Dopo una lunga resistenza ed una complice distrazione pentastellare l’assessore Muraro si dimette e passa dal Campidoglio al Palazzaccio.
Raggiunta da un Avviso di Garanzia l’ex consulente dell’AMA e Assessore all’Ambiente Paola Muraro rassegna le dimissioni nelle mani della Sindaca Raggi, e Davide Casaleggione Beppe Grillo subito archiviano la “pratica”.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
ROMA – Colpo di scena a Roma: Paola Muraro, assessore alla sostenibilità ambientale del Comune di Roma rassegna finalmente le sue dimissioni dalla giunta della Sindaca Virginia Raggi. La notizia è stata ufficializzata con un comunicato stampa partito dal Campidoglio intorno all’una e mezza di ieri notte.
«Oggi – Scrive la Muraro – tramite il mio legale la Procura di Roma mi ha notificato un avviso di garanzia in riferimento all’articolo 256 del testo unico sull’Ambiente. Contestualmente sono stata informata che sarò ascoltata dalla Procura il prossimo 21 dicembre, – aggiunge – sono tranquilla e convinta che riuscirò a dimostrare la mia totale estraneità. Tuttavia – conclude – per senso di responsabilità istituzionale ho deciso di dimettermi». Era ora, diciamo noi. L’Assessore Muraro sapeva da tempo di essere al centro di un’indagine e che la Procura indagasse anche su di lei ma insieme ai suoi ha sempre invocato il richiamo alle responsabilità pur restando al “suo” posto.
Una “sorpresa” annunciata: E infatti la Procura ha stretto il cerchio sull’inchiesta che riguarda i rifiuti e il ruolo dell’assessore, soprattutto in riferimento ai suoi rapporti col re di Malagrotta Manlio Cerroni. E cosí, dopo gli addii di Marcello Minenna e di Carla Raineri continuano le bufere sul Campidoglio e la sindaca del “nuovo corso” Virginia Raggi, si ritrova ancora nei guai ma continua a bamboleggiare. Ovviamente, sempre che non ci sia un intervento dei servizi segreti, dalle bocche dei 5 Stelle, che non fanno piú dirette streaming, non sapremo mai nulla, e pare, come è sfuggito a qualcuno delle varie correnti, che si guerreggiano all’interno del movimento, pare ci sia stato un fortissimo pressing da parte dei vertici del Movimento cinque Stelle perché si giungesse alle dimissioni.
Le cose sono poi precipitate e ovviamente si è sciolta quella “fune” che la teneva legata a doppio nodo a quella poltrona, e dopo un colloquio con la Sindaca Raggi e un pianto liberatorio come la Fornero, l’ex Consulente dell’AMA ha dovuto necessariamente, per “senso di responsabilità istituzionale“, sopraggiunto con solo 5 mesi di ritardo, rassegnare le dimessioni nello “stupore” degli abitanti di quello che ormai non è più il Palazzo di Città capitolino, ma un bunker delle sorprese e degli occultamenti, dove si è asserragliato un gruppo di persone che non hanno niente a che vedere con la politica e nemmeno con la morale se si dovesse giudicare dal contenuto dell’avviso di garanzia, paladini fino a ieri della legalità e del la trasparenza, praticanti oggi dell’occultamento di fatti gravi e di ogni notizia riguardante la Capitale e quello che si fa in quel bunker.
Peccato, la Muraro era animata da buone intenzioni e le sue competenze le aveva messe a disposizioni generosamente: prima come Consulente dell’AMA pagata con quattro spiccioli, piú di un milione di euro; poi del Movimento 5 Stelle; e poi ancora della Sindaca Raggi e della Giunta; per risanare l’AMA. «Ho provato a cambiare il sistema da dentro ma non ce l’ho fatta. – ha dichiarato la Muraro – Questo è il mio più grande rammarico». Infatti lei la sua missione l’aveva oltre che a cuore, portata bene a compimento, proprio da dentro: prima da dentro l’AMA; e poi da dentro la Giunta; più dentro di cosí non si poteva.
Ma ovviamente con le dimissioni i 5 Stelle, Davide Casaleggio e Beppe Grillo in testa, non perderanno un attimo ad archiviare la “pratica Muraro“, raccomandando semmai alla Raggi, sempre più imbambolata, a evitare altri “incidenti” e ad evitare di lasciare tracce come nel caso delle mail inviate a Luigi Di Maio e gli altri del cerchio magico pentastellato, se non altro per toglierli dall’imbarazzo, come riveló il Messaggero, di dire bugie.
E cosí esce di scena dopo mesi di “resistenza” l’assessore più “bronzeo” e piú chiacchierato d’Italia e da oggi c’è un’altra casella da riempire ma anche un altro motivo per blindare ancora di più quel bunker, sperando che al suo interno si giunga ad una quadra per dare un Giunta stabile alla Capitale, sperando altresì non si imiti quelli del passato e non si ripetano altri casi del genere perché altrimenti, anziché passare come la Muraro dal Campidoglio al Palazzaccio, passerebbero dal Campidoglio a Regina Coeli.
Roma, 14 dicembre 2016