Referendum Costituzionale 2016: Vince il NO. Renzi si Dimette. “Avvertito” De Luca. Ecco i risultati in: Campania, Salerno, Battipaglia, Eboli.
Affluenza: 65,5%. 13 milioni e mezzo di voti: 59,1. Vince il NO, perde Renzi. Il Premier si dimette. Nuovo scenario e nuovi rapporti di forza nell’esecutivo e nel PD. Debacle democrat: Perdono con Renzi; Vincono con Speranza, Bersani e D’Alema. I Campania schiaffo a De Luca e ai Sindaci la “filiera istituzionale” non funziona.
di Marco Naponiello
per POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
“Le elezioni sono la vendetta del cittadino!” (David Lloyd George primo ministro Britannico 1916-1922)
SALERNO – “Ha vinto la Costituzione, ha vinto il Popolo urlavano all’unisono ieri sera, i politici dei comitati contro la riforma come i simpatizzanti dei comitati per il NO in tutta Italia, ed in effetti è stata una grande vittoria per loro oltre le più rosee previsioni che davano erroneamente alla vigilia questi ultimi avanti di pochi punti percentuali. Anteprima elettorale avvelenata da sospetti (per fortuna sfumati) di brogli sui votanti allestero, quasi un milione e trecentomila che hanno preferenziato i quesiti governativi ma che nel conteggio finale sono stati del tutto irrilevanti, come di converso a partita iniziata, le polemiche sulle matite con punta cancellabile, tanto che in diverse sezioni dello Stivale si è allertato persino la Digos a scopo cautelare.
Ieri sera già dai primi exit poll delle 22.00 corroborati dalle proiezioni susseguitesi, il distacco de visu appariva incolmabile, e il primo a rompere il ghiaccio delle dichiarazioni è stato il leader della Lega Matteo Salvini il quale è stato seguito a ruota dalla sua omologa Giorgia Meloni (FdI) che chiedevano a gran voce al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: Si voti subito e niente governi tecnici! più cauti i pentastellati che affermavano con Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista: ”Prepariamo un nuovo Governo di scopo che modifichi la legge elettorale e dopo subito al voto, larroganza di Renzi non ha pagato, si è fatto odiare lui più di Berlusconi in venti anni!”. Dopo pochi minuti le dichiarazioni di Renato Brunetta (FI): “Sconfitte le lobby e le banche amiche di Renzi“. Allinterno del PD interviene Lorenzo Guerini, vice segretario e fedelissimo del “bischero” il quale rimanda il tutto alla riunione della direzione del partito di martedì, mentre la sinistra Dem con Roberto Speranza e Massimo D’Alema esultano: “Questa è la vittoria anche della sinistra, che ha reso possibile col suo contributo, il risultato odierno in difesa dei valori costituzionali, ma è da irresponsabili chiedere nuove elezioni subito!“
Matteo Renzi il grande sconfitto, che aveva commesso lerrore sei mesi addietro di personalizzare la consultazione costata all’erario ben 300 ml di €, si appalesa con un quarto d’ora di ritardo alla conferenza stampa nel salone delle conferenze di Palazzo Chigi e commosso sotto lo sguardo algido della consorte Agnese, con un guizzo di innaturale modestia affermava in analogia con quanto dichiarato dopo la sconfitta alle primarie perse del 2012 contro Pier Luigi Bersani: “Chi combatte per una idea non rimane mai sconfitto, mi assumo la mia totale responsabilità e mi dimetto dal Premier!” Mentre si consumava sotto i flash questa tragicommedia italica, al Nazareno in contemporanea, sede nazionale del PD i volti rabbuiati, quasi funerei e nessuna volontà di parlare con la stampa interna ed internazionale da parte Ministri e dei Big di partito, un silenzio esplicativo più di tanti vani discorsi. Vedremo di qui a breve se alle dimissioni da Presidente del Consiglio, seguiranno anche quelle da Segretario (doppio incarico) e cosa vorrà farne del tesoretto del 40% di consensi personali ottenuti Matteo Renzi, se vorrà fondare il suo Partito della Nazione, spostando il suo baricentro politico nel centro-destra con transfughi di NCD, ALA, Scelta Civica e altre sigle della galassia governativa. Sta di fatto che Renzi con il centro sinistra non avrà più nulla a che fare, corpo spurio era e tale è rimasto fino alla fine, nonostante lexploit del 40% alle Europee del 2014 (quasi una nemesi) avverso quella che definì: “Una accozzaglia informe contro di me!” ebbene, è quella stessa accozzaglia che oggi lo rispedisce in quel di Rignano sull’Arno, ma la quale compagine affastellata di oppositori, dovrà e bene, riorganizzarsi nelle proprie multiformi caratteristiche partitiche per le prossime elezioni. Ora “la palla” passa istituzionalmente al Colle, il Quirinale di Sergio Mattarella, che dovrà scegliere presto sul da farsi, dunque due sono i possibili scenari: il primo è la riconferma del mandato fiduciario al Premier uscente ed un rimpasto di Governo, ed il secondo un incarico ad una figura istituzionale come Pietro Grasso, seconda carica dello Stato in quanto presidente del Senato (miracolato dagli italiani), per tirare a campare sino alla primavera del 2018, scadenza naturale di questa legislatura e con vitalizio assicurato per i neo parlamentari che lo maturano solo dopo 4 anni e sei mesi di permanenza continuata.
Dopo un breve sunto nazionale veniamo a casa nostra, la Campania di Vincenzo De Luca (i No al 68,52%) ne esce anchesso con le ossa rotte da questo Referendum, un flop in piena regola che fa lamaro paio con il tradimento elettorale della sua Salerno dove governa l’etero-diretto sindaco Vincenzo Napoli pel tramite del super assessore economico Roberto De Luca figlio di cotanto padre, dove i No doppiano quasi i si: 35,3 a 64,9. Idem in tutta la Provincia, quivi difatti De Luca ed il figlio Piero De Luca, messo a capo dei comitati per il Sì regionali sono stati travolti da un disastro totale. Ed ora tutto viene rimesso in discussione, sia le aspirazioni, i sogni di pre-monarchica gloria dei rampolli: la candidatura di Piero primogenito alla camera nel 2018, e laltra si sia più futuribile, alla poltrona di primo cittadino salernitano di Roberto, oltre gli equilibri interni nella Giunta di palazzo Santa Lucia, ove si avvicina lora del logico rimpasto. Si prevede difatti che i tecnici agli assessorati tecnici verrano presto sostituiti da quelli politici, e molte forze partitiche scaldano i motori con i loro uomini per la prossima, abbondante surroga assessoriale.
Daltro canto Vincenzo De Luca paga anche un atteggiamento arrogante e reiterato, recidivo a sparate grossolane contro avversari politici, dai tratti clowneschi e diventando negli ultimi tempi la parodia di se stesso, quasi che voglia posporre il personaggio imitato a quello reale; del resto la vicenda dai tratti kafkiani dove il Governatore si lascio scappare delle frasi infelici, in una seduta avvenuta martedì 15 novembre all’Hotel Ramada di Napoli con duecento o forse trecento amministratori locali del PD, il sindaco della cittadina costiera di Agropoli (per altro mazziato anchegli con un 67 % contrario) Franco Alfieri, recentemente anche indagato per mancata esecuzione della confisca di tre appartamenti alla famiglia di pregiudicati Marotta, detti gli zingari, a fronte parrebbe di favori elettorali, dove si invitava lo stesso Alfieri a fare apertamente clientele in vista della consultazione referendaria.
Testualmente in quella sede lo sceriffo affermò la celebre frase della frittura: “Franco come sei bravo tu a fare clientele non lo è nessuno, quindi fai come cazzo vuoi, falli fare un giro in barca, offri loro una frittura di pesce ma portali a votare in massa!” Di qui una gragnola di polemiche sui media, le imitazioni centrate ed irriverenti di Maurizio Crozza nel suo live show su La 7, e un senso di idiosincrasia delluomo comune verso i potentati che sembrano quasi trattarli come bestiame da voto, allettandoli o minacciandoli alla bisogna, un atteggiamento cosi irriguardoso questo, che contrasta apertamente coi fondamentali parametri di una democrazia compiuta, e non bisogna di certo liquidare semplicisticamente come battute di spirito.
E nella città di Eboli? Ebbene neanche qui si è fatta eccezione al main stream, molti infatti sono stati i comitati impegnati a sostegno delle due fazioni in campo, quelli per il SI, che sono anche loro adesso inequivocabilmente travolti dal disastro nazionale, partiti anche in ritardo nellorganizzazione rispetto ai competitor del NO sul territorio, ma allo stesso tempo molto eterogenei i quali allineavano compatti nelle loro fila attuali come ex amministratori comunali, concentratissimi nellultimo mese, in un tour de force di incontri, dibattiti e convegni che questo sito come di consumata tradizione, ha riportato sempre fedelmente nei vari mesi susseguitosi https://www.massimo.delmese.net/?s=referendum.
Una disamina delle’sito a caldo va d’uopo fatta: Eboli infatti registra una percentuale di NO alla riforma (68,8%) quasi superiore di nove punti alla media nazionale e in parallelo elettorale alla viciniore città di Battipaglia (68,1%), nonostante la trasversalità degli opposti schieramenti: sul fronte governativo vi era stanziato il gruppo consiliare dei Democratici per Eboli che annovera un parlamentare desperienza come Antonio Cuomo, ed il circolo cittadino del Partito Democratico.
Ma nelle ultime settimane si era aggiunto anche linaspettato ma non troppo, endorsement del primo cittadino Massimo Cariello, eletto nel 2015 con una coalizione di centro-destra, ma che per esigenze di tenuta strutturale della sua polifonica Amministrazione, si è in precedenza schierato pubblicamente per il SI, sul campo avverso invece il suo vice e assessore al Bilancio Cosimo Pio Di Benedetto e i tre consiglieri del Nuovo PSI e lassociazione cittadina Insieme per Eboli, vicina al manager delle GdO Roberto Pansa e che vanta un consigliere ed un assessore, cardine della Giunta comunale in essere. Il tutto a corroborare insistenti voci che darebbero Massimo Cariello in avvicinamento al PD, rectius al governatore Vincenzo De Luca e al suo gruppo di fedelissimi, espiando cosi i posizionamenti passati nel centro-destra di Edmondo Cirielli, sullaltare della real politik, che si chiama Filiera Istituzionale, per intenderci chiaramente quella dei finanziamenti UE transitanti per la Regione, ma che adesso tale Filiera viene rimessa in discussione a causa dei nuovi equilibri nazionali.
Discorso a parte va fatto per la triade del gruppo consiliare istituzionale del PD, il quale non si è mai dichiarato apertamente favorevole alla riforma del DDL targato Renzi-Boschi, anzi questi ultimi avevano partecipato il passato 11 novembre ad una riunione tenuta all’Hotel San Luca dall’associazione culturale Mare Nostrum di Federico Conte, membro del direttivo nazionale piddino e figlio dell’ex ministro socialista Carmelo, in difesa della nostra Carta fondamentale.
Vincitori ad Eboli invece sono lapalissianamente anche le forze extra consiliari, come le sigle di sinistra (Pci, Prc) il Movimento 5 stelle, pezzi di maggioranza consiliare come sopra indicato e loppositore per eccellenza all’amministrazione in carica, Damiano Cardiello capogruppo sempre consiliare di FI che senza troppi giri di parole ha affermato soddisfatto: “Abbiamo Stravinto in Città, con oltre nove punti percentuali in più per il NO rispetto la media nazionale, nonostante sette punti di affluenza in meno. E a pensare che chi amministra si è prostrato a De Luca, senza fare i conti con gli Ebolitani!”
Dunque con una situazione cosi fluida politicamente a livello nazionale, appare difficile prevederne le conseguenze a breve termine, un PD alla resa dei conti le cui fibrillazioni si riserberanno sul prossimo esecutivo e di rimando anche sula navigazione della Giunta De Luca, la quale a sua volta avrà ripercussioni sugli Enti Locali minori, sulle alleanze di convenienza contingente e su quelle a lungo termine. Renzi è stato bastonato in tutta la Penisola senza nessuna fantasiosa rimonta come profetizzata da giornali e media, in qualche caso pesantemente asserviti, ma a nulla è valso, viepiù il bacio della morte dellex Premier Romano Prodi. Il Governo paga un distacco dal mondo reale in specie al Meridione dItalia, dove la crisi economica unita alla disoccupazione allarmante ha fatto raggiungere ai NO cifre quasi plebiscitarie, intorno al 70%. E nelle due isole maggiori si è arrivato persino a punte del 75% a cui non fa eccezione nella bella Partenope.
I cittadini pertanto sono andati oltre le indicazioni imposte del quesito referendario, bocciando senza appello Renzi e la sua politica di annunci e riforme inconsistenti per gli italiani, lanciando consequenzialmente un segnale di aiuto, un segnale che speriamo venga raccolto prima da poteri dello Stato che, dei cani sciolti o organizzazioni ben strutturate diano l’abbrivio a derive eversive dall’Ordinamento Democratico, le quali si teme secondo alcuni analisti allarmati, possano prendere il sopravvento approfittando del malcontento generalizzato nel Paese. l’Italia storicamente ha avuto sempre gli anticorpi civici per reagire a tali rischi, nonostante servizi segreti deviati e tentativi di golpe costanti. Allo stesso tempo, auspichiamo che non sia di nuovo la Magistratura come nel fatidico anno 1992 e la discussa maxi inchiesta “Mani Pulite” a sostituirsi alla politica accidiosa, che non vuole emendarsi dei propri recidivi peccati e continua ad essere egoicamente arroccata nel suo mondo sfacciatamente privilegiato, attivandosi presto con nuove iniziative giudiziarie che spazzino via la deludente cosiddetta Seconda Repubblica, incubandone i semi della Terza e si speri dignitosamente definitiva, sarebbe comunque unamara sentenza della Storia.
Riepilogo Nazionale e Locale :
Italia + Estero
Abitanti / Elettori: 65.138.790 / 50.773.284
SI 40,9 (13.432.187) NO 59,1 (19.419.528) media votanti il 68,8%
63.169 sezioni su 63.169
Campania
Abitanti/Elettori : 5.869.000 / 4.566.905
SI 31,48 (839.692) NO 1.827.768 media votanti 58,88%
5.826 sezioni su 5.826
Provincia di Salerno
Abitanti/Elettori: 1,092.000/ 8.75.000
SI 35,31 (190,901) NO (349756) media votanti 62,32
1.159 sezioni su 1.159
Salerno
Abitanti/Elettori: 135. 032/110.052
SI 39,93 NO 60,07 media votanti 66,90
152 sezioni su 152
Battipaglia
Abitanti/Elettori: 50.831/39.436
SI 32,10 NO 67,90 media votanti 62,20
48 sezioni su 48
Eboli
Abitanti/Elettori: 39.997/28.325
SI 31,19 NO 68,81 media votanti 58,76
34 sezioni su 34
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Eboli, 5 dicembre 2016
Eppure Renzi ha commentato; <>. E’ già. perchè lui stava sulla luna e non sapeva un tubo della povertà che avanzava a vista d’occhio, specie nelle zone meridionali!..
Perso il “Referenzum” personalizzato, un governo che prende il 40% si deve dimettere, la democrazia sta nel 50% più uno.