Una Piazza a Battipaglia per Almirante. “A ridaglie”. Longo (FI): “Antifascismo militante“.
La polemica dopo l’approvazione in consiglio della mozione di intitolazione di una Piazza al Leader missino Almirante, mentre la Città è a pezzi senza nessuna via di ripresa, le fabbriche chiudono e si perde il lavoro, i commercianti chiudono e falliscono, la piana è invasa da Serre, pesticidi e rifiuti, la Sanità pubblica è in ginocchio, servizi inesistenti e l’ambiente è uno schifo.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
BATTIPAGLIA – «La polemica che si è scatenata all’indomani della mozione su Almirante – si legge in una nota politica di Valerio Longo Capogruppo consiliare Forza Italia in merito alla polemica suscitata dalla mozione presentata ed approvata mercoledì scorso in Consiglio comunale, per intitolare una piazza all’ex missino, Giorgio Almirante – non mi ha meravigliato.
Dopo qualche anno di oblio, – prosegue Longo – si è riorganizzata la mobilitazione permanente dell’antifascismo militante, ancorato alle contrapposizioni ideologiche. Ad iniziare dai vertici del PD. All’indomani dello scioglimento per “infiltrazioni malavitose” dell’amministrazione Santomauro nessuna riflessione politica è stata fatta. A partire proprio dal PD, che di quel governo era la massima espressione politica. Neanche un rigo, una parola, per analizzare quella esperienza.
Eppure su Almirante – aggiunge il Capogruppo Consiliare di FI – i democrat si sono immediatamente stracciati le vesti. A partire dal segretario provinciale. Il buon Landolfi, che prima e durante le ultime elezioni amministrative aveva brigato per far perdere il suo partito, a favore della coalizione di Motta, è uscito dalle catacombe per urlare al mondo tutta la sua “indignazione”. All’unisono con la sinistra radical chic locale, che nel 2016 agita ancora la bandiera dell’antifascismo militante.
Tutto un mondo politico, che su Almirante ha ritrovato l’alibi per alzare la voce, – sottolinea Longo – per dimostrare che esiste ancora. Tutti questi personaggi in cerca d’autore stanno spendendo fiumi di parole per lavare il grande “affronto” subito. Si è arrivati ad attribuire ad Almirante finanche la responsabilità dei morti civili causati dai bombardamenti anglo-americani sulla città nel 1943. La sinistra predica tolleranza e giustizia, ma poi si dimostra avara nell’applicazione di tali principi.
Addirittura sul piano locale si minacciano ritorsioni rispetto alla collaborazione istituzionale. – fa rilevare il capogruppo di FI – Ma come si fa solo a pensare ad una cosa del genere. Come si fa a barattare la collaborazione istituzionale con l’intitolazione di una strada. Il governo cittadino è stato chiaro fin dall’inizio. Nel rispetto dei ruoli, tutti sono chiamati a dare il loro contributo per il rilancio di Battipaglia. D’altronde la situazione ereditata non consente a nessuno di sottrarsi alle proprie responsabilità politiche.
Onestamente – aggiunge – il comportamento assunto sinora dal PD in consiglio comunale è stato improntato al massimo rispetto e correttezza istituzionale. Si riconosce al capogruppo Egidio Mirra di portare avanti una opposizione costruttiva, mai preconcetta. Per questo motivo non vedo come l’intitolazione possa interferire sui rapporti istituzionali.
La toponomastica cittadina – conclude Valerio Longo – risente di una evidente impostazione politico-culturale di sinistra, eppure nessuna amministrazione di centro-destra ne ha mai messo in discussione la legittimità. La proposta non rappresenta affatto un elemento di divisione e sarebbe anzi un segno di maturità per tutti riconoscerne la fondatezza. Leader come Giorgio Almirante appartengono ormai di diritto alla storia nazionale. Un patriota, che amava la sua nazione, che credeva nella democrazia e nell’etica della politica».
Non si meraviglia Longo e non ci meravigliamo nemmeno noi. A Roma quando si insiste su qualche cosa che non è opportuno al momento dicono: «A ridaglie“. Ed è proprio il caso di dire “A ridaglie” e non perché è impossibile si possa intitolare una Piazza ad Almirante, ma perché sembra essere fuori contesto e del tutto inopportuno, specie se si tiene conto che al momento la maggioranza che ha espresso la Sindaca Cecilia Francese, sembra non abbia ancora raggiunto la fase di rodaggio, presa come è dai suoi problemi interni, non avendo neanche essa raggiunto un equilibrio politico stabile, ignorare che l’Amministrazione è al palo e presentare una mozione che sebbene sia passata non è certo risolutiva per la città e nemmeno per i rapporti interni, è veramente destabilizzante e fuorviante.
E non c’entra ne “l’antifascismo militante” a cui fa riferimento Longo ne talpoco il “Fascismo strisciante e retrò” che spesso pervade taluni. Entrambe le tesi che portano avanti i rispettivi sostenitori, hanno un sapore tardo-vendicativo, che nulla ha a che fare con la storia recente e meno recente a partire dal famoso “Ventennio”, per attraversare il quarantennio della Prima Repubblica, giungere alla così detta Seconda Repubblica e passare di già in una terza repubblica dai contorni molto ma molto confusi, basta pensare che a difendere la Costituzione contro le Riforme Renzi-Boschi sia stata proprio la destra nel suo complesso, il populismo grillino, quello leghista e l’estrema Sinistra.
In un momento così difficile per la Città di Battipaglia, che è appena uscita da un lunghissimo Commmissariamento, conseguenza dello scioglimento del Consiglio comunale per “infiltrazioni camorristiche”, invece di pensare di fortificare la struttura morale, legale ed economica di una Città in ginocchio e mortificata da tutte le scorribande, che ad onor del vero riguardano tutte giunte di Destra, quasi tutte commissariate per autoconsusione e lotte clandestine interne e senza esclusione di colpi, si introduce una mozione tardo-politica fregandosene delle conseguenze. È una tattica per deviare l’opinione pubblica dalla palude in cui è finita l’Amministrazione Francese o è un rigurgito tardivo dell’affermazione capricciosa di un simbolo politico da mostrare a mò di un “Totem” per marcare un territorio?
I simboli perché diventino universali devono essere riconosciuti ed apprezzati da tutti, non vanno mai imposti, altrimenti diventano monumenti alla forza. E poi c’è sempre un altro che vince e come per Montecorvino Pugliano laddove il Sindaco di allora Di Giorgio dedicò al Almirante una Piazza con busto, mentre il nuovo Sindaco ha provveduto alla sua rimozione. I richiami alla storia non possono essere confusi e comunque la storia non può essere brandita come una clava e chi più ce l’ha dura e grossa vince. La storia si scrive ogni giorno e la cronaca ne fornisce il materiale per ogni capitolo. E la cronaca ci dice che la Città di Battipaglia ha delle potenzialità enormi che le potrá quadruplicare solo se riesce a collegarsi con le realtà territoriali che la circondano e oggi visto che non si è fatto “ieri” con Santomauro e l’altro ieri con Zara 1, Zara 2, l’interregno di Zara e il suo FF, Liguori, Barlotti, praticamente un altro ventennio di Destra con cinque commissariamenti, si potrebbe fare oggi, incominciando a discutere di ambito territoriale di un Piano Urbanistico territoriale, di proporre una serie di interventi comuni e funzionali allo stesso ambito con reti di servizi, piattaforme logistiche ripensando ancora all’interporto, immaginando e pensando ad un polo scientifico-tecnologico-produttivo e di ricerca, funzionale alle vocazioni del territorio ma anche ai dettami dell’economia che comprendono scolasticamente: l’industria primaria; la secondaria; la terziaria e dei servizi; la quaternaria e la quaternaria avanzata; e ovviamente pensando queste debbano convivere insieme alle popolazioni senza che siano invasive e prevaricanti sia nei confronti dei singoli cittadini che degli investitori e imprenditori.
Insomma pensare che i cittadini abbiano il diritto di vivere bene e in salute e per questo insistere affinché si ottenga una rivisitazione delle strutture sanitarie pubbliche potenziandole e mai mortificandole. Ovviamente qualsiasi discorso non può prescindere la difesa dell’ambiente e con esso pensare di ultimare in fretta il ciclo produttivo dei rifiuti, e completare la filiera, affinché diventi una opportunità e una ricchezza anziché un tormento per i cittadini. Pensare al campanile non giova e se poi si vuole mettere un Fez sul campanile, per affermare un tipo di ideologia, peggio ancora, così come non ha giovato il riconoscimento solo per Battipaglia di Area di crisi industriale complessa, sebbene si sia presentata una opportunità, si è compreso fin da subito sia stato un elemento di discordia rispetto ad una eventuale dislocazione a Battipaglia della Fonderia Pisano. Se si dovesse decidere di accogliere la Pisano, la Maggioranza perderebbe di colpo qualche elemento.
Purtroppo per tutti c’è un detto che recita: “O si fa la puttana o la bella donna“, nel senso che se si è voluto l’inclusione di Battipaglia nell’Area di crisi, non si può volere l’una senza volere l’altra e ci si deve aspettare questo ed altro. Si potrebbe continuare ancora elencando altre tematiche purtroppo al palo, mentre Longo e la maggioranza inpaludata si proiettano nell’orgoglio “tardo-politico“.
Al momento Battipaglia ha bisogno di altro, molto altro e di certo i battipagliesi se ne fottono di una Piazza da intitolare mentre perdono i posto di lavoro, le fabbriche chiudono, il Commercio è in profondo rosso, i fallimenti sono oltre la soglia nazionale, i servizi sono a zero, l’ambiente tra lavorazioni di rifiuti, sanzifici, pesticidi e concimi selettivi è uno schifo, la piana è invasa da Serre e mentre incombe alla prima pioggia il pericolo alluvione, la Stazione è diventata un mortorio, la vivibilità uno schifo. Risolviamo o almeno iniziamo ad affrontare tutti questi problemi e poi ne riparleremo della Piazza. In quel caso che si intitoli ad Almirante una strada o una Piazza, sarà certamente più tollerata e POLITICAdeMENTE in quel caso sosterrà questa e altre intitolazioni, saremo ben lieti però di vedere una Città risorta.
Battipaglia, 29 dicembre 20168
Ottima analisi politico-sociale sullo stato dell’arte a Battipaglia.
Nella fattispecie, circa l’intitolazione ad Almirante, a prescindere dalle qualità dell’uomo e dell’onestà intellettuale da riconoscergli, non ci sembra davvero opportuno tale proposta nell’attuale contingenza socio-economica battipagliese.
Infatti qua non si tratta assolutamente di richiamare alcun “antifascismo militante” o complotto dei “poteri forti”. E’ solo una questione di buonsenso.
In una fase di ancora acuti dissapori tra le forze politiche di maggioranza ed opposizione nonchè all’interno degli stessi schieramenti, appare davvero inopportuno proporre l’intitolazione di una piazza a Giorgio Almirante.
Ciò significherebbe seminare ulteriori veleni sulla strada della pacificazione di cui tanto ha bisogno la nostra vicina città per riprendere insieme ad Eboli un progetto mai compiuto e, forse, mai iniziato.
Un progetto comune per lo sviluppo moderno della fascia costiero che, invano, i nostri concittadini attendono da decenni.
Quando si parla del politico Almirante vivono tutti una sorta di complesso di colpa e si cerca di far dimenticare la nostra origine, gli insegnamenti che questo uomo ha dato a tutti, il suo esempio di correttezza e di dedizione alla patria.
Si pensa di conquistare consensi ripudiando pubblicamente la propria bandiera e non si pensa invece che in questi ultimi anni, avete solo ferito e mortificato una Italia che ha attraversato periodi ben più difficili ma che grazie alla guida di Almirante era riuscita a viverli a testa alta anche se con il cuore trafitto dalla morte di tanti giovani attivisti.
Poi peró qualcuno si trova di fronte alle platee di popolo durante le elezioni e chiamate in causa Giorgio Almirante per strappare l’applauso di chi gli voleva e gli vuole bene.
Vorrei che qualcuno me lo spiegasse e che lo spiegasse ai tanti uomini e donne della nostra “adorabile Italia”.
Il problema di Battipaglia in questo momento è dare coraggio e fiduciava noi altri battipagliese, che ormai da anni viviamo una precarietà e una crisi spaventosa che non ci consente di andarecdietro a dei finti miti, dei quali oggettivamente proprio in questo momento non ne abbiamo bisogno.
C’è stato un lungo periodo amministrato dalla destra e ppoi dal centro destra e quello è lo spartiacque. In quei lunghi anni, anziché omologarsi ai partiti ricorrenti si poteva dimostrare di essere diversi, di essre quella destra che si vuole sia “diversa”.
Insomma si è perso un’occasione e condivido a pieno l’analisi di admin, e condivido anche la parte conclusiva: Se si fosse amministrato bene e diversamente, altro che intitolazioni. Oggi non serve intitolare boscate ad e a nessuno. Dimostrate di saper amministrare e noi ci perdoniamo tutto, ma dimostratecelo non con una Piazza dedicata a chicchessia.
Almirante. E che centra in questo momento. Voi state fuori. Non avete proprio niente da dire e da proporre che una via o una Piazza ad Almirante? Molti di noi hanno perso il lavoro, altri più fortunati sono in cassa integrazione ridotta e pensate di addormentarsi con queste baggianate. Dimettetevi se non siete in grado di amministrare.
Non posso crederci. Longo ma veramente ci vuoi cloroformizzare con Almirante. Il mondo è andato avanti e ancora deve trovarevla sua strada e tu sembri un naufrago che sta su un barcone inaffondabile che ci vuole tirare anziché un salvagente una remo con no ab certezza che ci colpisca eccibfa annegare. Annegati tu con i tuoi ricordi. Noi vogliamo altro per Battipaglia e non demagogia.
intitolare una strada ad almirante scoccia a molte persone, ed aumenta la spaccatura tra alcune componenti battipagliesi, aumentando conseguentemente malcontenti e divisioni cittadine con il risultato di avere più astio in una città già “incazzata” di per se. A prescindere da tante altre problematiche, dare l’eterno ricordo in una strada o piazza a qualcuno, sicuramente si preferisce un eroe, un uomo del fare, un uomo di cultura o che sia vissuto e morto per la propria patria, per la propria città e per dei valori assoluti e giusti, oppure a persone che hanno combattuto per difendere il sud prima dell’unità d’Italia, nel ricordo di quello che eravamo e di un periodo storico, il
Risorgimento, rivalutato dal punto di vista storico e sociale.. Insomma, intitolarla a chi ha perseguitato gli “sbandati” condannadoli a fucilazione ed ha usato l’immunità parlamentare per sottrarsi al processo per favoreggiamento nella strage di Peteano, ad opera di terroristi neofascisti, fino a usufruire dell’amnistia per uscire definitivamente dal processo; che avuto accuse di collegamenti alla p2, e alla eversione nera, ritengo sia veramente e semplicemente vergognoso.
A mio umile avviso, una scelta del genere oltre ad essere faziosa e sbagliata, sarebbe un clamoroso autogol politico e amministrativo, allontanando maggiormente il Cittadino da questa amministrazione.
Ma questo è un mio parere personale.
Concordo in pieno con Del Mese. Longo ha sbagliato tempi e modi rischiando di umiliare la memoria di Almirante associandola ad un’amministrazione che sta praticamente dando il colpo finale ad una città, cosa che manco la peggiore Democrazia Cristiana è riuscita a fare con decenni di malgoverno.