Eboli: Il Senatore Franco Cardiello premiato dall’Associazione vittime del Talidomide “Farfalle senza ali”.
Il riconoscimento al Sen. Cardiello per l’approvare della L.160/2016, che estende l’indennizzo a tutte le vittime del Talidomide. Sindaco Cariello: ”Fiero di annoverare un Senatore della mia città, che abbia ottenuto un tale nobile risultato!” Sen. Cardiello: ”Abbiamo posto finalmente termine ad una dolorosa discriminazione, per me la più grande vittoria.”
di Marco Naponiello
per POLITICAdeMENTE il Blog di Massimo Del Mese
“Il sentimento di giustizia è così universalmente connaturato all’umanità da sembrare indipendente da ogni legge, partito o religione.” Voltaire
EBOLI – Troppe volte i media nazionali ed anche locali ci raccontano nelle loro cronache della mala-politica, di quella che purtroppo sorda e cinica non ascolta gli impellenti bisogni della gente, creandone oltre ad una comprensibile rabbia un senso di assuefatta rassegnazione, atteggiamenti questi che allontanano sempre di più i cittadini dalla vita pubblica del Paese. Ma questa volta in verità, possiamo affermare che la “musica cambia”: infatti abbiamo l’onore qui ad Eboli, di scrivere finalmente una bella pagina di commendevole impegno civico, da parte di un uomo politico nostro concittadino: il Senatore di Forza Italia e rinomato avvocato penalista, Franco Cardiello, parlamentare della Repubblica quasi ininterrottamente dal 1994, il quale della giustizia sociale ne ha fatto la imprescindibile bussola della propria azione politica.
Ed un esempio a tal proposito lampante dell’operato politico del senatore ebolitano, lo testimonia l’approvazione il 7 agosto u.s. della legge 160/2016, la quale estende ad oltre il 1962 (anno di ritiro dal commercio), l’indennizzo per gravissimi danni arrecati e sinora escludente le persone danneggiate dal famigerato farmaco dell’industria teutonica Chemie Grünenthal e venute al mondo nel 1958 sino al 1965; ma invero furono tante altre le tante vittime del Talidomide, un prodotto che era molto in voga negli anni 50’ e 60’, come le tristi cronache hanno raccontato nei lustri a seguire. Al contempo stigmatizziamo che nei prossimi mesi sarà modificato il regolamento del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali 2 ottobre 2009, n. 163. Tra poco anche i nati negli anni compresi nella forbice temporale tra il 1958 e 1966 (in aggiunta a coloro che sono nati fuori dal periodo 58-66 ed indennizzati da tempo, in palese contrasto ex art 3 Cost) per tutti questi anni esclusi, potranno proporre l’istanza di domanda indennitaria.
Diffuso in più di 50 Stati del globo e con diverse denominazioni, fu ritirato prontamente dagli scaffali in seguito alla scoperta della teratogenicità ovvero: le donne trattate con Talidomide davano alla luce neonati con gravi alterazioni congenite dello sviluppo degli arti, come l’assenza degli stessi o al limite con vari gradi di focomelia (riduzione ossee) generalmente afferenti agli arti superiori che quelli inferiori, più spesso bilateralmente, pur con gradi differenti. Originariamente il farmaco era largamente prescritto dai medici italiani e non solo, come sedativo – antinausea, in special modo per le donne gravide, facile immaginare la falcidia di innocenti, che ancora portano sul loro corpo le nefaste conseguenze
L’amministrazione comunale cittadina ha voluto fortemente per questo motivo, ospitare nella sala del consiglio Isaia Bonavoglia, tale manifestazione di alta impronta umanitaria a riprova che la città di Eboli è da sempre impegnlata nei suoi referenti istituzionali alla tutela ed allo sviluppo delle Politiche Sociali. Pertanto alla presenza del Sindaco Massimo Cariello, dell’assessore al sociale Lazzaro Lenza e per iniziativa dell’associazione curatrice denominata “Farfalle senza ali-vittime del Talidomide” presieduta da Argentina Romanelli, di concerto al comitato promotore della legge 160/2016, capeggiato da Monica Pagnin, si consuma dunque quest’appuntamento civico di fine stagione, moderato per l’occorrenza dalla nota giornalista Angelica Tafuri, alla presenza di un nutrito pubblico di cittadini e testate informative locali, del neo disability manager Generoso Di Benedetto e del coordinatore di F.I. giovani Cosimo Altieri.
Va detto preliminarmente e prendendo a prestito le parole della moderatrice Angelica Tafuri in calce all’evento: ”Chi ha fatto le foto qui stasera o ha presenziato a tale evento, quando l’obbiettivo è molto alto, si è testimoni di una vera giornata di Storia!”, sono emblematiche dell’importanza dell’avvenimento, che ha toccato vividamente i cuori degli astanti, andando oltre le stucchevoli differenze di colore politico che pure son presenti (per es. tra la famiglia Cardiello e il Sindaco eburino), per una volta messe da parte per un fine nobile, fatte risaltare in maniera costante e saggia dalla moderatrice della serata parimenti alla presidentessa dell’associazione “Farfalle senza ali” Argentina Romanelli, durante la breve ma molto toccante cerimonia pubblica di consegna, un Gentlemen’s agreement – istituzionale che vorremo vederlo più spesso palesato nella vita civica del Paese.
Alla presidente dell’associazione delle vittime del Talidomide, Argentina (Tina) Romanelli, è toccato l’onore magistralmente rispettato, di introdurre la serata celebrativa, essa per giunta è una nostra grintosa conterranea (infatti è originaria del comune cilentano di Torre Orsaia), la quale dopo i ringraziamenti di rito al sindaco ospitante ed ai presenti, ha tenuto a sottolineare l’umanità e lo sforzo del Sen. Cardiello nel supportare l’associazione, troppe volte succube della burocrazia disumana statuale e di qualche a suo dire: «parlamentare ‘muccosiello’ dei 5stelle, noi portiamo sul corpo a distanza di decenni, i segni di un farmaco che cinquanta anni addietro ha arrecato dolore a migliaia di innocenti, di cui non si conoscevano gli effetti deleteri. Nel 1961, prima del ritiro dal mercato,(in Italia l’anno successivo) si cercò di riprodurre in laboratori gli effetti teratogeni sugli animali gravidi il Dr. Somers scienziato olandese, riscontrò in qualche caso la tossicità del farmaco su dei ratti. – prosegue la presidente Romanelli – Una battaglia legislativa iniziata nel 2005, ma che nel 2009 incomprensibilmente riconosceva l’indennizzo per tutti, tranne che per i nati dal 1959 al 1965.
Ringrazio ancora una volta l’umanità del Senatore Cardiello – continua spedita –come il supporto di parlamentari del calibro di Carlo Giovanardi, Graziano Del Rio, Francesco Boccia e del ministro della salute Beatrice Lorenzin, un aiuto bipartisan che ha alleviato le difficoltà iniziali e di concerto l’interesse della stampa nazionale, in particolar modo del grande editorialista e scrittore Gian Antonio Stella del Corriere della Sera. – Termina al fine commossa l’attivista – Il mio ringraziamento principale va comunque al senatore qui presente, che è andato oltre le apparenze del nostro stato, trasformando il nostro dramma in una favola, esempio che qualcosa di positivo può essere fatto con gli uomini giusti, ancora grazie Franco!»
Una commossa platea alle parole toccanti della Romanelli risponde spontaneamente con un forte e ritmato applauso (cosa reiterata nei vari passaggi serali), che di li a qualche istante ha fatto il paio con la lettura della concisa motivazione da parte di Angelica Tafuri, momento prodromico alla consegna della doverosa targa commemorativa laminata in oro, all’emozionato senatore ebolitano.
Senatore Franco Cardiello che ha evidenziato senza soluzione di continuità e con rammarico, dopo i ringraziamenti da lui espressi anche al primo cittadino, le grandi difficoltà che gli sono prima facie parate dinnanzi: ”Dopo l’iniziale illuminante incontro, nel mio ufficio romano con Tina, la quale ancor oggi si ostina a chiamarmi Senatore, mi resi conto che non era un problema politico ma di civiltà. In seguito ella ha subito riscontrato le simpatie dei membri della camera alta, e se siamo riusciti ad ottenere una tale doverosa perequazione di trattamento, la quale davvero trovavo ingiustificabilmente odiosa la situazione pregressa, lo dobbiamo ai colleghi Giovanardi e Lorenzin etc come detto pocanzi, ma anche a parlamentari del posto, come la senatrice agropolese Angelica Saggese e l’On. ebolitano Antonio Cuomo.
Del resto – afferma l’esponente forzista – le differenze tra chi aveva una pensione normale e chi ha riconosciuto il nesso eziologico con il farmaco Talidomide, sono notevoli, per i primi l’assegno è di soli 800 euro mensili, mentre per gli altri l’indennizzo è di 4000! E dire che per 30/ 40 persone affette dalla patologia, al MEF avevano anche il coraggio di affermare che mancavano i fondi, una risposta assurda, e poco importa se qualche collega parlamentare piccolo-piccolo si sia messo di traverso, parlo dei Grillini, ma ometto le generalità per mero galateo istituzionale! – Conclude Cardiello – Grazie a tutti voi, son felice che in questa serata ci sia stato un momento di concordia al di là dei consueti steccati ideologici, per parte mia poi porterò questa battaglia come una medaglia dell’anima, l’azione politica della mia carriera che mi inorgoglisce maggiormente!»
Il clima cordiale prosegue de plano con il saluto del Sindaco di Eboli Massimo Cariello, anch’egli visibilmente soddisfatto e che non ha esitato come da lui esposto, ad offrire la sala comunale per questa manifestazione, anche se riguardava un uomo politico che insieme al figlio Damiano, combattivo capogruppo consiliare di Forza Italia non appoggia ma anzi vigorosamente osteggia la sua maggioranza: «Personalmente io non ho avuto alcuna difficoltà a dare il mio entusiastico assenso all’appuntamento – esordisce Massimo Cariello – vi dirò di più, sono orgoglioso come cittadino ebolitano che un esponente politico di alto rango della mia città appunto, abbia ottenuto un cosi nobile risultato in una vera battaglia di civiltà. Inoltre ammiro moltissimo Tina per la riscontrata forte determinazione che mette nelle sue azioni, dunque con lei auspico di collaborare in un prossimo futuro sul tema sentito dei servizi sociali, di cui Eboli è un avamposto all’avanguardia! – Si congeda il primo cittadino della città di San Vito – Le difficoltà della burocrazia italiana sono talvolta assurde, ma se si vuole ottenere un risultato positivo, questa è la dimostrazione che lo si può solo con una fattiva collaborazione tra le varie forze. Del resto come recita un vecchio adagio popolare: “soltanto chi ha sofferto ha il coraggio di amare“, ed è questo che mi sembra un elevato esempio morale da seguire! Grazie a tutti i presenti: stasera si è celebrato un momento di civile testimonianza!»
Eboli, 18 settembre 2016