Il nucleare scarica i costi sul futuro e sulla collettività
I costi di Chernobyl ammontano a centinaia di miliardi di euro e l’Europa e le sue direttrici escludono il nucleare dai danni ambientali
di Erasmo Venosi
ROMA – Il Governo Berlusconi ha impostato sull’informazione la strategia di acquisizione del consenso sul ritorno al nucleare. Lo dice espressamente l’art 25 della nuova legge: “opportuna campagna di informazione alla popolazione con particolare riferimento alla sicurezza e alla economicità”. Sull’argomento il discrimine tra informazione e propaganda è molto labile e corposissimi sono gli interessi in campo. Ma importantissimi elementi d’informazione sull’argomento sono taciuti.
Le “cose non dette” sul nucleare riguardano la responsabilità civile e il sistema di misurazione dell’energia nucleare. Il regime giuridico internazionale per il settore nucleare poggia su due strumenti: lo Joint Protocol adottato nel 1988 e il Protocollo alla Convenzione di Vienna, entrato in vigore nel 2003.
La Convenzione di Bruxelles nel 2004 ha stabilito nuovi limiti per la responsabilità di coloro che gestiscono attività nucleari, pari a 700 milioni di euro. I costi di Chernobyl ammontano a centinaia di miliardi di
euro e quindi il limite alla responsabilità equivale a stabilire che sono gli Stati a sopportare gli oneri in caso d’incidente. Negli Stati Uniti il Price-Anderson Act pone a carico della collettività la responsabilità civile per eventuali incidenti. Incredibilmente anche la direttiva europea 35/2003/CE sul danno ambientale esclude il settore nucleare, dall’ambito di applicabilità della direttiva stessa.
Nel 2003 un Rapporto (Solutions for environment economy and technology) della DG Ambiente (UE) , stima che Electricitè de France (EdF) se dovesse sottoscrivere un’assicurazione sui rischi dei reattori, il costo del Kwh nucleare crescerebbe di tre volte! Nel gennaio 2005, la Corte dei conti francese ha scoperto che a fronte di 13 miliardi di euro di accantonamenti dichiarati da Electricité de France per lo smantellamento delle centrali nucleari e per la gestione delle scorie radioattive, esistevano solo 2,3 miliardi di attivi effettivamente dedicati allo scopo.
Questi esempi mostrano come il nucleare sia un’industria in cui è facile scaricare i costi sul futuro e sulla collettività. Si dimostra altresì che l’industria nucleare non potrebbe competere sul mercato con altre fonti di energia se dovesse farsi carico dei costi assicurativi. Sul sistema di contabilità il nucleare è considerato come una fonte primaria e questo, consente di moltiplicare per tre il suo contributo rispetto a eolico, fotovoltaico e idrico.
Questo equivale a considerare il calore scaricato nell’acqua o nell’aria, come energia primaria e computata per il calcolo dell’incidenza dell’energia nucleare tra le varie fonti di energia. Sembrano inutili tecnicalità ma consentono di “alterare” l’informazione, quando si certifica che il nucleare incide globalmente per il 6% dell’energia primaria. In realtà il suo contributo è di un misero 2%!
Una corretta informazione sul “nuovo” nucleare nel fare riferimento al costo del Kwh, prodotto dal reattore in costruzione in Finlandia dovrebbe tener conto dei seguenti, omessi importanti elementi: la produzione di energia elettrica è acquistata a prezzo predefinito da un pool di imprese che ha consentito, di ottenere sui crediti a lunga scadenza un rating da parte di Standard & Poors “BBB” e quindi un tasso di finanziamento irripetibile (2,6%).Nel finanziamento sono stati coinvolti anche due istituti di credito all’esportazione, la francese Coface e la Swedish Export Agency.
Da notare che gli istituti per il credito all’esportazione sono d’istituzioni finanziarie, pubbliche e governi e hanno come finalità il finanziamento a Paesi in via di sviluppo con grandi problemi finanziari e politici. Non si può coartare il consenso, propalando la economicità del Kwh prodotto con il nucleare. Questa è propaganda non informazione!
* Centrale Nucleare di Tricastin in Francia. Questo impianto è stato interessato recentemente da un incidente. Durante la pulitura l’acqua radioattiva ha contaminato i fiumi Gaffire e Auzon.
di Erasmo Venosi
Per la cronaca:
Erasmo Venosi
Professore univeristario di Fisica Nucleare. Libero professionista – ex Vice Presidente Commissione I.P.P.C. del Ministero dell’Ambiente- Membro Commissione Ministero dei Trasporti per la revisione del Piano Generale dei Trasporti e della Logistica- ex Coordinatore Comitato Scientifico Sindaci Veneto per progetto ferroviario “alta velocità”-Rappresentante ANCI -Veneto per Ambiente-Territorio e Infrastrutture Interessi: ricerca nel campo energetico e infrastrutture di rete-Responsabile nazionale energia dei Verdi
La cosa grave è che il Governo Berlusconi, non tiene conto delle indicazioni delle Regioni, quindi indipendentemente dalla pronuncia negativa delle regioni stesse va avanti nel voler perseguire il ritorno al nucleare e a tette le difficoltà e conseguenze che deriva, specie per le centrali superate di terza generazione.
Con il nucleare seppelliremo tutte le speranze di un mondo diverso. Le fonti alternative sono la strada obbligata per fornire energia pulita.
Lascio passare anche il processo breve e tutto l’impianto che servce per metterlo a riparo, pur non condividendo, ma se il Cavaliere insiste sul nucleare, non lo voterò più
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IL progresso incosciente si è dimostrato un cancro per l’umanità,prima ancora delle malattie.La vera causa è l’avidità umana:Non è un caso che tra tutte le specie viventi,l’essere umano è l’unico che uccide i suoi simili!prima di cambiare orientamenti politici,cambiamo la nostra coscienza, e le nostre abitudini;ma soprattutto impariamo a collaborare in maniera pacifica e senza sfoderare violenza!