Cariello: «Sulla vertenza Alcatel bisogna mantenere alta l’attenzione».
Si teme come in altri casi che la dismissione e l’acquisto abbia come unico scopo quello di “liberarsi” dell’azienda e portare alla “morte” l’impianto produttivo.
SALERNO – La vicenda dei lavoratori e della stessa Alcatel continua a tenere banco e ad essere sempre più drammatica per le maestranze rispetto alle scelte scellerate della dirigenza di queste azienda, che mira alla chiusura degli stabilimenti, piuttosto che alla valorizzazione delle professionalità e delle competenze interne.
Si ricorderà che nel mese di settembre scorso gli operai si barricarono negli stabilimenti e minacciarono di darsi fuoco rispetto alle scelte della proprietà. I dipendenti dell’Alcatel di Battipaglia sono circa 500, di cui 200 tra attività, ricerca e sviluppo e 300 interinali. Ma la protesta riguarda anche la politica aziendale, che ha deciso l’esternalizzazione della produzione. Da settembre ancora non si è trovata una soluzione.
La società genovese Escatrol, che dovrebbe rilevare l’Alcatel, formata da una cordata che vede tra gli altri anche il salernitano Pier luigi Pastore, non ha fornito insieme alla attuale proprietà, sufficienti garanzie circa il piano industriale, alla base della cessione o del subentro. Strategie e piani che i sindacati ancora attendono precisazioni. Inoltre potrebbe essere risolutiva anche una decisione del governo rispetto alla concessione di fondi per la Banda Larga.
Impegni del Governo a parte che non sembrano molto incisivi, emerge sempre più prepotentemente una volontà alla dismissione. Senza per questo voler criminalizzare chi cerca di rilevare l’Alcatel, non si vuole per nessuna ragione che si arrivi ad imitare vicende similari, di aziende che sono state dismesse e acquistate da società che hanno come unico compito quello di portare alla “morte” l’impianto produttivo.
«Manteniamo alta l’attenzione. Ognuno occupi gli spazi dovuti alla propria posizione. Le istituzioni scendano in campo in modo serio e convinto per tutelare i lavoratori di una delle realtà produttive più all’avanguardia della Piana del Sele». Sono queste le dichiarazioni che il Consigliere Provinciale Massimo Cariello ha rilasciato al termine della riunione che si è tenuta ieri mattina a Palazzo Sant’Agostino tra i componenti della Commissione provinciale al Lavoro ed inerente alla vicenda Alcatel Lucent.
Il vice presidente dell’organismo consiliare ha sottolineato in modo inequivocabile la necessità ed il «dovere non solo di ascoltare la voce dei lavoratori, ma di farci “megafono” delle loro istanze». Per questo «ho proposto che la prossima riunione della Commissione Consiliare al Lavoro venga indetta presso lo stabilimento Alcatel di Battipaglia. La nostra non è demagogia. Quello che crediamo, e che abbiamo espresso senza remore né giri di parole in ogni occasione, è che la crescita di una società – culturale e non – poggia in modo forte sulla stabilità dei posti di lavoro. La fiducia della gente nelle istituzioni, e nel governo del paese, si fonda anche sulla capacità che queste hanno di garantire tali conquiste oggi messe in discussione non solo da congiunture economiche sfavorevoli, ma da un precariato divenuto norma e legge ed interessi che fanno di un’azienda sempre più un freddo calcolo matematico».
Ribadendo, in fine, il totale appoggio alle richieste dei lavoratori dell’Alcatel Lucent, il consigliere provinciale Massimo Cariello tiene a sottolineare: «La dirigenza non può non prendere in considerazione il grado d’eccellenza raggiunto dallo stabilimento di Battipaglia – in termini di innovazione ed avanguardia – grazie anche, e soprattutto, all’investimento fatto dai dipendenti. Fare di un’azienda un punto di riferimento fondamentale nel proprio ramo non è solo questione di bilanci, tagli, conti e commesse; è anche questione di sacrifici e di dedizione che i lavoratori hanno sempre avuto nei confronti di quella che ritengono la via per investire sul loro futuro ed una vera e propria famiglia».
Il successo reale del PDL, sarebbe stato quello di convergere su un nome nuovo come Cosimo Pio DI BENEDETTO e non Busillo.
Con la candidatura espressa, il PDL da l’impressione di tornare indietro e di non guardare avanti.
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Questa operazione era già stata pianificata da tempo proprio per permettere a tutti di contribuire alla discussione in modo sereno.
In questo modo verranno tutelati i tanti utenti (soprattutto chi si firma con nome e cognome) che hanno trovato sinora in PoliticaDeMente uno spazio libero di discussione e che vogliono continuare a discutere in maniera libera e costruttiva senza per questo venire attaccanti in maniera aggressiva, continua e soprattutto anonima.
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Le amministrazioni Rosani/Melchionda/Cariello hanno messo questa città in ginocchio, l’unico voto utile per dare voce alla tua voce è Cosimo Pio DI BENEDETTO,
Per Paolo. Ma tu dormi? Io sono del PDL, perche’ anche chi e’ del Nuovo PSI e’ del PDL (parte organica). Ti risulta che il Nuovo PSI abbia preso parte all’elezione del coordinatore cittadino? Il coordinatore cittadino e’ stato votato, a Salerno, da Mauro Mauro e da Paolo Paolo, proposto dal suo amico Corsetto e da suo cognato Morrone, che uniti hanno la meta’ dei voti del Nuovo PSI,
se questo significa essere scelti dal territorio! Stessa cosa per la canditatura a sindaco di Busillo, nominato da Cosentino, che secondo la Cassazione dovrebbe essere ristretto in un carcere, salvato solo dal Parlamento che ha votato contro l’arresto, invece va passeggiando e nominando sindaci di citta’ diverse da Casal di Principe, il consiglio comunale di Casal di Principe viene sciolto da tempo immemore per camorra… ….. …. . Percio’ caro Paolo altro che scelte fatte dal territorio e visto che sei un giovane intelligente e sei del PDL , alle prossime elezioni VOTA E FAI VOTARE COSIMO PIO DI BENEDETTO, per il bene della citta’ e di tutti gli ebolitani, unico candidato a sindaco del PDL scelto dal territorio.
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