’accusa di aver percepito indebitamente somme utili a superare le liste di attesa presso il Reparto di Neurochirurgia del Ruggi di Salerno.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
SALERNO – La Suprema Corte ha restituito l’onore al dott. Brigante Luciano, primario Neurochirurgo dell’Ospedale di Salerno “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno.
A stabilirlo è stata la Corte di Cassazione di Firenze, presieduta da Francesco Ippolito, con la Sentenza n.46650/2016 del 7/11/2016. E cosí Brigante è stato prosciolto, insieme al suo collega Gaetano Liberti Neurochirurgo alla Clinica San Rossore di Pisa, dall’accusa di aver percepito indebitamente dai pazienti, somme utili al superamento delle liste di attesa, e per essere operati da Fukushima Takanori, il Neurochirurgo giapponese di fama mondiale.
Senza entrare nel merito della sentenza, del castello accusatorio e della fase processuale, ritenendo non sia giusto ricordare momenti e fatti che in ogni caso toccano chiunque ne sia stato coinvolto e specie chi si sente estraneo a fatti contestati, resta il fatto che una storia a tinte fosche ed infamante si conclude positivamente per l’accusato e/o gli accusati, sebbene a seguito della quale, purtroppo, si è causato un bel po di danni, infangato uomini e professionalità, modificato i corsi naturali delle cose, e messo in discussione una vita professionale brillante, come quella del Dott. Brigante, certificata tra l’altro da risultati conseguiti, questi si: Veri; certificati; inequivocabili; che sono rappresentati da circa 2500 interventi neurochirurgici complessi e tra questi applicando molte tecniche innovative ed annoverandoli tra i primi interventi eseguiti in Italia. Una mole di lavoro che la stessa Azienda Sanitaria Universitaria di Salerno indica nel Bando di Concorso per il Dirigente di Neurochirurgia, incarico che il Dott. Brigante ricopriva, mole di interventi che pare, proprio da quando lo stesso Brigante non ha potuto più svolgere la sua attività sarebbero calati di numero e di valore. Una conseguenza, che se dovesse rispondere al vero metterebbe sotto i riflettori, ed in maniera negativa il Reparto, la Dirigenza medica, quella Sanitaria Aziendale e l’intera vicenda che portò all’epoca l’Ospedale Ruggi alla ribalta delle cronache nazionali, per la così detta “mazzettopoli” per superare le Liste di attesa, “mazzettopoli” alla quale la Suprema Corte ha definitivamente sancito l’estraneità ai fatti del Dottor Brigante Luciano.
Quello che ci amareggia è che spesso, specie quando si sbatte il “mostro” in prima pagina e gli organi d’informazione si accaniscono e ripetitivamente raccontano ad ogni circostanza fatti, che pur non sono ancora divenuti atti processuali, generano quell’equazione “Accusato: Colpevole” e che concorrono all’accusa preventiva, quella che ti sputtana, e guai a chi ci incappa, roba da far vacillare anche l’uomo più democratico. Un’accusa mediatica che quando si subisce finisce per far precipitare nel “burrone” e rende difficile risalire la china a chiunque? Di queste storie se ne sentono a centinaia, troppe. Dalle nostre parti tra Battipaglia, Eboli, Salerno, Cava, insomma da Scafati a Sapri sono stati tantissimi, tra imprenditori, professionisti o semplici cittadini che non si sono più rialzati.
E se le spalle del Dott. Brigante o di tanti altri, non fossero state solide e le sue professionalità e bravura non fossero state riconosciute in Italia e all’estero, e se ancora non avesse avuto la forza della sua famiglia e dei suoi amici che gli hanno dato la giusta spinta per resistere e andare avanti, oltre a quella Giustizia che in questo caso è stata abbastanza veloce, cosa sarebbe successo? Non vogliamo immaginarlo nemmeno per un minuto-secondo.
Questo caso, anche se con tante ammarezze e tanti brutti ricordi, ha avuto un epilogo positivo, e ora è il caso che vi sia un riconoscimento per lui e per coloro i quali hanno vissuto la stessa esperienza, riconoscimento che, in spregio alla più limpida delle deontologie professionali alle quali giornalisti e organi di informazione dovrebbero attenersi, oggi è Legge; riconoscendo il “Diritto all’oblio“, a tutti coloro i quali sono sfortunatamente incappati nelle maglie dell’informazione malata. “Diritto all’Oblio” chericonosce, come anche un seplice ricordo, semmai involontariamente o artatamente richiamato, possa essere un ulteriore “sfregio” al danno subito e rappresenta una forzatura che non può altro che rafforzare il disprezzo per chi viola quel diritto. La Stampa che allora si accanì però oggi è distratta, così come è distratta rispetto alle denunce che spesso si è lanciati da questo sito circa lo scandalo degli scandali dell’ALPI, lo “straordinario” miliardario con il quale si abbuffano i medici del “bottone”.
E oggi quell’accusa preventiva e infamante viene smontata e la Corte Suprema restituisce l’Onore al Dott. Luciano Brigante stabilendo con il “sigillo” della Giustizia la verità. Ovviamente una “Post Verità“, perchè quella che è stata divulgata non era una verità e se poi si dovesse scoprire che quella “bugia” spacciata per verità fosse stata architettata e con maestria portata avanti, da parte di chi in queste cose ci sguazza, per ottenere qualche benegicio, cosa si dovrebbe fare? E manco a farlo apposta, con un sincronismo straordinario dopo questa vicenda, è stato Bandito un Concorso per Dirigente di Neurochirurgia, per ricoprire quel Ruolo che, sebbene provvisoriamente ricopriva Brigante avendone i titoli, e che pare sia in corso di espletamento. Concorso, ovviamente che Brigante se ne sarebbe sicuramente è tenuto fuori, dopo quello che è accaduto, indipendentemente dalle sue scelte, comunque non avrebbe potuto parteciparvi avendo sul groppone quelle accuse, e avendo in più ricevuto dall’Azienda Sanitaria Universitaria di Salerno, anche un provvedimento disciplinare.
Mettendoci un poco di malignità, sembrerebbe siano sequenze ad orologeria:
- Accusa;
- sospensione immediata;
- Bando di concorso dopo qualche giorno dalla sospensione;
- ordinanza del GIP di rientro in servizio;
- provvedimento disciplinare, dopo l’Ordinanza del GIP;
- svolgimento del concorso.
Ma di questo, ovviamente, non vi è raccia in nessun organo di informazione. E poichè si è in piena era di “post verità” non sarebbe il caso si aprisse in quel bel fascicolo anche una “indagine” per comprendere se vi siano in questa sequenza fatti e condotte illegali? Sarebbe una garanzia perchè quella verità vera venisse fuori, e noi non pubblicheremmo la notizia dell’aperturadi una indagine a carico di chicchessia, ma pubblicheremmo quella che stabilisce la verità e l’onore, soddisfatti di aver reso un buon servizio all’informazione.
Salerno, 3 gennaio 2017
Corte di Cassazione di Firenze…