Dibattito poco chiaro sulle Fonderie Pisano. Per il PCI posizioni contrastanti sia in maggioranza che nelle opposizioni.
PCI – “Amministrazione dia risposte ufficiali e chiare sui contatti intercorsi con la proprietà Pisano, sapendo fin d’ora che saremo in prima linea per difendere il nostro territorio da una distruzione irreversibile, se sarà il caso, ci attiveremo con ogni mezzo per indire un referendum.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – «Il dibattito sull’eventuale insediamento delle Fonderie Pisano sul nostro territorio – si legge in una nota giunta in “zona Cesarini” del Partito Comunista Italiano – è, come al solito, poco chiaro: il Sindaco dice una cosa e il Presidente del Consiglio ne dice un’altra. Anche nel PD ci sono posizioni contrastanti.
Proviamo a farci qualche domanda:
- se le Fonderie Pisano, con qualche aggiustamento progettuale e produttivo, fossero a norma e garantissero la sicurezza dell’ambiente e della salute dei cittadini salernitani, perché il Comune di Salerno non le vuole più sul proprio territorio?
- Perché i giudici ne hanno vietato la riapertura anche parziale, giudicando inadeguate le modifiche proposte dalla proprietà?
- Perché la città di Salerno vuole liberarsi a tutti i costi delle Fonderie Pisano senza preoccuparsi del fatto che la delocalizzazione della fabbrica provocherà grandi disagi per i 120 operai, ai quali va tutta la nostra solidarietà, pur avendo sul suo territorio migliaia di metri quadri di aree industriali abbandonate?
- E perché qualche anno fa ha provato a “delocalizzare” davanti alla nostra costa anche il porto commerciale?
Forse – prosegue il coordinamento cittadino del Partito Comunista Italiano – perché rappresentano ostacoli allo sviluppo previsto (o sognato?) per la città di Salerno. Dare risposte a questi interrogativi dovrebbe far capire che certi “doni” sono da rispedire al mittente.
Ad Eboli, invece, si convoca un Consiglio Comunale sull’argomento.
- Se, come afferma il Sindaco Cariello, non è arrivata alcuna richiesta ufficiale, perché ha convocato il Consiglio Comunale?
- Per fare delle prove generali?
- E perché il Presidente del Consiglio afferma che Eboli troppe volte ha detto no?
Viene il forte dubbio che, allora, una richiesta al Comune di Eboli sia stata fatta! Oppure che il Presidente del Consiglio faccia esercizio di preveggenza…
Anche il sindacato, secondo noi, – aggiungo i comunisti – entra a gamba tesa sull’argomento dichiarando una presunta compatibilità delle Fonderie Pisano con le vocazioni agricole di Eboli e chiedendo di prendere visione dei progetti.
Crediamo che poche città italiane possano vantare un territorio ricco di bellezze e storia come il nostro: fiume, centro antico. Un territorio che da solo dovrebbe essere promotore di sé stesso, un territorio da recuperare e da cui partire per la promozione dello sviluppo. Certo non nelle condizioni in cui versa oggi.
Innovazione – precisano i comuni – non significa affatto buttare via tutto cercando nuove strade che porteranno alla distruzione dell’esistente senza dare alcuna certezza. Innovazione significa guardare con idee nuove alle predisposizioni naturali del nostro territorio.
Al Sindaco, al Presidente del Consiglio, ai Consiglieri Comunali e al Sindacato vogliamo porre qualche domanda semplice:
- si sono chiesti cosa ne pensano i cittadini ebolitani?
- Si sono chiesti cosa ne pensano le Aziende agricole e zootecniche dell’intera Piana del Sele, che rappresentano eccellenze mondiali nei settori della quarta gamma e dell’”oro bianco”?
- Invece di convocare Consigli comunali su fatti non accaduti, provocando la nascita di più che qualche sospetto, perché non convocarne uno sull’innovazione e la vocazione territoriale?
Noi del Partito Comunista Italiano – conclude lanota del coordinamento locale del PCI – chiediamo che l’Amministrazione dia risposte ufficiali e chiare in merito ai contatti intercorsi con la proprietà Pisano, sapendo fin d’ora che noi saremo in prima linea per difendere il nostro territorio da una distruzione irreversibile e che, se sarà il caso, ci attiveremo con ogni mezzo per indire un referendum sulla questione».
Eboli, 14 novembre 2016