Filmato: Pianto liberatorio di Vendola e prime dichiarazioni
E’ l’alba di una nuova primavera. Ora Vendola sciolga il partito e guidi questa speranza.
Il risultato delle primarie coincide con il tramonto politico di D’Alema e di una classe dirigente arroccata nelle sue scelte.
BARI – Il popolo delle primarie colpisce ancora e questa volta da una lezione eccezionale di democrazia ai maggiorenti del PD, Massimo D’Alema in testa, Pierluigi Bersani e tutta la classe dirigente politica appresso. Non è stato Francesco Boccia a perdere è stata l’arroganza e la cecità di chi ormai occupa posti di comando, ma che ha perso i collegamenti con la parte pulsante della società, quella che oggi si è ripreso la rivincita e ha sconfitto l’apparato.
Il Popolo del primarie, ma quello del PD ha sollevato la testa e ha scelto Nichi Vendola. Ha scelto il suo leader. Ha scelto la speranza. Ha scelto di vincere. Ma ha scelto soprattutto per evitare che una manovra di partito facesse poi vincere la destra ed eliminasse il loro presidente: il “Vendola il Rosso“.
Si sono recati ai gazebo ben 192,000 elettori, e il 73% ha votato per Nichi Vendola. Ha scelto un voto di libertà contro l’apparato, che pensa di vincere l’elezione facendo una mera sommatoria di partiti che sulla carta avrebbero dovuto raggiungere l’obbiettivo della vittoria. Per questo Vendola doveva farsi da parte, per dare spazio ad una alleanza con l’UDC di Pierferdinando Casini che dettava le condizioni e poneva il veto sul Presidente uscente della Regione Puglia.
Vendola doveva farsi da parte non perchè aveva amministrato male , o perchè era coinvolto negli scandali che hanno toccato esponenti di entrambi gli schieramenti, anzi gli si riconosceva di aver bene amministrato, ma doveva farsi da parte per ragion di partito, per dare spazio ad una strategia politica di sapore tatticistica chenon teneva minimamente conto dei sentimenti.
I risultati definitivi hanno dato ragione a chi diceva che il prestigio, la popolarità, la sintonia politica che aveva Vendola con il suo popolo, con la sua Puglia, erano la marcia vincente, quel famoso valore aggiunto che nelle elezioni fa la differenza, quel valore che ha fatto mettere da parte agli elettori del PD “la ragion politica”, e contravvenendo agli ordini superiori hanno riconosciuto in Vendola e lo hanno eletto loro leader.
I primi commenti, quelli più significativi sono stati quelli di Arturo Parisi poco dopo la chiusura dei seggi, che ha commentato così il risultato delle primarie – “Le primarie che cinque anni fa proprio in Puglia avevano visto per la prima volta la luce, escono da questa prova definitivamente rafforzate. I cittadini pugliesi che nel 2005 avevano aperto la strada hanno impedito che la Puglia, che delle primarie era stata la culla, ne diventasse la tomba. E’ bene che i sostenitori della democrazia della delega ai professionisti e ai capi partito, se ne facciano una ragione”.
Altro commento significativo è stato quello del Sindaco di Bari Miclele Emiliano – “Nichi Vendola ha meritatamente vinto le primarie impartendo al nostro partito, e non a Francesco Boccia, una dura lezione che non puo’ piu’ essere ignorata. Anche la piu’ razionale delle strategie politiche, non puo’ essere calata dall’alto e non puo’ essere attuata ignorando i sentimenti di rispetto e di affetto delle persone nei confronti di quei pochi politici che nel bene e nel male sono sintonizzati con il senso comune. Questa e’ la lezione che tutto il Pd deve apprendere e trasformare nello spirito col quale affrontare la prossima campagna elettorale”.
E’ inutile dire che il risultato eccezionale di queste primarie coincide con il tramonto politico di Massimo D’Alema e di una classe dirigente che non pensa più nello stesso modo della sua base, che si è fatta sorprendere da un cortocircuito e che non riesce a ripristinare il collegamento, sottovalutandone la portata.
Questo risultato è l’alba di una nuova primavera, Ora spetta a Vendola fare i passi giusti per monetizzare questa vittoria, per il momento interna alla coalizione. E il momento di operare una semplificazione e dare una risposta unitaria, come unitario è stato il consenso che ha ricevuto. Sciolga il suo partito e guidi questa speranza.
Rocco Palese candidato Pdl in Puglia. La Vittoria di Vendola ha costretto anche il Centro-destra ad imprimere un’accellerata, infatti in serata un comunicato del Pdl ha annunciato che i coordinatori nazionali, sentito il Presidente Silvio Berlusconi, d’intesa con il Coordinamento Regionale della Puglia e con il Ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, hanno designato Rocco Palese quale candidato per la Presidenza della Regione Puglia, invitando tutte le altre forze politiche alternative alla sinistra a convergere unitariamente sulla sua candidatura. Rocco Palese, capogruppo Fi-Pdl in Regione, assessore al bilancio nella giunta regionale pugliese di Raffaele Fitto (2000-2005). Messe da parte le candidature di Stefano Dambruoso, Alfredo Mantovano e di Adriana Poli Bortone che però ancora deve sciogliere la riserva.
Casini: “correremo da soli con Poli Bortone”. Pier Ferdinando Casini in una conferenza stampa a Montecitorio ha annunciato che l’Udc andrà da sola in Puglia e presenta come candidata la senatrice Adriana Poli Bortone – “Abbiamo sempre detto che un progetto nuovo che ci comprendesse non era identificabile con il progetto Vendola. L’abbiamo detto prima e lo ribadiamo oggi con fermezza”-
“La candidata alla presidenza della Puglia per l’Udc sarà la senatrice Adriana Poli Bortone – aggiunge Casini – già Ministro e sindaco di Lecce. Penso che, almeno in questo caso, saranno tutti contenti: non si tratta della politica dei due forni, che vi piace tanto ma almeno in questo caso dei tre…”.
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I dati delle primarie pugliesi – L’affluenza alle urne è stata di circa 192.000 persone per le primarie del centrosinistra. La vittoria di Vendola è andata oltre ogni previsione raggiungendo il 73% dei votanti. Quelli che votarono in Puglia alle primarie del Pd il 25 ottobre scorso quando scelsero Pierluigi Bersani a segretario del partito furono circa 170.000. Invece alle primarie del 2005, quando per la prima volta Nichi Vendola ebbe la meglio su Francesco Boccia nella scelta del candidato presidente del centrosinistra per la Regione Puglia, i partecipanti furono 76.296.
I Dati delle primarie a Venezia. Giorgio Orsoni, sostenuto dal sindaco Massimo Cacciari, ha vinto le primarie con il 46% dei voti, ed è il candidato sindaco di Venezia per il centrosinistra. Ha battuto Gianfranco Bettin (35,37%) e Laura Fincato (18,62%). Dai 37 seggi, distribuiti tra Venezia centro storico e terraferma, alle 21, orario di chiusura, erano passati poco più di 12.900 votanti. Alle primarie del 25 ottobre scorso che hanno eletto Pier Luigi Bersani segretario del Pd, nel Comune di Venezia i votanti furono appena sotto i 18 mila, un numero che i Democratici giudicarono un grande successo.
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Il pianto liberatorio di Vendola dopo i risultati
Il risultato ottenuto da Vendola dovrebbe essere il De Profundis per Baffin. Dovrebbe, condizionale d’obbligo, visti i riciclaggi di Scotti, Conte, Brusco, Fasolino Gaetano ed altri : sono come l’Idra di Lerna, tagli una testa e ne spuntano due, nun ce la putimm’ fà, nun ce la putimm’ mai fà!
In ordine a questa vicenda, si potrebbe trarre una sola conclusione: stabilire una regola precisa. Laddove non si raggiunga l’accordo sul candidato nell’ambito di una stessa area politica, bisogna riccorrere sempre allo strumento delle Primarie, quale strumento ordinario per la risoluzione delle controversie interne ai fini elettorali. Altrove (USA) è una scelta istituzionalizzata… Potremmo mai superare le nostre ataviche indecisioni? O saremo sempre un Paese basato sui compromessi e sulle forme decisionali ibride?
e allora o sindaco uscente o che primarie siano anche ad Eboli. Se Conte cerca il pretesto, vada via.
PRIMARIE AD EBOLI PER ENTRAMBI I POLI,TRASPARENZA, DEMOCRAZIA E PARTECIPAZIONE! SAREBBE UN MESSAGGIO DI LEALTA’ VERSO L’ELETTORATO,IL CASO BOCCIA E’ EMBLEMATICO DI COME I CANDIDATI DALL’ALTO NON RISCUOTANO CONSENSI,MEGLIO PERDERE COL SEGUITO POPOLARE CHE GOVERNARE CON DEGLI INVISI ALLA GENTE! D’ALEMIX HA SECCATO, SE NE VADA CON CASINI, DI SINISTRA CONSERVA SOLO LA MILITANZA,CONCRETAMENTE SI COMPORTA COME UN NEO –DOROTEO.
Concordo con Geronimo e Marco Naponiello: a favore delle Primarie ad Eboli! Necessarie a destra, “caldamente consigliate” a sinistra!
Merçi, fungerebbe dubbi sui candidati,e millanterie degli stessi…PESANDOLI, oltre ogni loro immaginifica convinzione. LA FREDDA LOGICA DEI NUMERI GRADUEREBBE OGNUNO, E LA VOLONTA’ DEI SIMPATIZZANTI, CIOE’ GLI ELETTORI! MOLTO SEMPLICE, MA PERICOLOSO PER QUELLI CHE VANTANDOSI TROPPO IN PASSATO RISCHIEREBBERO UN PUBBLICO LUDIBRIO.
Il problema delle primarie si pone solo se ci sono più candidati in concorrenza con il Sindaco uscente, ma non mi sembra ci siano altri candidati. allora che si deve aspettare che conte rompa fino all’ultimo e poi se ne va con Caldoro visto che il figlio è candidato nel centro destra?
VITTORIA DELLA GENTE SCONFITTA DEI DIRIGENTI, SEGNALE DELLA BASE AL PD, OPPOSIZIONE FORTE E CANDIDATI CONDIVISI, SE NO TRAVASO DI VOTI NELL’IDV. BERSANI STA AD UN BIVIO, CONSERVARE L’ELETTORATO, O VINCERE PERDENDO CONSENSI? VOGLIO VEDERE LA PDL CON LA LEGA AL NORD E L’UDC AL SUD COME SAPRA’ GOVERNARE! SE DOVESSE VINCERE A MARZO NON POTRA’ ACCAMPARE LE SCUSE DELL’AZIONE DI GOVERNO DEBOLE, PER COLPA DELLA SINSITRA NEGLI ENTI LOCALI.
Dietro il successo di Vendola c’è anche un ebolitano. Il suo nome è Eugenio Iorio, oggi dirigente della comunicazione istituzionale della Regione Puglia, uomo comunicazione e delle pubbliche relazioni di Vendola. E’ stato in passato sia responsabile delle campagne elettorali di Cariello e di Melchionda.
Oggi è molto critico della sinistra ebolitana.
La soluzione proposta da Verba Volant è quella più interessante. La Regione Toscana prevede dal 2004 primarie istituzionali vere anche se non obbligatorie. I ds ad esempio le hanno utilizzate per decidere i candidati al consiglio regionale.
Le nuova primavera pugliese mi lascia fare alcune riflessioni:
1) Non è stato sconfitto il PD, ma la nomenklatura che non vuole cedere posizioni di privilegio, il partito degli “appartati” che non ascolta più la base tutto impegnato a difendere le briciole degli antichi privilegi, l’apparato che preferisce governare i processi e perdere piuttosto che vincere, i dirigenti che preferiscono il salotto e le feste di gala alla piazza e alle manifestazioni.
2) Le larghe alleanze decise dai vertici sulla pelle della base non sono state premiate dagli elettori. E non funzioneranno come mera sommatoria dei voti di partiti al solo scopo di governare in qualche modo. Se per governare si sacrificano pezzi importanti di un programma che altrimenti non sarebbe di sinistra (leggi la privatizzazione dell’acqua). La base del partito bocciofila di bersaniana memoria vuole prima i contenuti e poi le alleanze. E’ bene ricordarlo in Campania, come ad Eboli.
3) Non sarà più possibile dire (nemmeno in Campania) che non c’è abbastanza tempo per celebrare le primarie. In Puglia sono andate benissimo organizzate in nemmeno una settimana e sono andati a votare più elettori che alle primarie di ottobre. Segno evidente che gli elettori sono ben felici di essere chiamati a decidere sulle scelte importanti al di là del preavviso temporale.
4) questa sconfitta non dimostra la fine del potere che D’Alema esercita sul PD e sulla Puglia. Sarebbe da stolti pensarlo. Dimostra una cosa più grave: in maniera molto candida D’Alema ha ammesso a disfatta avvenuta di non essersi reso conto di quello che stava accadendo attorno a lui. Un partito che vuole essere di governo può permettersi una classe dirigente che non è in grado di “capire” i cambiamenti che avvengono nella società, di non capire il “fenomeno” Vendola, di non capire quello che è successo e quello che succederà (cosa che non era affatto imprevedibile) ? Penso francamente di no e vedendo la storia politica degli insuccessi (non solo d’alemiani) credo che sia ora che qualche dirigente si faccia da parte. In cambio, non si preoccupi D’Alema, sicuramente avrà rispetto e riconoscenza. Lo stesso rispetto e la stessa riconoscenza che si concede ad un dipendente licenziato, ad un allenatore silurato e così via.
Le osservazioni di Gabriele Del Mese non sono affatto infondate: è così difficile pensare di poter chiamare la gente ad esprimere la propria opinione, soprattutto in momenti così delicati e per una situazione così peculiare? Io penso che le Primarie avrebbero potuto rappresentare una ragionevole soluzione, al fine della ricomposizione delle evidenti fratture interne, prima ai partiti, che, più in generale, agli schieramenti. Esse potevano costiutire un’occasione di confonto reale, diretto, tra i diversi candidati, basato sulle seguenti domande: “cosa intendi fare al governo della città?” e “qual è il tuo programma?”. Questo è ciò che interessa alla gente. Tuttavia, è evidente – come leggo su questo stesso blog – che quella delle Priamarie è un’ipotesi assolutamente avversata e scartata. Quindi, non c’è alcun argomento di discussione: un’altra occasione mancata, un’altra chance persa. Scartate le Primarie, resta la speranza per un confronto politico più costruttivo.
Tra l’altro, se il Pd campano ha previsto le primarie per domenica 7 febbraio con una sfida probabile tra De Luca e Marone, mi chiedo – ancor più adesso – perchè mai le primarie ad Eboli siano una soluzione tanto malvagia? Se è possibile organizzarle a liello regionale in così poco tempo, perchè non si può farlo a livello comunale?
VENDOLA CONTRO LA LOGICA DISTORTA DEI PARTITI. FORZA, CONTINUA A DIFENDERE LA SCUOLA STATALE E FAR RISPETTARE I DIRITTI UMANI
http://insegnantiprecaricaserta.blogspot.com
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