Rasputin: Il Pioniere della post-veritá

Rasputin: Il pioniere della post-veritá a 100 anni dalla sua uccisione.

Un piccolo saggio quello di Cicalese che riesce avtrovare tante analogie con i tempi moderni, individuando in essi tanti moderni Rasputin e tanti “Pinocchi capovolti e disinvolti”, che disegnano un mondo a noi lontano con le loro post-veritá.

Rasputin
Rasputin

di Vincenzo Cicalese per POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese

ROMA – Riceviamo e volentieri pubblichiamo, un piccolo saggio di Vincenzo Cicalese, che coglie l’occasione della ricorrenza dei cento anni dall’assassinio di Rasputin, trovando delle analogie con i tempi moderni: quelli che noi stiamo vivendo; tempi nei quali i vari e “moderni” Rasputin, con la loro incapace disinvoltura conquistano immeritatamente i famosi bottoni del comando, e con false verità e grandi bugie mantengono distruggendo la società e quel che ancora resta della sua struttura. E questi, altro che “Pinocchi capovolti” ma “Pinocchi disinvolti“, sebbene i loro “regni” durano il tempo di uno starnuto, lasciano a terra un mondo di macerie, a. causa causa di quel “mondo” parallelo che riescono a vivere contrapponendo il loro al nostro senza che questi non riusciranno mai ad incontrarsi.

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Rasputin: Il pioniere della post-veritá

Esattamente un secolo fa, il 16 dicembre del 1916, fu ucciso a San Pietroburgo (Pietrogrado) Gregorij Rasputin il monaco nero conosciuto anche come il santo diavolo, il contadino siberiano semianalfabeta che si vantava di tenere l’Impero nelle mani.

Dell’epoca odierna della post verità, Rasputin è stato un vero e proprio precursore: nel 1907 a 36 anni, con la barba arruffata, i capelli lunghi sporchi e scuri, con i pantaloni e stivali da contadino e una giubba di tela legata con un cordone, entrò nel Palazzo degli Imperatori, preceduto dalla fama di taumaturgo.

In poco tempo conquistò l’anima dell’imperatrice Alexandra Fedorovna che lo riconobbe come Uomo Dio e lo elesse a difensore della propria famiglia ed in particolare del marito, lo zar Nicola II salito al trono di Russia impreparato ad affrontare la grande catastrofe economica, sociale e politica che poi sfociò nella rivoluzione d’ottobre del 1917.

Vincenzo Cicalese
Vincenzo Cicalese

Rasputin, in pochi anni, dalle faccende familiari passò alle questioni religiose, agli affari di Stato, alle vicende diplomatiche, alle scelte di guerra, alle nomine dei vescovi e dei ministri. E quando lo zar Nicola dovette affrontare la guerra contro la Germania e affidò alla zarina Alexandra l’amministrazione dellimpero, indirettamente il potere finì nelle mani del monaco-diavolo di Dio.

L’aristocrazia russa e la burocrazia statale ormai non sopportavano più il potere di questo falso profeta che dopo nottate di orge, ubriaco e sfatto, ballava insieme agli zingari e raccontava le sue intimità con i sovrani, svelando quel potere arcano, superstizioso e materiale che lo faceva definire dal popolo LO ZAR SOPRA LO ZAR.

Così, il 16 dicembre 1916, con una congiura di palazzo, orchestrata dal principe-conte Felix Jusupov, che godeva di immunità in quanto discendente diretto della casa reale, fu eliminato Rasputin, dapprima avvelenato, poi colpito con una rivoltella e infine strangolato perché non aveva voglia di morire.

Ma da cosa derivava questo immenso potere che plagiò a tal punto due dei più potenti sovrani del tempo?

Rasputin, cento anni fa, fu il precursore dell’attuale epoca della post-verità: egli influenzò gli imperatori nonché il popolo russo credulone e superstizioso spacciando per verità la bufala dei suoi inesistenti poteri taumaturgici e divini.

Infatti nessuno mai guarì mentre tutti credevano di guarire appena da lui toccati. E neanche si avverò mai alcuna delle sue profezie di vittoria contro i tedeschi. Tranne una: «se muoio io morirà tutta la famiglia imperiale».

E così avvenne dopo appena un anno, quando i bolscevici, dopo la presa del Palazzo d’Inverno, sterminarono tutti i membri della famiglia reale, compresi i cani e i gatti di corte!

Dopo un secolo pare stiamo vivendo vichianamente le stesse vicende storiche, naturalmente con le dovute proporzioni e situazioni.

Dopo il post-moderno che dichiarò la fine delle ideologie moderniste-futuriste nonché delle utopie illuministe e riconobbe l’importanza di ideali come la razionalità, l’oggettività e il progresso, oggi si va affermando la subdola teoria della post-verità derivante dall’inglese post-truth e già eletta dall’Oxford English Dictionary come parola dell’anno.

Grazie ai moderni mezzi di comunicazione, ad internet, a facebook, a twitter ecc. ecc. si originano fatti o dati totalmente inventati mentre aumenta lattitudine delle persone globalizzate a “ritenere come vere alcune notizie palesemente false e alterate ma che hanno tale forza emotiva da coincidere talmente con nostre immaginarie rappresentazioni della realtà, che alla fine diventano ciò che ci piace dire ed udire.

Ed eccoli i moderni Rasputin, si chiamano Trump, Renzi, Grillo, Le Pen, ecc, venditori di non-verità diffuse e messe in rete attraverso i social network.
Vivian Schiller, responsabile delle news di Twitter ha dichiarato: «La bufala più grossa ha riguardato Donald Trump che durante la campagna elettorale per le presidenziali americane, ha fatto credere di avere un feeling con papa Francesco. Una notizia così falsa al punto che il giornale che la diffuse per prima, il Denver Guardian neppure esiste!».

L’italiana Annamaria Testa, grande esperta di comunicazione, ha scritto in un saggio: «Dovete sapere che il Washington Post valuta il grado di verità delle notizie assegnando Pinocchi: un pinocchio è una quasi-verità, due pinocchi è una verità con omissioni od esagerazioni, tre pinocchi una quasi falsità, quattro pinocchi rappresentano una bufala totale. Infine un Pinocchio capovolto corrisponde al ritrattare un’affermazione precedente facendo finta di niente mentre un Geppetto corrisponde alla pura verità. Bene: nel corso della sua campagna elettorale Trump ha battuto ogni record collezionando ben 59 affermazioni da quattro Pinocchi».

Ed ecco spiegato, in parte, come mai le previsioni dei grandi sondaggisti ed opinionisti mondiali sulla Brexit e sulle elezioni presidenziali americane sono finite tutte a puttane! Evidentemente il fenomeno della post-verità non è stato ancora compreso pienamente in tutta la sua complessità sociale. Ci stanno studiando sopra sociologi, psicologi, neurochirurghi, economisti, politologi, astrofisici ed astrologi. Speriamo si sbrighino presto, altrimenti dove andremo a finire?

Chissà, tra qualche secolo, forse, gli umani si troveranno a vivere in un falso mondo parallelo…

Roma, 17 dicembre 2016

3 commenti su “Rasputin: Il Pioniere della post-veritá”

  1. GRIGORIJ EFIMOVIC DETTO RASPUTIN,(IL DEPRAVATO) ESER-

    CITO’ IL POTERE ALL’OMBRA DELLA ZARINA DI RUSSIA,

    PARTECIPO’ AL DISPOTISMO ZARISTA ,TRA INTRIGHI,

    DOPPIEZZE,ASTUZIE,SIMULAZIONI,CRUDELTA’,AMBINZIONI

    PERSONALI,NELL’ADULAZIONE E NEL SERVILISMO.

    MA LA GRANDE ANIMA RUSSA AVEVA GIA’ PROIETTATO I SUOI

    MODELLI LETTERARI SULLA CULTURA EUROPEA: VEDI

    L’INFLUENZA DI DOSTOEVSKIJ SU FREUD E NIETZSCHE-

    E RASPUTIN RIMASE LA’ ,NELLASUA SOLITUDINE,DI

    UOMO SOLO AL COMANDO.

    I MESSAGGI PERVENUTI E ATTINENTI AI MODELLI DI CULTURA

    E AI MODELLI DI POTERE SONO CARATTERISTICI DI QUELLA

    CHE IN OCCIDENTE FU’ NEL “SEICENTO” LA “POLITICA

    BAROCCA”,FATTA DI ACQUISCIENZA ,ADATTAMENTO E

    OPPORTUNISMO.MA DA QUANDO ,NEL CORSO DEL SECOLO XVII,

    TORQUATO ACCETTO,SCRISSE LA SUA “DELLA DISSIMULAZIONE

    ONESTA”,L’ANALISI STORICA HA DATO LEGITTIMITA’ ALLA

    DISSIMULAZIONE,QUANDO SI E’ IN PRESENZA DI UN APPA-

    RATO REPRESSIVO IMPONENTE E DI MODELLI RIGOROSI DI

    INTERPRETAZIONE PROFONDAMENTE INTERIORIZZATI. IL

    SEICENTO FU’ IL SECOLO DELLA DISSIMULAZIONE ED IL

    RAPPORTO TRA APPARENZA E REALTA’,TRA MENZOGNA E

    VERITA’ FU CONSIDERATO UN ASPETTO SPECIFICO DELLA

    VITA POLITICA E DEL COSTUME DEL TEMPO.

    L’ILLUSTRE FRANCESISTA GIOVANNI MACCHIA HA EFFICA-

    CEMENTE PARAGONATO LA FUNZIONE DELLA DISSIMULAZIONE

    A QUELLA CHE IN PITTURA ,NELLO STESSO SECOLO ,ERA

    “L’OMBRA”:L’OMBRA E’ LA VIA CHE CONDUCE ALLA LUCE,

    CIOE’ ALLA CONOSCENZA ,UN MEZZO PER VEDERE LA REALTA’

    PER QUELLO CHE E’.(CARAVAGGIO E’ IL PITTORE DELLA

    REALTA’)LA DISSIMULAZIONE FU UNA PRATICA DIFENSIVA

    DELLA INTIMITA’ INDIVIDUALE ,SIGNIFICO’ IL RIFIUTO

    DELLA POLITICA E IL RIFUGIO NEL PRIVATO.

    TUTTO QUESTO NEL SEICENTO,MA OGGI?

    LA DEMOCRAZIA E’ DEFINITA GOVERNO “PER IL POPOLO”

    E NON GOVERNO “DEL POPOLO” OGGI LA RIFLESSIONE

    SCIENTIFICA SULLA DEMOCRAZIA E’ PARTICOLARMENTE

    DISINCANTATA E SCETTICA SULLE SUE VIRTU’ E SEMPRE

    PIU’ FREQUENTE E’ L’ACCUSA D’ESSERE LA DEMOCRAZIA

    IL REGIME DELLA SIMULAZIONE E DELLA DISSIMULAZIONE,

    CIOE’ IL REGIME DELL’IPOCRISIA AL POTERE-

    LE OLIGARCHIE ,PER USCIRE DALLA LORO CRISI DEBBONO

    DARE UN COLPO ALLA COSTITUZIONE :RAFFORZARE IL GOVERNO

    E DEPRIMERE IL PARLAMENTO.LE OLIGARCHIE SONO PER

    L’APPUNTO IL CARATTERE ELITARIO DEL POTERE E IL

    “POTERE INVISIBILE”,CIOE’ LA RIDUZIONE DELLE FORME

    DEMOCRATICHE A RAPPRESENTAZIONE ESTERIORE E

    COPERTURA DEL VERO POTERE :COME DICE ELIAS CANETTI,

    “IL SEGRETO STA NEL NUCLEO PIU’ PROFONDO DEL POTERE”

    RICORDIAMOCI DI NOBERTO BOBBIO ;” LE PROMESSE NON

    MANTENUTE DEI POLITICI AL POTERE SONO MEMZOGNE”

    16 DICEMBRE 2016 PEPPE LESO

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  2. La mia conclusione personale del perché Rasputin viene ricordato da tutti come demonio sia in Russia che all’estero? Secondo me in un’epoca piena di contraddizioni, politici, aristocratici, rivoluzionari, gente del popolo hanno dovuto trovare un capo espiatorio per dare la colpa a quanto di catastrofico sia accaduto in Russia dopo la morte di Rasputin. Lo hanno caricato di tutte le colpe, attribuendo a lui contadino siberiano, maledizioni sulla Russia che lui non avrebbe mai professato: lui amava la sua patria, innumerevoli volte si era rivolto allo zar consigliandolo di non entrare in guerra. Era un uomo di buon senso con le doti geniali del profeta, e ha previsto purtroppo punto per punto quello che in seguito si è abbattuto sulla Russia, la disfatta della monarchia, la rivoluzione e tutto il sangue che si è diramato per creare un mondo nuovo, che si è verificato un totale fallimento. Sia i suoi nemici prima, sia i rivoluzionari dopo, hanno sempre fatto propaganda negativa su Rasputin, così appare agli occhi del mondo come una figura del male. Personalmente credo che di malvaggio Rasputin non avesse niente……

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  3. Cara Carmen Picciariello sembra quasi che in poche righe tu abbia voluto demolire la tesi da me sostenuta nel breve saggio sulla figura di Rasputin. Non so in base a quali elementi storici-scientifici tu abbia potuto descrivere la figura del santo demone come “uomo di buon senso con le doti geniali del profeta” e vittima sacrificale di una propaganda negativa verso un povero contadino che non aveva alcunchè di malvagio nell’animo…. Forse anche tu sei rimasta vittima della personalità mistica di questo personaggio che soggiogò e plagiò con “arti magiche” gli ultimi imperatori russi diventati simbolo vivente della debolezza morale e materiale di una classe dirigente nobiliare che di lì a poco avrebbe condotto l’intero popolo verso una delle più immani tragedie del “secolo breve”. Non ci voleva molto, per uno come Rasputin naturale conoscitore delle miserabili condizioni del mondo contadino, preconizzare il disastro della guerra anti-tedesca nonchè l’imminente fine di una dinastia imperiale arrivata al capolinea della storia. Egli, sfruttando la sua posizione di “guru” accumulò enormi ricchezze in rubli, gioielli e beni immobili che, invano, i suoi eredi reclamarono anche dopo il crollo dell’impero sovietico. Eppure ancora oggi si scrivono montagne di libri, si proiettano decine di films sulla figura controversa di questo “taumaturgo” che, sfruttando anche le proprie capacità ipnotiche curava l’emofilia dell’unico figlioletto maschio dello zar Nicola II e, contemporaneamente , possedeva centinaia di donne di ogni ceto sociale grazie al fascino della sua imponenza fisica e messianica. E qui mi fermo, altrimenti dovrei scrivere un nuovo trattato…

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